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La situazione dell’INAF

Analisi e richieste per far uscire l’INAF (ed i suoi lavoratori) dalla provvisorietà

04/10/2005
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La FLC-CGIL valuta negativamente il lavoro fatto dagli organi dirigenti dell’INAF dalla sua prima costituzione fino ad oggi.

Ci saremmo aspettati, in questi anni, scelte strategiche nella direzione della armonizzazione delle strutture e degli istituti confluiti, ognuno con una storia e tradizione profondamente diversa, e del personale che in esse opera.

Si assiste invece, nella carenza di organizzazione e linee di indirizzo demandate a colloqui personali o all’invio di e-mail, al profondo disagio emergente in tutti i lavoratori, qualunque sia la loro provenienza e qualifica.

In questa situazione anche la ricerca non può non subirne danni.

L’INAF è, secondo il disposto istitutivo, il principale ente in Italia cui è demandato il compito di svolgere ricerca astronomica ed astrofisica ed è quindi l’unico referente in tale settore di fronte alla comunità scientifica italiana ed internazionale.

Proprio per questo la sua costituzione avrebbe richiesto, sia da parte del Ministero, sia da parte degli organi di governo dell’ente, un impegno particolare di valorizzazione in ragione sia delle competenze che l’ente ha sempre dimostrato di avere, sia di quelle acquisite con la confluenza del personale e del patrimonio dei diversi istituti che costituiscono oggi l’INAF.

Tutto questo fino ad oggi non è stato: si assiste invece alla continua latitanza dei vertici dell’INAF ed al mancato rispetto degli impegni assunti o che dovrebbero essere assunti in quanto derivanti dal decreto di riordino.

La FLC-CGIL ritiene fondamentali i rapporti tra l’ente e le OO.SS. che rappresentano i lavoratori in esso operanti; non può, pertanto, non denunciare i numerosi comportamenti lesivi dei dettati normativi e delle corrette relazioni sindacali.

Per tutto valga, a mero titolo di esempio, l’atteggiamento tenuto rispetto ai problemi di confluenza di personale di diversa provenienza nell’INAF, i ritardi nella conduzione delle contrattazioni, i ritardi o la totale assenza della discussione sulle tabelle di equiparazione del personale che dovrebbe confluire o optare per il comparto ricerca e, per ultimo, la questione della delibera unilaterale sui buoni pasto.

La FLC-CGIL ritiene indispensabile che l’assetto dell’INAF venga affrontato e definito nella sua globalità, non potendo essere scissi gli aspetti organizzativi del lavoro da quelli della riorganizzazione delle strutture dell’ente.

PRECARIATO. L’attuale massiccia presenza di personale precario, delle più varie tipologie, è fondamentale per le attività dell’ente. Ci saremmo aspettati una forte richiesta di deroghe al blocco delle assunzioni ed una previsione di concorsi nel piano triennale finalizzati alla stabilizzazione del posto di lavoro.

La politica delle assunzioni, delle richieste di deroghe, dei bandi di concorso è materia su cui l’Amministrazione ha omesso qualsiasi confronto, limitandosi ad una mera informazione a posteriori.

Sul piano dei diritti la FLC-CGIL vuole l’estensione contrattata delle norme contrattuali a tutto il personale non strutturato (ferie, malattia, maternità, riconoscimento delle attività svolte ai fini concorsuali, …) ed un monitoraggio del fenomeno del precariato allo scopo di evitarne l’abuso.

PERSONALE ASTRONOMO E DI RICERCA. L’avvio delle procedure per l’opzione del personale astronomo tramite appositi incontri con le OO.SS., prevista dal decreto di riordino, non è mai stata posta all’ordine del giorno. E, tuttavia, non è sufficiente una banale tabella di corrispondenza, ma dovranno essere chiare le prospettive economiche e di carriera che tale scelta implicherà.

Nello stesso tempo la FLC-CGIL denuncia il mancato avvio dei concorsi relativi all’art. 64 (CCNL Ricerca) per il personale proveniente dal CNR. La presidenza INAF non ha mostrato di esercitare la dovuta pressione sulla presidenza CNR al fine del rispetto degli accordi presi.

PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO. Nel denunciare il blocco della discussione sulle tabelle di equiparazione, avviata e finita a gennaio 2005, la FLC-CGIL ritiene che dovranno essere valutate le professionalità esplicate e l’anzianità maturata nel sistema normativo di provenienza. Non potrà in nessun caso essere discriminante la differenza normativa tra i due contratti di riferimento (universitario e ricerca). Differenza che la FLC aveva ampiamente segnalato nella fase di stesura del decreto di riordino e che pertanto era ben nota ed avrebbe dovuto essere affrontata in sede di istituzione dell’INAF. Dovranno, inoltre, essere messe in atto norme transitorie e correttive dell’automatismo di inquadramento per tener conto delle storie professionali e delle anzianità individuali. Queste norme dovranno recuperare le situazioni di sottoinquadramento o inquadramento scorretto sia tra quanti provengono dagli Osservatori, sia tra quanti provengono dal CNR.

Si ribadisce che la decorrenza dell’inquadramento dovrà essere gennaio 2002 e che per questo l’Amministrazione avrebbe dovuto accantonare le risorse necessarie.

L’ammontare del salario accessorio dovrà essere rideterminato a decorrere dalla data prevista per il cambio di comparto ed anche per questo dovrebbero essere state accantonate le risorse necessarie.

Per il 2005 la trattativa, non ancora iniziata, dovrà essere unica per tutto il personale tecnico amministrativo dell’INAF e dovrà partire dalle risorse destinate che, a tutt’oggi (ottobre 2005) non sono state quantificate.

ORGANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE. Si assiste alla non volontà di coinvolgere il personale tutto, abituato storicamente a contribuire alle scelte organizzative, demandando ad operazioni di vertice le scelte di riorganizzazione che, quanto meno, avrebbero dovuto basarsi su un approfondimento del Consiglio Scientifico.

Lo stesso Consiglio Scientifico, come tutta l’organizzazione di vertice, non ha, malgrado la rilevante, anche sotto l’aspetto scientifico, presenza femminile nell’INAF nessuna componente per precisa scelta della dirigenza e del CdA che ne avevano il potere di nomina.

Vengono inoltre prospettate, anche se finora informalmente, chiusure di strutture osservative nazionali a fronte di investimenti in grandi collaborazioni internazionali ad alto livello. Questo porterebbe ad un grave danno per la ricerca astronomica ed astrofisica italiana, che verrebbe a dipendere da scelte che non dipendono dalla comunità scientifica nazionale, ma all’andamento (politico o di opportunità) di decisioni prese in altre sedi. Così come qualsiasi sistema economico è forte quando è sostenuto da una forte domanda interna, altrettanto si può dire dell’attività scientifica che è tanto più forte quanto più risorse vengono internamente dedicate. La dipendenza da finanziamenti esteri non può non tradursi in un danno alla professionalità del personale tecnico che vedrebbe allontanarsi le sedi privilegiate di sviluppo tecnico e/o tecnologico ed in un danno ai giovani ricercatori che vedrebbero diminuire le possibilità di crescita tramite la partecipazione ad attività scientifiche nelle sedi.

Altre attività, che pure erano nate e si erano sviluppate per iniziativa delle singole sedi, stanno, in carenza di direttive, rischiando l’estinzione: l’attività didattica (istituzionale nel decreto di riordino), la cura del patrimonio museale (si veda la sorte toccata al Museo Astronomico Copernicano di Roma, chiuso e mai riaperto, privato via via degli spazi ad esso dedicati).

Dovranno essere inoltre evitati i ricorsi a Fondazioni o quant’altro per la gestione di attività di pertinenza dell’INAF, che come ente pubblico deve mantenere pubblico il ruolo della ricerca astronomica ed astrofisica in Italia.

SEDE CENTRALE INAF. Accanto a tutto questo assistiamo alla stasi del funzionamento amministrativo dell’INAF. Il funzionamento della sede centrale si sta dimostrando incapace, ancor più che nel passato, di trovare soluzioni alle numerose problematiche che nascono nelle strutture sia nelle scelte di ordinaria amministrazione sia per i problemi posti dalla confluenza di personale proveniente da altri ordinamenti. L’attuale assetto organizzativo impedisce al personale amministrativo della sede centrale (e di conseguenza a tutto il personale amministrativo dell’ente) di contribuire con la propria professionalità alla soluzione delle diverse problematiche. Occorre un’ampia discussione con le OO.SS. sull’organizzazione del lavoro che porti, certo attraverso riorganizzazioni di uffici, ma soprattutto attraverso la valorizzazione delle professionalità esistenti tramite anche lo strumento della formazione, ad una reale efficienza dell’INAF.

Tutte queste tematiche sono fondamentali per il personale dell’INAF e, quindi, per il nostro sindacato che intende rappresentarlo pienamente. Per tale motivo chiediamo precise risposte alla presidenza ed alla direzione dell’ente, secondo le rispettive competenze, e tempi certi per l’attuazione di tutte le azioni necessarie per superare il transitorio e pervenire ad un vero ed efficiente ente di ricerca. Sulle risposte che ci verranno fornite e sul mantenimento degli impegni presi valuteremo l’operato della direzione dell’INAF.

Roma, 4 ottobre 2005

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