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INDIRE: dieci domande posson bastare
FLC CGIL pone dieci quesiti all’amministrazione di INDIRE di ieri, di oggi, di domani
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La FLC CGIL pone dieci quesiti all’amministrazione di INDIRE di ieri, di oggi, di domani
- Durante il tavolo tecnico di Dicembre l’amministrazione di INDIRE si era impegnata a integrare nel PIAO il numero dei precari indicato nel PTA, in quanto la cifra risulta sottodimensionata rispetto alla realtà. Niente, nel PIAO non c'è niente. Inoltre, mancano le prospettive di stabilizzazione per il 2026. Perché al tavolo si è detta una cosa e poi se n’è fatta un’altra? Quali sono le intenzioni di INDIRE per i precari ancora in servizio?
- Dopo tentativi immaginifici falliti, grazie all’insistenza di FLC CGIL perché si agisse in osservanza del contratto, è stato costituito il fondo ex art. 90 per le progressioni ex art.54 del personale di IV-VIII livello. Al tavolo tecnico l’amministrazione si era impegnata ad attivare le procedure nell’autunno 2023. A oggi siamo fermi a ZERO. I lavoratori e le lavoratrici hanno perso due anni di salario e anzianità perché INDIRE “vorrebbe” poter bandire più posti rispetto a quanto previsto dalla norma e dal fondo. Intanto, ZERO è il numero degli art. 54 fatti all’INDIRE da quando esiste. Perché non mantenere gli impegni presi al tavolo sindacale?
- Le risorse della finanziaria 2021 permettevano dal 2022 di fare passaggi di livello ex art. 15 per i ricercatori e i tecnologi. Al tavolo tecnico l’amministrazione, dopo aver accumulato un ritardo di due anni e quindi incassato senza problemi centinaia di migliaia di euro, si era impegnata a fare 16 progressioni nel 2024. Ma anche quei soldi sono andati perduti per i lavoratori e le lavoratrici. Senza motivo. Perché al tavolo si dice una cosa e poi se ne fa un’altra?
- Le risorse della finanziaria 2021 hanno portato nelle casse di INDIRE più di 800.000 euro all’anno dal 2022, tutti soldi che vanno distribuiti al personale di IV-VIII livello. Dopo tre anni di discussione e dopo aver fatto varie ipotesi, queste risorse per gli anni 2022, 2023, 2024 non sono state distribuite né risultano vincolate nel bilancio. Sono più di 2 Milioni e 400 mila euro. Non risultano da nessuna parte. Dove sono finiti questi soldi?
- Nel tavolo tecnico di dicembre 2024 si è dichiarato che è stato impossibile alimentare il fondo “ex art. 19 - attività per prestazioni a committenti esterni” con i progetti Erasmus (ma poi con i soldi di ERASMUS si pagano profumatamente collaboratori e consulenti che assolvono a funzioni ordinarie dell’ente). L’impegno a farlo era stato preso e ribadito due anni fa al tavolo tecnico: perché si dice qualcosa e poi si fa il contrario? Inoltre, non sono state date le promesse spiegazioni scritte per il mancato impegno. FLC-CGIL non poteva accettare un nuovo rinvio della questione e firmare accordi per cui in pochi prenderanno di più e in molti prenderanno di meno. Per altri, evidentemente, quella firma è stata possibile.
- La situazione dei locali di lavoro in via Lombroso a Firenze è fatiscente, le postazioni sono insufficienti, gli allagamenti dai bagni e dal tetto sono un appuntamento ricorrente. L'amministrazione di INDIRE intanto sta comprando Palazzo Gerini. Possiamo fare i turni per chi lavora da una parte e chi dall’altra? Perché con l’RLS e l’RSU il dialogo è praticamente inesistente?
- Per l’ennesima volta, nel verbale 126 del 21/11/2024, i revisori dei conti di INDIRE chiedono documentazione a sostegno delle spese del Direttore e del Presidente a partire dal 2018. Questa richiesta è all’interno di un approfondimento più ampio che va avanti da anni (se ne trova una prima ricostruzione già nel verbale 85 del 2022) senza trovare una chiusura per i continui rinvii denunciati nei verbali dei revisori. Cosa si aspetta a fornire tutta la documentazione richiesta? Per quanto appassionante nelle sue premesse, questa vicenda inizia a risultare stucchevole e ripetitiva. Ma le ripetizioni senza fine all’INDIRE vanno di moda, a partire dall'eliminazione del limite ai rinnovi per l’incarico del direttore a seguito della modifica ad hoc dello statuto di qualche anno fa.
- A proposito di Statuto. INDIRE è stato commissariato per assegnare all'ente nuove funzioni statutarie tra cui i famigerati corsi per il Sostegno. Questi corsi dovevano partire già l’estate scorsa, oggi nessuno sembra saperne niente o quantomeno nessuno ammette di saperne qualcosa. Cosa sta succedendo? Dobbiamo aspettarci che lo statuto di INDIRE e la ricerca di INDIRE siano oggetti di periodici “aggiornamenti” per assecondare i proclami del ministro di turno?
- La spesa per la ricerca endogena in INDIRE si riduce di anno in anno e l’ennesima riorganizzazione aveva come obiettivo mettere insieme le attività in essere per rappresentare un minore numero di progetti. Tuttavia, il Fondo ordinario è cresciuto, il personale è costantemente aumentato, i precari sono sempre tanti a lavorare con responsabilità nell’incertezza, i consulenti si moltiplicano (siamo ben oltre i cento). Com’è possibile tutto questo se si disinveste nella ricerca? L’INDIRE è un ente pubblico di ricerca: non è evidente una contraddizione in questa tendenza? D’altra parte il personale sottoinquadrato è stato sbeffeggiato dalle procedure concorsuali per i nuovi ricercatori, procedure che non hanno riconosciuto nemmeno l’idoneità a chi da anni porta avanti progetti di ricerca dell’ente…
- Un’ultima domanda. Cosa bisogna fare per cambiare questo istituto dove le persone sono arrabbiate o mortificate; le dinamiche di potere avvelenano l’aria; la programmazione cambia tutti gli anni; lavoratori e lavoratrici sono intimoriti perché fragili nella loro condizione precaria o rassegnati perché sfiniti da anni e anni di promesse non mantenute? Non c’è niente di più triste che sentire nei corridoi la frase “Ma tanto qua, si sa, le cose vanno così”. Solo due anni fa la neo-presidente Grieco si dichiarava preoccupata che fossero in tanti a chiedere di andare via dall’INDIRE; forse, avrebbe dovuto indagare le ragioni del diffuso bisogno di andare altrove prima di essere mandata altrove.
“Ma tanto qua, si sa, le cose vanno così” si dice nei corridoi di INDIRE: è una frase orribile, eppure se non si fa un tentativo per cambiare le cose questa diventa una frase vera. Dobbiamo provare a collegare i problemi individuali, dobbiamo provare a preoccuparci delle ragioni per cui sta male chi sta nella postazione accanto, nell'ufficio a fianco. Non possiamo credere più alle promesse, se prima non si comprende la necessità di rifondare la fiducia collettiva su risposte chiare e impegni che siano impegni di cui rendere conto.
FLC CGIL torna a chiedere a INDIRE queste risposte e il rispetto per gli impegni presi. Siamo il sindacato dei lavoratori e delle lavoratrici. Vogliamo cambiare l’ente tutti e tutte insieme, vogliamo essere forti nel confronto con chi deve darci risposte e si fa forte della convinzione di non dover mai rispondere.
Siamo cresciuti nelle deleghe, nella partecipazione alle assemblee e nelle elezioni RSU del prossimo aprile cresceremo ancora: grazie a ogni voto per i colleghi e le colleghe che si sono offerti di rappresentare tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici con le idee, l’etica, il senso di responsabilità per la comunità che anima il nostro essere sindacato, il nostro essere FLC CGIL.
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