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La FLC CGIL e Padre Tarcisio Ciabatti

Convinzioni comuni e una collaborazione molto concreta ci legano al frate Francescano che ci ha lasciati il 23 gennaio. Il ricordo di Renzo Concezione

25/01/2025
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Il giorno 23 gennaio 2025 è deceduto a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, Padre Tarcisio Dino Ciabatti, frate Francescano e amico della FLC CGIL.
Era nato a Dama de la Verna, provincia di Arezzo, il 5 ottobre 1935.

Era naturale che si dovessero incontrare, Tarcisio e la CGIL Scuola, date le comuni convinzioni sull’importanza dell’istruzione e della formazione per la crescita umana delle persone e delle comunità.

Un anno da ricordare è il 1992, 500 anni dalla conquista dell’America, quando incrociammo le problematiche delle Comunità Indigene dell’America del Sud data la presenza in Italia di una delegazione Boliviana “guidata” da P. Tarcisio. In quelle circostanze il capo comunità Guarani Mateo Chumira dichiarò “non faremo più la rivoluzione con frecce ed archi, ma con quaderni e lapis”, mettendo in evidenza la necessità dell’istruzione per i Popoli, soprattutto per i Popoli oppressi. All’epoca molti Guarani erano ancora schiavi.

Il nostro interesse per i progetti in essere e in fieri che P. Tarcisio cercava di portare avanti costruiti insieme alle Comunità indigene fu immediato e la scuola, come leva fondamentale per il recupero della dignità del popolo dopo anni di sottomissione e arretratezza, fece scattare la nostra collaborazione. P. Tarcisio era in Bolivia dal 1975, i primi anni furono molto duri per le condizioni disastrose in campo sanitario e strutturale, ma anche per la naturale diffidenza dei nativi verso i bianchi. Forte dell’esperienza accumulata a Viareggio, riuscì a tessere piano piano una rete di relazioni con i Guarani: la sua casa era sempre aperta, un piatto di riso pronto, una medicina per salvare un bambino pure, ma soprattutto fondamentale nel suo agire la ricerca della condivisione, dell’ascolto e della vita semplice e povera che conduceva. Nel frattempo il governo, grazie ai fermenti sociali e politici che stavano emergendo nel Chaco, riconobbe l’Assemblea del Popolo Guarani quale organismo rappresentativo delle Comunità.

Così, come a Viareggio negli anni giovanili, tutti avevano capito da che parte stava: Tarcisio sempre e per sempre con i più deboli.

Era arrivato a Viareggio poco dopo aver terminato gli studi e subito scelse di operare nel quartiere periferico del Varignano, dove le criticità e le difficoltà non mancavano, ma lui si calò nella realtà riuscendo a coinvolgere molti giovani del quartiere, tanto che nel tempo si può affermare che quella periferia era divenuta un centro culturale d’avanguardia. Cineforum, incontri e dibattiti etici e religiosi, gite, una scuola popolare alla Don Milani, un centro di assistenza sociale, ma soprattutto un contatto diretto con la popolazione e la condivisione dei problemi, la scelta di trasferirsi dal convento in una casupola ex stalla fanno di Tarcisio “uno di noi”, una guida per tanti.

Palmarito è una Comunità isolata e lontana, “arrinconada”, poverissima, priva di risorse, senza acqua e corrente elettrica con una scuoletta elementare, una capannuccia sgarupata di frasche e argilla. Tarcisio pensa che se si riesce a creare un qualcosa di solido e importante per la popolazione proprio lì, a Palmarito, la ricaduta “politica” sarà enorme. Propone allora al Mburuvicha, capo comunità, di impegnarsi per realizzare una struttura scolastica accogliente. Don Santo rimase stupito non capiva perché Tarcisio volesse costruire una scuola proprio lì e non nel villaggio, ma Tarcisio rispose “la scuola deve stare accanto a voi, non voi allontanarvi per andare a scuola”. Nacque così una collaborazione molto concreta per la realizzazione di un’aula multimediale con computer, attrezzature per internet, generatore di corrente. CGIL Scuola e Circoscrizione Viareggio Nuova parteciparono economicamente e Francesco Brandani (Cgil scuola Toscana) di Firenze andò come tecnico “ad aprire la bottega”. Aveva visto giusto Tarcisio, ancora una volta, perché di lì a non molto il governo boliviano iniziò la costruzione di una scuola secondaria, con anche contributi dall’Italia, per dare un’opportunità formativa ai tanti ragazzini della zona.

E la STORIA è ANDATA AVANTI…….

Altre scuole e poste sanitarie, acquedotti, laboratori di analisi viaggianti, ma la grande intuizione è stata la Scuola Indigena di salute Tekove Katu, che ha già formato decine di ragazze e ragazzi nei campi di infermeria, nutrizione assistenza sociale che rappresentano nelle Comunità di provenienza un presidio prezioso. Riconosciuta dall’OMS quale Scuola Indigena Modello. Per tutto questo Tarcisio, che i Guarani hanno chiamato TATARAPUA, ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dall’Università René Moreno di S. Cruz e Camiri.

Infine la Musica, una passione di Tarcisio, ma anche una parte fondamentale della cultura Guarani. Sono oggi in piena attività un coro e un’orchestra Guarani di Palmarito e Santa Rosa che tanto si ispirano alla musica barocca di Domenico Zipoli. I giovani musicisti Guarani si sono esibiti in S. Pietro a Roma durante la S. Messa celebrata da Papa Francesco in occasione del Sinodo sull’Amazzonia nel 2019.

E ora?

Siamo convinti che il seme gettato, le risorse umane e la ricchezza culturale che il Popolo Guarani si è riconquistato potranno contribuire ad un ulteriore avanzamento perché, come Tarcisio amava dire, “indietro non si torna”. Certamente se il processo di condivisione già messo in pratica potesse proseguire consentirebbe di accompagnare la crescita di un Popolo che Tarcisio amava definire GRANDE e lui ne sarebbe sicuramente felice.

Viareggio 25 gennaio 2025, Renzo Concezione

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