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Ottawa, VII congresso mondiale IE: quarto giorno

Approvate le mozioni sui diritti umani e le risoluzioni per un più incisivo lavoro dell’IE contro austerità e privatizzazione. Si prospetta una organizzazione rinnovata per fare fronte alle sfide future.

29/07/2015
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Si sono chiusi i lavori del VII congresso mondiale dell’Internazionale dell’Educazione. Moltissimi i documenti approvati sui più diversi temi: dai diritti umani alle politiche ambientali e di sviluppo, dal contrasto al neoliberismo al rafforzamento dell’educazione come valore universale, dal contrasto al lavoro minorile alla questione israelo-palestinese, dal rafforzamento della solidarietà sindacale internazionale al sostegno a rifugiati e migranti, dalla difesa delle libertà di ricerca e insegnamento al contrasto alla crescente gestione manageriale delle istituzioni educative.

Tutti i testi delle risoluzioni approvate sono pubblicati sul sito del congresso insieme a brevi resoconti informativi dei lavori.

Tra i molti documenti approvati ci limitiamo quindi a segnalare quello su Trade Union Action to Counter Neoliberal Policies on Education di cui la FLC CGIL è tra i proponenti. Il testo è il frutto di mesi di lavoro serrato e continuo con gli altri sindacati; a favore della sua approvazione è intervenuto Francesco Sinopoli, segretario nazionale, per illustrare la necessità di prendere una posizione esplicita contro gli effetti del neoliberismo sui settori della conoscenza e, soprattutto, di avviare immediatamente una campagna mondiale con azioni concrete in ogni nazione, per contrastare queste politiche.

Posizione non scontata date le timidezze e reticenze delle organizzazioni sindacali di alcune aree del mondo nei confronti di prese di posizioni politiche più radicali su temi economico-sociali.

EUROPAMONDO-3La mozione approvata all’unanimità impegna l’Internazionale dell’educazione a rafforzare la collaborazione sindacale internazionale contro le politiche di austerity, di privatizzazione dei sistemi dell’istruzione e contro i modelli ideologici neo-liberali. In particolare, come espresso in altre e più specifiche mozioni, preoccupa l’approvazione del Trattato di Scambio Trans Pacifico (TTIP) il cui contrasto richiede un più forte raccordo tra organizzazioni sindacali europee e statunitensi. Per quanto concerne il contrasto alle politiche di austerità, indebitamento e mercificazione dell’educazione, il dibattito congressuale ha visto l’amplissimo consenso sulla necessità di costruire un fronte globale contro il progressivo affermarsi di una visione neo-liberale del mondo che sta ampliando le diseguaglianze e moltiplicando povertà e conflitti. Tra le risoluzioni di chiusura del congresso, di particolare importanza è la Preparing EI meet the future challenges nella quale sono indicate sia le priorità politiche dell’Internazionalizzazione dell’Educazione per i prossimi anni, sia i passi organizzativi necessari a consolidare le procedure democratiche interne e ad ampliare la partecipazione delle singole organizzazioni sindacali.

La risoluzione approvata è stata il frutto di una lunghissima e difficile trattativa tra l'Executive Board e i sindacati firmatari di un'altra risoluzione che chiedeva un profondo cambiamento e ripensamento dell'Organizzazione stessa di Education International, alla luce della diversa situazione internazionale e delle risposte necessarie. FLC CGIL, SNES-FSU/Francia, SNESUP-FSU/Francia, SNUipp-FSU/Francia, OLME/Grecia, UIL scuola/Italia, ZNP/Polonia, FENPROF/Portogallo, ESTUS/Slovenia, FETE-UGT/Spagna, STEs/Spagna, insieme a EGITIM-SEN/Turchia, DLF/BUPLD/UED/Danimarca e Aob/Olanda hanno concordato, con il voto favorevole di tutta il congresso e il sostegno dell'Executive Board, di indicare le linee per il rinnovamento dell'organizzazione di IE, dalla sua struttura, ai ruoli e le funzioni del gruppo dirigente, fino alle strutture regionali e la comunicazione, per arrivare in ultimo alla questione delle quote dovute e della democrazia interna, con la costituzione di un gruppo di lavoro internazionale che valuterà e proporrà le trasformazioni necessarie. Claudio Franchi, Responsabile delle Politiche Internazionali, che proprio sulle questioni generali e organizzative era intervenuto tra i primi all'inizio del Congresso, parlando alla platea congressuale ha apprezzato fortemente l'accordo rappresentato dalla Risoluzione e ha ribadito che questa era l'unica via democratica per mettere in grado International Education di affrontare le sfide future.EUROPAMONDO-4

La conclusione del congresso è per la FLC CGIL totalmente soddisfacente e in linea con la qualità della discussione di tutte le giornate. Si è chiaramente esplicitata una linea sindacale di aperto contrasto alle politiche neoliberali, di supporto alle iniziative di contrasto e mobilitazione in atto nei paesi e soprattutto si è impegnata tutta l'Internazionale dell'Educazione a lanciare una campagna permanente della quale la FLC sarà promotrice in Italia. Una campagna che non è astratta dalle vertenze aperte in Italia, a partire da quella della “buona scuola” e della prossima “buona università” o delle battaglie passate contro la legge 240/10, ma parla direttamente alla condizione del nostro paese. In tutte le giornate di dibattito e nei documenti sono stati costanti riferimenti al carattere regressivo del new public management come governo autoritario delle istituzioni formative, alla privatizzazione dell'istruzione intesa come aperto attacco da parte di grandi lobbies e corporations al carattere pubblico dell'istruzione per creare un nuovo mercato. La campagna del sindacato americano per tagliare il debito degli studenti, annunciata emergenza figlia, come la bolla immobiliare, della patologica ricerca di profitti finanziari lucrando sull'impoverimento dei ceti medi e sui beni primari, parla da sola.

L'onestà del dibattito, la chiarezza e la nettezza delle posizioni sono state quasi sorprendenti. Quella che in Italia è considerata “radicalità”, in gran parte del mondo è la normalità delle posizioni dei sindacati. Anche le organizzazioni del Nord Europa e Statunitensi, solitamente più moderate, hanno dovuto accettare una realtà inconfutabile: è in atto un attacco al diritto all'istruzione e alla libertà di ricerca che parte da una riduzione costante dei finanziamenti e si completa con metodi di valutazione ideologicamente orientati.

Si tratta di fatti già accaduti negli USA e in UK dove però è maturata una consapevolezza maggiore tra i lavoratori del settore, tra le famiglie e tra gli studenti. Nessuno le chiama 'riforme', avendo chiara la politicità e il carattere di censo e apertamente conservatore di questi interventi.

Com'è noto ciò non è accaduto solo nel mondo anglosassone. Infatti l'attivismo delle grandi corporation a favore della creazione di mercato liberalizzato dell'istruzione è da molti anni fortissimo, e in molti paesi dell'America Latina e dell'Africa, fino alle Filippine, questi esperimenti sono già avvenuti, spesso e volentieri sulla base delle ricette della Banca Mondiale e con il consenso implicito dell'OCSE. La novità è che oggi siamo di fronte ad una deriva che interessa anche quello che era considerato un modello per gli altri paesi, cioè il welfare europeo e la nostra istruzione pubblica. Come ci ripetevano i compagni argentini del CONADU, 'quello che hanno sperimentato da noi ora lo fanno a voi'.

Per queste evidenti ragioni la risposta non può che essere a livello transnazionale e di mobilitazione diffusa. Oggi è fondamentale rilanciare questo piano dell'azione sindacale. Il protagonismo della nostra organizzazione crescerà nei prossimi mesi rafforzando innanzitutto il rapporto con la confederazione dei sindacati della conoscenza dell'America Latina che sono stati un alleato fondamentale per il sud Europa in questo congresso, oltre che consolidando ulteriormente il lavoro con i nostri vicini con i quali abbiamo condiviso il sostegno a molte risoluzioni e abbiamo insieme supportato diverse candidature risultate poi vincenti, nell'Executive board mondiale. La presenza dei sindacati di questi paesi alle iniziative della FLC è già in calendario, ma soprattutto ora si profila la responsabilità di lanciare in Italia una grande compagna di informazione e di mobilitazione contro il TTIP che sarà al centro di una iniziativa da tenere nel prossimo autunno da collegare alle vertenze già aperte.

I video delle giornate: 1 | 2 | 3 | 4