FLC CGIL

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Fulvio Fammoni, segretario confederale CGIL, nel concludere l'assemblea nazionale, ha tenuto a chiarire che le valutazioni espresse sia nella relazione di Maria Brigida che dal Segretario generale della FLC sono anche quella della CGIL.

Da tempo insieme diciamo che l'impianto culturale della scuola secondaria superiore è vecchio; che il problema è quello della dispersione scolastica che con l'obbligo a 16 anni si debba superare la canalizzazione precoce, caratteristica negativa tutta italiana.

C'è una novità rispetto a tutto questo ed è la più grande crisi economica degli ultimi anni, da cui tutti sostengono, usciremo diversi da prima. Il problema è: come?

Tutti i paesi europei stanno scegliendo di scommettere sulla conoscenza e sulla ricerca. Noi no! Noi insistiamo sui tagli, decise a giugno del 2008 quando ancora la crisi la crisi non era neppure percepita. Proprio la crisi avrebbe consentito al Governo di rivedere quei tagli.
E invece un governo miope, li ha confermati. Si interviene così, con i tagli pesanti, sull'autonomia scolastica e sulla qualità della scuola nel suo complesso.

Ma c'è qualcosa di più, che va oltre Tremonti. In questo piano che si sta completando in questi giorni, si manda un messaggio importante sul meccanismo di sviluppo del paese, sul senso del lavoro, su una parte dell'impresa italiana che spera di poter competere sui costi e non sulla qualità del prodotto.

In questa logica la formazione è un lusso che si può tagliare. È quanto si teorizza nel “libro bianco” di Sacconi, in cui il lavoro è esplicitamente definito un fattore di costo che in quanto tale va contenuto.

Per quanto attiene l'emendamento sull'apprendistato, in un colpo solo si prova a cancellare due conquiste fondamentali: l'elevamento dell'obbligo di istruzione e dell'età minima di accesso al lavoro. Su quest'ultimo elemento andremo fino in fondo, se necessario fino alla Corte Costituzionale.

Ma non solo, stesso messaggio in negativo è quello che deriva dal meccanismo del tetto del 30% per gli alunni con cittadinanza non italiana e potrei continuare ancora e ancora, aggiunge Fammoni.

È tutto funzionale ad un messaggio culturale sulla segmentazione della società, sull'individualismo a cui noi opponiamo valori quali uguaglianza, pari opportunità, ovviamente declinati all'oggi e non con lo sguardo rivolto al passato.
Sono le stesse problematiche che riguardano l'informazione, per non parlare delle conseguenze gravissime di queste scelte sul lavoro: il nostro è l'unico paese al mondo che incentiva la disoccupazione, con costi che alla fine sono pari ai tagli programmati.

Dobbiamo sapere che questo è un Governo assai diverso dal primo Governo Berlusconi: è molto più capace e deciso del primo e non ci possiamo far distrarre da valutazioni, infondate, sulla loro incompetenza.
Sono ripartiti dai problemi lasciati in sospeso nel 2006, quando le cose peggiori, ad esempio sulla scuola, le fecero a fine legislatura. Ora intendono chiudere tutto a giugno in modo tale che nei prossimi tre anni il loro progetto si possa sedimentare.

In questa ottica dobbiamo leggere anche le vicende della contrattazione (accordo separato, ecc.) nonché quelle sull'autonomia scolastica. Spezzettano i provvedimenti, si graduano e quando la contestazione rischia di essere eccessiva fanno finta di fermarsi, per poi ripartire in una fase più tranquilla.

A noi tendono a lasciare il compito di riduzione del danno. Ma noi non possiamo rassegnarci a questo.
Occorre resistere, ma dobbiamo anche mettere insieme una proposta, un progetto alternativo. E qui potrebbe scattare un riflesso condizionato della sinistra, “il virgolismo”. Dobbiamo sapere che non ce lo possiamo permettere! Le alleanze sono un obiettivo ambizioso che dobbiamo realizzare: entro l'estate vanno convocati gli Stati Generali della conoscenza, non dai partiti e neppure dai sindacati, ma da un più ampio arco di soggetti.

Chiediamo incontri in queste ore a tutti i candidati alle regionali che dovrebbero occuparsi meno di personale della scuola e di più del valore dell'istruzione in questo paese.

Insomma, di fronte al meno risorse, meno ore, meno discipline, meno personale noi dobbiamo essere quelli del più.

Lo sciopero del 12 marzo prossimo, indetto dalla CGIL, è un appuntamento importante anche per la conoscenza. È un periodo difficile ne abbiamo consapevolezza, ma è un appuntamento che non possiamo mancare.