FLC CGIL

10:00

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Riprendono i lavori della seconda giornata - III Sezione "La parola alla politica" con una Tavola rotonda alla quale partecipano i rappresentanti dei partiti e della Confederazione CGIL; coordina Omer Bonezzi Presidente di Proteo Fare Sapere. Partecipano: Mariangela Bastico, Assessore regionale Emilia Romagna; Giovanna Capelli, Senatrice (Rifondazione Comunista); Piergiorgio Bergonzi, Onorevole (PdCI); Michele Gentile, Dipartimento settori pubblici CGIL.

Omer Bonezzi introduce i lavori della giornata presentando i politici invitati ad esplicitare le prime ipotesi di soluzione che le politiche dell'Unione intendono formulare sulle questioni più scottanti sul terreno della scuola. In particolare, chiede a Bergonzi come intende intervenire il costituendo governo Prodi rispetto alla modifica dei programmi, surretiziamente realizzata dalla Moratti con le "indicazioni nazionali", e alla conseguente riformulazione dei libri di testo da parte dell'editoria scolastica:

Piergiorgio Bergonzi alla domanda sul che fare rispetto ad alcune "molestie pedagogiche" tra le quali l'imminente adozione dei libri di testo, risponde in modo lapidario che dobbiamo liberarci al più presto (e quindi fin dal prossimo anno scolastico) di questa vergogna.

Allargando il discorso afferma che il Decreto applicativo della riforma Moratti ed i relativi allegati devono essere sospesi.

Eliminare i nuovi libri di testo, legati alle indicazioni provvisorie contenute nel decreto Moratti, oltre a recepire una esigenza immediata dei docenti, risponde all'obiettivo strategico più alto di elevare il livello culturale del Paese, operazione questa che richiede molto tempo e che dovrà coinvolgere tutti i segmenti della società, a partire dai Dirigenti scolastici e dai docenti.

Dovrà essere riscritta una proposta da costruire nel tempo insieme a tutte le componenti e con tutti i mezzi a disposizione compreso quello televisivo che oggi viene utilizzato in modo del tutto impropriato.

Cita in conclusione l'art.34 della Costituzione come riferimento dal quale ripartire per la costruzione di questo processo.

Omer Bonezzi chiede alla Senatrice Capelli quali provvedimenti il nuovo governo intende assumere per assicurare a tutti i bambini il diritto alla frequenza della scuola dell'infanzia. Giovanna Capelli risponde che esistono grandi aspettative. E' necessario rispondere alla grande domanda di scuola dell'infanzia e di tempo pieno, garantendone l'organico. Ma l'intervento della Moratti sulla scuola italiana è interno ad una tendenza internazionale di taglio dei servizi pubblici.

Occorre una generale inversione di tendenza, utilizzando le spinte alla partecipazione che viene dai lavoratori della scuola, dai genitori, dai cittadini. La proposta di legge di iniziativa popolare presentata da Retescuola ne è un esempio. Il punto qualificante dell'intervento del nuovo governo deve essere l'elevamento dell'obbligo a partire da un ripensamento della scuola media e del 1° biennio della superiore. E' un punto del programma dell'Unione da realizzare in tempi brevi.

Bonezzi chiede all'Assessore Bastico cosa pensa di fare l'Unione sull'autonomia scolastica.

Bastico risponde che il tema dell'autonomia scolastica nel programma dell'Unione costituisce una sviluppo chiaro del processo di innovazione e riforma e del governo dell'istruzione. L'autonomia va intesa come autonomia funzionale, espressione delle comunità, a cui è affidata la titolarità giuridica, in collaborazione con i soggetti del territorio, espressioni di una comunità che non deve operare da sola, ma in una logica comunitaria.

L'autonomia scolastica non può operare come soggetto autarchico, ma dentro norme: norme ordinamentali, di livello nazionale, che stabiliscono per esempio i saperi essenziali ed il personale; norme di livello regionale, che non portino alla costruzione di altri ordinamentini ma alla programmazione dell'offerta scolastica formativa, alla costruzione di reti, alla costruzione di relazioni tra scuolae ed altri sistemi formativi, all'offerta formativa complessiva sul territorio. Alle regioni spetta il ruolo di attribuzione delle risorse sia economiche che di personale, alle autonomie scolastiche. Oggi l'attribuzione delle risorse alle regioni avviene sulla base di pura arbitrarietà; occorre procedere alla ripartizione delle risorse sulla base dei criteri chiari, oggettivi. Il ruolo centrale è offidato alle autonomie scolastiche, alle quali spttano competenze di tipo amministrativo e finanziario, di organizzazione del POF, di gestione delle quote di curriculo attribuito alle autonomie. Da valorizzare l'autonomia della didattica, legata alla libertà di insegnamento, ne l'autonomia di ricerca.

Per realizzare il processo riformatore occorrono risorse, bisogna dare spazio all'autonomia scolastica togliendo quell'insieme di norme che la soffocano: per esempio non si piò parlare di autonomia se non si riporta l'organico funzionale nella scuola.

Bisogna dare corpo all'autonomia della didattica e della programmazione. Innanzitutto occorre modificare subito alcune norme. Occorre risistemare tutta la parte riguardante la scuola superiore, portando l'obbligo fino a 16 anni, costruire il curriculo del biennio, e ricostruire il lavoro nella scuola media (da vedersi in un'otticva quinquennale, non solo triennale). Tutta la scuola superiore deve essere quinquennale, si deve risportare l'unitarietà ordinamentale in tutte le scuole superiori (professionali, tecnici, licei).

Va data una sistemazione alla formazione professionale sia con il raggiungimento della qualifica professionale dopo 3 anni, sia con la possibilità di arrivare a 5.

Dopo l'aggiustamento normativo (superiori, obbligo, biennio superiore) bisogna iniziare un processo di condivisione che affronti il problema del recupero degli orari del tempo pieno e prolungato, delle cosiddette materie facoltative, del portfolio.

Bisogna portare avanti insieme valori e azioni concrete. Per far maturare il processo riformatore occorrono obiettivi alti, chiari, una scuola pubblica di qualità che non lasci indietro nessuno.

Inoltre bisogna lavorare insieme: non c'è azione di riforma che se c'è qualcuno che pensa di fare da solo. Occore puntare sul sistema di autonomie fortemente integrate nelle reti.

Bonezzi chiede a Michele Gentile di intervenire sul problema dell'elevamento dell'obbligo, ricordando che la FLC Cgil valuta positivamente l'elevamento dell'obbligo a 16 anni previsto nel programma dell'Unione ma auspica che l'obbloigo sia portato a 18 anni.

Michele Gentile afferma che c'è la necessità di riprendere un percorso che si è interrotto nel corso della legislatura che è alle nostre spalle. Riprendere la discussione non significa ripartire da capo: il tema dell'elevamento scolastico a 16 anni è il primo punto. Parallelamente svilupperemo il discorso sull'obbligo a 18 anni.

Vorrei introdurre due spunti di riflessione:

1)l'attribuzione di competenze esclusive alle regioni verrebbe a configurare l'autonomia scolastica come soggetto debole;

2) occorre definire come si costruire la rete delle scuole autonome e quali rapporti si instaurano tra le scuole autonome e le varie struture (MIUR, USR, CSA). La programmazione del fabbisogno formativo dovrebbe partire da regole certe e trasparenti a livello nazionale per tradursi a livello locale in risorse sia di organico che finanziaria.

Bonezzi rivolge due ultime domande a tutti i rappresentanti dei partiti presenti: 1) il programma dell'Unione sulla scuola richiede notevoli risorse finanziarie, ma ci sono i seri problemi economici del Paese. Ce la faremo? 2) Si è ragionato di stato giuridico dei docenti, anche se questo argomento non è presente nel programma dell'Unione. Non è che qualcuno nell'Unione sta pensando alla chiamata diretta dei docenti e alla reintroduzione per legge dello stato giuridico? E che fare sullo spoil system? Il governo Berlusconi ha fatto una legge per garantire che le ultime nomine fatte dal suo governo non possano essere "toccate" dalla nuova maggioranza. Che facciamo? Il caso della "promozione" dell'ex sindaco di Varese insegna. Ci dobbiamo tenere tutti i Fumagalli nominati negli ultimi giorni dal governo uscente?

Rispondono:

Giovanna Capelli.Occorre fare riferimento al programma dell'Unione. La risorse per le scuole devono provenire dalla fiscalità generale e dunque dalla lotta all'evasione, spostando anche le risorse dalla rendita al lavoro.

Il governo di centro destra ha scelto di spostare risorse verso le scuole private. La necessità di interventi degli EELL per integrare gli organici impoveriti ha creato ulteriori precariato.

Occorre fare ordine sul sistema di reclutamento, senza porre barriere di accesso. Occorre da una parte una risposta di qualità ai problemi costituiti dal nuovo precariato.

Sullo stato giuridico non è assolutamente possibile tornare indietro.

Mariangela Bastico afferma che le risorse costituiscono un problema centrale, la scuola in questi anni è stata profondamente impoverita sia in termini di risorse economiche che di personale.

La prima cosa è che le risorse devono giungere direttamente alle scuole sotto forma di personale e finanziamenti. Bisogna arrivare alla progressiva stabilizzazione del personale, ad un organico di diritto il più vicino possibile a quello di fatto.

E' necessario poi effettuare scelte ed usare nel modo migliore le risorse: le scuole autonome devono avere facoltà di scegliere, di costruirsi micropriorità.

Bisogna riflettere sulle risorse per i sostegno ai disabili (anche attraverso la stabilità e la specializzazione del personale) e sulle risorse per l'integrazione degli stranieri.

Su stato giuridico e spoil system bisognerà attendere le scelte del governo, cercando però di puntare su soluzioni condivise e costruite con il mondo della scuoola e le forze sindacali, in attuazione del titolo V della Costituzione che chiama come attori, i diversi livelli, lo Stato, le regioni, le autonomie scolastiche.

Piergiorgio Bergonzi: è indubbia la necessità di un incremento delle risorse da destinare alla scuola, ovviamente ad un loro utilizzo che sia il più possibile finalizzato:

- garanzia dell'organico funzionale delle scuole, snodo essenziale per una scuola di qualità;

- garanzia delle effettiva gratuitùà della scuola (anche per quanto riguarda i libri di testo) per evitare che l'obbligo scolastico resti per molti una parola vuota;

- investimento forte per la formazione dei docenti, aspetto questo finora molto trascurato.

Il reclutamento deve essere organizzato puntando sulla professionalità e sulla qualità dell'insegnamengto, con metodi quindi esattamente opposti a quelli che hanno governato il reclutamento degli insegnanti di religione.

Su tutti questi argomenti deve essere dato nell'immediato un segnale chiaro e preciso quale, ad esempio, una disposizione che sospenda immediatamente gli effetti del Decreto 53 applicativo della riforma Moratti.

Michele Gentile: diciamo no alla politica dei due tempi.

Per la scuola c'è la priorità del riferimento delle risorse.

Sullo stato giuridico dei docenti c'è una forte e convinta contrarietà del sindacato. Il reclutamento dei docenti deve rimanere a livello nazionale. Il programma dell'Unione non prevede l'applicazione dello spoil system per i Dirigenti regionali, ma si potrà valutare se tutte le nomine fatte rispondano a criteri coerenti, trasparenti e corretti.