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Dopo Armando Catalano interviene Roberto Proietto, Dirigente scolastico di Milano, con una relazione dal titolo "Dalle molestie burocratiche al lavoro liberato".

L'attribuzione di autonomia alle Istituzioni scolastiche una riforma epocale, irriversibile, della quale non percepiamo ancora pienamente gli effetti perchè condizionata da molestie burocratiche che ingabbiano e limitano lo sviluppo dell'aiutonomia stessa.

A 9 anni dalla Bassanini e a 7 dal DPR 275 si scontano ancora mancanza di certezze nelle risorse; vincoli di destinazione; ritardi negli accreditamenti.

Esiste ancora un radicamento del centralismo anche nalla mentalità degli stessi operatori scolastici, noi compresi.

Così come è stata fortemente centralista l'impostazione culturale sottesa ala applicazione della Legge 53.

Anche la vicenda degli ex provveditorati, che non ha portato alla costituzione di templi di servizi e supporto delle scuole autonome, vede il centro riappropriarsi di terreni fatti di ingerenze indebite che coinvolgono funzionari e revisori dei conti.

Così le istituzioni scolatiche autonome, che hanno subito l'azzeramento dell'organico funzionale e conseguentemente vedono negato ogni significativa possibilità di autonomia progettuale, si trovano invece oberate da compiti e funzioni che si sarebbero rilevati gravosi per un normale ufficio e diventano impraticabili in segreterie impoverite di organico e con elevati tassi di tour-over.

Pesa sulle scuole anche il groviglio di norme sovrapposte negli anni, il loro mancato coordinamento e la loro scarsa connessione con le finalità che delle scuole sono proprie.

Le logiche interne dell'amministrazione si centrano ancora su nodi burocratici che ingabbiano l'autonomia, causando quella che potremmo definire, la crisi di rigetto verso le molestie burocratiche. Crisi che rischia di estendersi confondendo vecchie pratiche con nuove esigenze di confronto e progettualità.

Occorrono strutture territoriali che sostengono le attività delle scuole e scuole capaci di decidere su aspetti non marginali e residuali. Perchè il lavoro scolastico liberato possa leggere i bisogni del territorio, rapportarsi con gli enti locali territoriali e porsi l'obiettivo di una progettualità qualificata. Scarica la relazione integrale