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Hanno portato il loro contributo all’iniziativa alcune scuole di Bari, Caltanissetta e Castellaneta (Ta)

Porta il suo contributo la prof.ssa Renata Bellini dell’I.C. Umberto I – San Nicola di Bari, che racconta come abbia riscontrato una perplessità nei docenti della scuola primaria nell’organizzare materiali per la Giornata della Memoria.

La perplessità è legata soprattutto ai nuovi programmi di storia, poiché indicano che, anche pedagogicamente, nell’età dell’infanzia è più facile suscitare la memoria attraverso l’immaginazione.

La prof.ssa Sonia Lipani dell’I.C. di Sommatine (CL) ricorda di aver pubblicato la propria esperienza in “Lettere ad una scuola media” e di come sia stata invitata per la sua passione per la Shoah, una passione nata grazie ad una famiglia dove la storia è stata sempre alimentata. Una famiglia dove è stato atteso invano il ritorno del nonno.

Come insegnante si è posta il problema di avvicinare la grande Storia ai ragazzi. Fondamentale è stato l’incontro con l’unico sopravvissuto di Auschwitz che l’ha convinta a progettare un percorso per far rivivere la stessa esperienza ai suoi alunni.

Ricorda come lo sterminio doveva servire e rendere la Germania forte. Oggi i ragazzi vivono circondati da immagini di forza, di bellezza: il rischio è che rimangano illusi da questi miti.

La fiaccola della Memoria è importante perché “sta passando a noi” (Slomo Venezia)

Il prof. Francesco Terzulli dell’I.I.S. O.Flacco di Castellaneta (Ta) ricorda che non si deve dimenticare che gli italiani furono alleati dei tedeschi. Nel 1944 un profugo slavo in un campo di passaggio di Taranto dichiarava che gli italiani si erano distinti anche per la crudeltà della repressioni in Jugoslavia. Lancia un invito alla politica a creare una carta geografica dei luoghi della Memoria: sia i luoghi di sterminio e di internamento sia i luoghi di ricordo di azioni eroiche.