FLC CGIL

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Interviene Carmine Cirella della CGIL Molise, che sostiene che l'obiettivo di Lisbona di portare al 12,5% la percentuale di adulti inseriti almeno in una attività di formazione, a partire dal 4% del nostro Paese, sicuramente può essere perseguito rafforzando in primo luogo la formazione professionale dei lavoratori e dei diplomati inoccupati. Se da un lato, va presidiato da parte nostra, come parte sociale, il territorio - e le sue dinamiche - dove si realizzano concreatamente gli obiettivi e si sviluppano anche le esperienze per l'innovazione, d'altra parte non possiamo trascurare alcune questioni di fondo, che riguardano il nostro modo di vedere la scuola, la formazione professionale, l'università.

In primo luogo è necessario assumere un approccio per certi versi "fondativo" di un sistema di formazione, senza ovviamente sottovalutare le esperienze positive realizzate ed alcuni risultati, pur se ancora problematici, raggiunti con la stagione concertativa della fase di realizzazione degli accordi sulla politica dei redditi.

L'avvio dei fondi interprofessionali, per la formazione dei lavoratori, la proposta dell'obbligo scolastico elevato a 18 anni, la necessità di una normativa nazionale che definisca le politiche e le risorse necessarie alla realizzazione del diritto di ciascuno alla formazione per tutto l'arco della vita, impone la risoluzione di alcune questioni che si trascinano da lungo tempo senza trovare soluzioni soddisfacenti. Il riferimento è alla necessità di una definizione chiara e condivisa di un sistema di competenze professionali, di un altrettanto chiaro sistema della loro valutazione e certificazione, di un accreditamento delle strutture eroganti specialmente in ordine alla dotazione di risorse, a tutti i problemi che unitariamente dovrebbero configurare una chiara riconoscibilità dei sistemi formativi.

Se i livelli di istruzione e formazione del nostro Paese, sono al di sotto delle medie europee e lontano dagli obiettivi di Lisbona è, anche perché sono inconsistenti, per lo più residuali o in nuce, i sistemi di formazione che sottostanno alle filiere formative. L'intreccio concertazione/contrattazione/formazione, è lo snodo per ridefinire e rilanciare anche il ruolo del sindacato, che non può accettare l'idea che la formazione per essere trasparente ed efficace debba essere affidata solo alla scelta individuale, occorre evidenziare anche la domanda colletiva di formazione riferita al territorio, alle realtà settoriali, distrettuali, aziendali. E' necessario quindi un governo ed un raccordo dei sistemi formativi che devono dialogare ed integrarsi, nella distinzione netta dei ruoli ed anche degli interessati; non è concepibile accettare l'idea della formazione come merce e la sua erogazione come mercato, quando le risorse sono prevalentemente pubbliche.