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Ludovico Albert (Assessorato al Lavoro della Provincia di Torino) affronta il tema "Il ruolo del territorio": "Non occorre attendere leggi particolari, c’è già il 112, che però non viene applicato, è tuttora lettera morta.

Si spera in una legge quadro nazionale, che avvii una programmazione nazionale, in attesa alcune situazioni territoriali (province, comuni) hanno iniziato ad utilizzare gli spazi esistenti.

Le norme esistenti, rendono disponibili già oggi risorse a volte consistenti per interventi sulla formazione continua, sui disoccupati.

In particolare, per la formazione permanete esistono finanziamenti che nei fatti vengono però utilizzati per intervenire sulla formazione professionale.

Il ruolo progettuale degli enti locali è limitato essenzialmente alla definizione dei luoghi (sedi dei corsi) e l’impegno delle spese per l’edilizia. Questo in assenza di finanziamenti specifici da parte dello stato.

Rispetto alle sedi per i corsi occorre rispondere anche alle richieste provenienti dal terzo settore.

Altro spazio d’intervento per gli enti locali territoriali viene dalle risorse che vengono dai fondi interprofessionali.

Nei fatti, piuttosto che il controllo della progettazione da parte degli enti territoriali, cresce il governo dell’offerta a partire da uno sviluppo del sistema dei vaucher.

E’ certamente più semplice lasciare la scelta agli individui.

Il sistema dei vaucher diminuisce notevolemente i costi per la progettazione da parte delle diverse agenzie di formazione e fa crescere la responsabilità degli allievi chiamati ad una compartecipazione (20%) questo induce attenzione alla qualità della formazione.

Gli enti territoriali hanno grosse difficoltà ad intervenire sulla qualità della formazione erogata. Nei fatti diminuisce la responsabilità del pubblico nella programmazione. La rincorsa dei vaucher da parte delle agenzie di formazione nei fatti limita la diversificazione dell’offerta ed impoverisce la specializzazione dei diversi soggetti.

Gli spazi maggiori di intervento degli enti territoriali dovrebbero essere legati ai bisogni specifici del territorio, alla bassa scolarità, all’esigenza di accompagnare i giovani verso la stabilizzazione del lavoro.

Gli enti pubblici non sono in grado di valutare la qualità.

Per parlare di qualità occorre definire riferimenti nazionali che oggi mancano.

Per altro, in particolare nella nostra provincia, l’assenza di finanziamenti vanifica il ruolo dei comitati locali che quasi non si riuniscono più."