FLC CGIL

15:00

Decrease text size Increase  text size

La FLC si presenta ufficialmente alla società italiana con le sue idee e il suo progetto sulla scuola, l'istruzione, l'università e la ricerca.
Un contributo importante proveniente dal nuovo sindacato della CGIL che, oltre a dire "NO" alle scelte e alle politiche sbagliate del governo delle destre, invita le forze politiche, le associazioni, i movimenti e le istituzioni a confrontarsi con le proprie proposte programmatiche per delineare nuove scelte di fondo per la scuola, l'università e la ricerca.

Presiede i lavori Stefano De Caro, Segretario generale Flc Cgil Lazio che presenta l'iniziativa con il seguente contributo.

"Tocca a me aprire i lavori pomeridiani di questa giornata particolarmente importante per noi.

Questa mattina la CGIL, con il suo Segretario generale Guglielmo Epifani, ha incontrato i candidati per le elezioni RSU della Università e della Ricerca, oggi è ancora insieme a noi e contribuisce ad aprire un percorso di discussione per un programma della Conoscenza.

Credo che per una organizzazione sindacale sia sempre necessario ancorare la propria linea politica e le proprie scelte rivendicative ad una analisi attenta e puntuale dei fenomeni che si stanno producendo e ai conseguenti obiettivi da raggiungere.
Oggi ciò è ancora più necessario ed urgente.
Il nostro essere stati in questi anni fra i protagonisti della lotta politica ci ha portato consensi, ma anche grande attenzione nei nostri confronti.

Sempre di più, non solo nei posti di lavoro, ma anche all’interno di tutti i movimenti di cui siamo stati e siamo parte attiva contro le sciagurate scelte della Moratti, cresce la necessità e la domanda di conoscere cosa pensiamo in prospettiva e che cosa chiediamo.
In una fase in cui il centrosinistra è ancora incerto e titubante, più preso dalle alchimie elettoralistiche che dalla necessità di proporre al paese una vera alternativa di governo, ci sembra necessario, senza mettere il cappello né condizionare più di tanto le legittime proposte che la politica metterà in campo, lanciare linee programmatiche chiare, lineari, essenziali, condivise fra di noi e costruite con la CGIL.

Non solo. Oggi, io credo, abbiamo tre necessità.
La prima: proseguire con sempre più forte determinazione e senza tentennamenti la linea, già presa nel nostro Congresso, di contrasto e di opposizione alle scelte scellerate, regressive, autoritarie ed antidemocratiche del governo, confluita nella grande giornata del 23 marzo e proseguita in tutte le mobilitazioni e le lotte che ci hanno accompagnato fino ad oggi.
La seconda, essendosi anche concretizzate con atti legislativi e di governo quelle che allora erano solo indicazioni programmatiche, quella di costruire o ricostruire con chiarezza alcune grandi discriminanti, valori di riferimento, scelte di fondo sulle quali, a nostro avviso, non sono e non saranno possibili mediazioni né tantomeno aggiustamenti o emendamenti.
La terza, legata a doppio filo con le altre, quella di riaffermare con forza che le nostre lotte contro il disegno controriformatore del governo non poggiano nella maniera più assoluta né nella accettazione dell’esistente né nella possibilità di ripercorrere strade ormai improponibili.

La scuola, la università, il vasto e composito mondo della ricerca per noi hanno bisogno di essere rivisitate, in alcuni casi profondamente e anche in discontinuità rispetto ad un recente passato e a scelte che in alcuni casi avevamo anche condiviso.

Vogliamo rimettere al centro del ragionamento la necessità degli investimenti e delle risorse, delle condizioni del lavoro in questi settori, della qualità delle offerte, per riaffermare il ruolo strategico di una autonomia responsabile, democratica, legata al territorio e in grado di coglierne le necessità e di dare risposte senza asservirsi al mercato o farsi vittima di un liberismo miope ed individualista.

La giornata di oggi ci serve per partire e non esaurisce certo il nostro lavoro; non siamo mai stati, non abbiamo mai pensato di essere autosufficienti.

Oggi ci interroghiamo e interloquiamo fra di noi, con il necessario contributo degli studenti e dei genitori, forti anche della convinzione che l’autonomia di una organizzazione risiede anche nella sua capacità di costruirsi una sua solida proposta.

E’ da domani però che diverrà più impegnativo il nostro fare: occorre uscir fuori, coinvolgere nella discussione società civile, intellettuali, studenti, lavoratori, associazioni, partiti, movimenti e ritrovarci, ricchi dei contributi che saremo in grado di suscitare, in una vera e propria conferenza programmatica."