"Rompiamo il silenzio", aggiornamento: le testimonianze dalle scuole
Al nostro punto di ascolto attivato per raccogliere contributi e fornire chiarimenti e approfondimenti continuano ad arrivare documenti e testimonianze dalle scuole.
Oggi lo spazio "Rompiamo il silenzio" viene aggiornato con alcuni documenti che abbiamo scelto tra i tanti pervenuti.
Si tratta delle prese di posizione di due Istituti comprensivi, uno di Torino e uno della provincia di Latina. Italia del Nord e Italia del Centro quindi, ma i problemi sono comuni!
Ricordiamo che l'indirizzo al quale scrivere è: rompiamoilsilenzio@flcgil.it.
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Il Collegio docenti della Scuola Secondaria di 1° grado "Norberto Bobbio" di Torino, dopo aver:
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constatato che la "riforma" Gelmini, all'apertura del nuovo anno scolastico 2010-2011, è ancora ben lontana dall'essere definita in tutti i suoi aspetti, sia per quel che riguarda gli adempimenti formali, sia per quanto concerne i contenuti;
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verificata in molti modi la totale messa tra parentesi di ogni preoccupazione didattica all'interno della "riforma", cosa che renderà assai problematico il normale svolgimento delle lezioni;
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constatato a questo punto il numero di "tagli" che ci toccheranno e che verranno praticati tutti;
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tenuto conto che il governo, dopo aver colpito la scuola statale con tagli di gravità inaudita (e qui non ci si sofferma a valutarne le conseguenze per studenti, famiglie, lavoratori della scuola, peraltro analiticamente illustrate in altre sedi) adesso con la manovra finanziaria si appresta a togliere ai lavoratori della scuola cifre che ammontano a varie decine di migliaia di euro a testa (vedi blocco degli stipendi, blocco dell'avanzamento di carriera, senza contare pensione per le donne a 65 anni e trattenuta sullo stipendio in caso di malattia) penalizzando così di nuovo, in modo inaccettabile, il comparto scuola;
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appreso con stupore che il Ministro considera la protesta degli insegnanti, che si è espressa massicciamente a giugno nei giorni di sciopero degli scrutini e a luglio con varie manifestazioni, come inesistente, anzi, peggio ancora, come frutto di una "montatura" giornalistica;
RITIENE DOVEROSO RIBADIRE
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il proprio scontento nei confronti di un governo che considera la scuola pubblica soltanto come un costo da tagliare. I docenti scontano in prima persona i disagi del lavorare in una condizione inadeguata e insufficiente rispetto alle esigenze degli studenti; è tale condizione che, nonostante il loro impegno, impedisce di garantire una buona qualità dell'apprendimento.
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La propria perplessità nei confronti di un sistema nazionale di valutazione come quello dell'Invalsi adottato nella scuola media di 1° grado che, oltre a costituire un onere finanziario gravoso per l'istituzione scolastica a fronte di tagli notevolissimi, non risulta, secondo l'esperienza di noi docenti, coerente con la didattica adottata nella scuola italiana e penalizza o appiattisce i risultati degli studenti, attraverso un metodo di verifica delle loro competenze perlomeno discutibile dal punto di vista scientifico e didattico.
La maggioranza dei docenti DICHIARA in linea di principio
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la propria indisponibilità ad accettare cattedre con orario superiore alle 18 ore, sia per difendere la qualità dell'insegnamento e la funzione docente, sia come atto di solidarietà nei riguardi delle migliaia di colleghi precari ai quali, spesso dopo molti anni di insegnamento, viene negato il diritto di lavorare;
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la propria indisponibilità ad accettare carichi di lavoro aggiuntivo, convinto che la difesa della propria dignità professionale sia la premessa necessaria per una buona scuola.
Dichiara inoltre che si impegnerà, attraverso i propri rappresentanti, alla denuncia di tutte le situazioni che dovessero configurarsi come mancato rispetto della normativa in vigore, in particolare per quegli aspetti che riguardano la sicurezza sul posto di lavoro, rifiutandosi per esempio di accogliere alunni di altre classi in caso di mancanza di personale, laddove ciò determinasse il superamento del numero di alunni consentito dalla normativa stessa sulla sicurezza.
Il Collegio sottolinea infine come le condizioni di emergenza create dalla "riforma" non potranno che peggiorare la scuola pubblica italiana, la quale avrebbe bisogno non di tagli, ma di risorse e di valorizzazione dell'operato di chi in essa lavora, operato che invece, in questo modo, risulta gravemente svilito.
Torino, 8 settembre 2010
Gli insegnanti della Scuola Media "Bobbio"
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Il Collegio docenti dell'Istituto Comprensivo Roccagorga - Maenza Latina, riunitosi il 01-09-10 per avviare la programmazione dell'offerta formativa dell'anno scolastico 2010/11, rileva una situazione fortemente carente di organico di docenti e personale Ata, frutto del decreto Gelmini e della programmazione di tagli economici e finanziari del duo Brunetta- Tremonti.
Anche per questo Settembre si assisterà al balletto delle nomine dei supplenti con grave disagio per alunni e genitori e alla vigilia dell'apertura dell'anno scolastico, sono dunque tanti i punti critici da risolvere.
Le riunioni per la programmazione delle attività didattiche si faranno senza tutti i docenti titolari e per le prime settimane si rischia la non copertura di tutte le cattedre e degli spezzoni di ore a causa dei ritardi della nomina degli insegnanti di una buona parte delle discipline fondamentali.
Si avrà difficoltà ad assicurare agli alunni un'attività didattica qualificata e continuativa in quanto la riconduzione delle cattedre a 18 ore frontali nella scuola media e l'abolizione delle ore di compresenza nella scuola primaria con l'insegnante prevalente, non permetterà più la copertura delle classi nelle situazioni di assenza dei docenti, e vedrà gli alunni spostarsi con la propria seggiola da un'aula all'altra solo per la mera vigilanza, creando disagio anche alla classe accogliente.
A questo quadro negativo si aggiunge anche la riduzione degli insegnanti di sostegno, negando il diritto alla formazione degli alunni diversamente abili.
Inoltre con la riduzione dei collaboratori scolastici è a rischio anche la vigilanza degli stessi alunni nei diversi spazi, interni ed esterni della scuola.
Tutto questo non avviene a caso ma è la conseguenza di una politica di un governo che tende allo smantellamento della scuola pubblica, mettendo a rischio l'offerta formativa delle Istituzioni scolastiche, la sicurezza degli alunni e le conseguenti opportunità di apprendimento, negando così i diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica.
Tutti devono sapere che … Stiamo perdendo la scuola statale
Solo i cittadini possono fermare i tagli indiscriminati di questa falsa - riforma
Quindi anche TU!
Approvato all'unanimità
Roccagorga (LT) 1 settembre 2010
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