Rom, integrazione scolastica: sgomberi negano futuro all'infanzia
Manca una vera politica di integrazione che ha bisogno di risorse, di professionalità e stabilità degli organici del personale per le attività di progettazione e accoglienza.
Tra l'indifferenza dei media, a fine 2010, il Presidente del Consiglio ha emanato la proroga dello "stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi" in Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto.
In mancanza di una seria politica di integrazione, si sceglie di continuare ad intervenire sulla situazione dei rom con lo stesso strumento giuridico che la legge italiana prevede in caso di "calamità, catastrofe", o di eventi "che per intensità ed estensione debbano essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari".
Nel 2010, nella sola città di Milano, l'applicazione della cosiddetta "emergenza nomadi" ha comportato ben 156 sgomberi. Uno degli aspetti più tragici degli sgomberi è la violenza subita dai bambini costretti dai ripetuti allontanamenti ad abbandonare la scuola ed i compagni, senza soluzioni alternative (data la colpevole assenza dei servizi sociali del Comune). Leggi la Lettera ai bambini di Segrate dello scorso anno tristemente attuale anche oggi.
In questa situazione drammatica, molti volonterosi come le "mamme e maestre di Rubattino", cercano di garantire la scolarizzazione dei bambini sgomberati, seguendoli nelle "peregrinazioni" e ospitandoli nelle loro case.
Ma realtà come queste chiamano le istituzioni a rispondere operando per una reale integrazione sociale. La scuola, in questo, deve avere un ruolo centrale perché escludere un bambino dalla scuola vuol dire negargli il futuro.
Non bastano le parole: una vera integrazione scolastica ha bisogno di condizioni, di risorse, di professionalità. Ha bisogno di un "organico funzionale" che in ogni istituzione scolastica possa assicurare percorsi di integrazione attraverso le necessarie attività di progettazione, accoglienza, inserimento, continuità orizzontale e verticale. Anche in questa prospettiva, la FLC CGIL chiede il blocco dei tagli previsti dalla legge 124 e l'immediata stabilizzazione di centomila lavoratori precari (docenti e ATA) della scuola statale.
Dobbiamo garantire i diritti di cittadinanza e un futuro migliore a tutti, cancellando la tristezza e la disperazione che troppo spesso leggiamo sui volti dei bambini rom e con ciò anche la vergogna, che altrimenti rimarrebbe indelebile nella storia e nella coscienza di Milano e dell'Italia.
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Lettera ai bambini di Segrate
Ciao Marius, ciao Cristina, Ana, ciao a voi tutti bambini del campo di Segrate.
Voi non leggerete il nostro saluto sul giornale, perché i vostri genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. E' proprio per questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno continuato a mandarvi nonostante la loro vita sia difficilissima, perché sognano di vedervi integrati in questa società, perché sognano un futuro in cui voi siate rispettati e possiate veder riconosciute le vostre capacità e la vostra dignità. Vi fanno studiare perché sognano che almeno voi possiate avere un lavoro, una casa e la fiducia degli altri.
Sappiamo quanto siano stati difficili per voi questi mesi: il freddo, tantissimo, gli sgomberi continui che vi hanno costretti ogni volta a perdere tutto e a dormire all'aperto in attesa che i vostri papà ricostruissero una baracchina, sapendo che le ruspe di lì a poco l'avrebbero di nuovo distrutta insieme a tutto ciò che avete. Le vostre cartelle le abbiamo volute tenere a scuola perché sappiate che vi aspettiamo sempre, e anche perché non volevamo che le ruspe che tra pochi giorni raderanno al suolo le vostre casette facessero scempio del vostro lavoro, pieno di entusiasmo e di fatica. Saremo a scuola ad aspettarvi, verremo a prendervi se non potrete venire, non vi lasceremo soli, né voi né i vostri genitori che abbiamo imparato a stimare e ad apprezzare.
Grazie per essere nostri scolari, per averci insegnato quanta tenacia possa esserci nel voler studiare, grazie ai vostri genitori che vi hanno sempre messi al primo posto e che si sono fidati di noi. I vostri compagni ci chiederanno di voi, molti sapranno già perché ad accompagnarvi non sarà stata la vostra mamma ma la maestra.
Che spiegazioni potremo dare loro? E quali potremo dare a voi, che condividete con le vostre classi le regole, l'affetto, la giustizia, la solidarietà: come vi spiegheremo gli sgomberi? Non sappiamo cosa vi spiegheremo, ma di sicuro continueremo ad insegnarvi tante, tante cose, più cose che possiamo, perché domani voi siate in grado di difendervi dall'ingiustizia, perché i vostri figli siano trattati come bambini, non come bambini rom, colpevoli prima ancora di essere nati.
Vi insegneremo mille parole, centomila parole perché nessuno possa più cercare di annientare chi come voi non ha voce. Ora la vostra voce siamo noi, insieme a tantissimi altri maestri, professori, genitori dei vostri compagni, insieme ai volontari che sono con voi da anni e a tanti amici e abitanti della nostra zona.
A presto bambini, a scuola.
Le vostre maestre: Irene Gasparini, Flaviana Robbiati, Stefania Faggi, Ornella Salina, Maria Sciorio, Monica Faccioli
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