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Programma nazionale "Scuole aperte". Indicazioni operative per lo sviluppo del programma, monitoraggio e valutazione

I progetti, elaborati ed approvati dai competenti organi collegiali, devono pervenire entro il 21 gennaio 2009 agli UU.SS.RR (Uffici Scolastici Regionali).

29/12/2008
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Il Ministero, in relazione al Programma "Scuole aperte", a fornito nuovi chiarimenti alla nota 1211 del 27 novembre che accompagna il piano di riparto delle risorse finanziarie (allegati).

Il programma nazionale è volto "alla realizzazione di azioni destinate ad ampliare l'offerta formativa delle istituzioni scolastiche ed a valorizzare le specificità territoriali,al fine di migliorare il livello di apprendimento delle discipline curricolari e di sviluppare negli studenti il senso di appartenenza alla comunità scolastica."

Le risorse destinate a questo programma potranno confluire su progetti cofinanziati sia dalle scuole stesse che da Istituzioni ed Enti pubblici e privati interessati a sostenere le finalità del Progetto "Scuole aperte".

I progetti, elaborati ed approvati dai competenti organi collegiali, devono pervenire entro il 21 gennaio 2009 agli Uffici Scolastici Regionali.

Le tematiche individuate per l'anno scolastico 2008/2009 fanno riferimento alle attuali criticità presenti nel sistema scolastico; inoltre data l'esiguità dei finanziamenti, si è limitato il numero degli ambiti.

Nello specifico sono:

  • Potenziamento delle conoscenze scientifiche attraverso le attrezzature scientifiche e la didattica laboratoriale.

  • Percorsi di approfondimento della lingua italiana come lingua seconda rivolti agli alunni di recente immigrazione entrati nelle scuole secondarie di primo e secondo grado nell'a.s. 2008/2009.

  • Promozione dell'attività motoria e sportiva.

  • Potenziamento delle attività di apprendimento pratico della musica.

I criteri, individuati a livello nazionale, per l'esame e la selezione dei progetti (che sarà di competenza degli uffici scolastici regionali) sono:

  • Inserimento delle attività nel piano dell'offerta formativa per realizzare approfondimenti e conoscenze inserite in un contesto organico di interdisciplinarità, anche se svolte in orario diverso da quello dedicato alle lezioni curricolari;

  • realizzazione degli interventi in aree a rischio di devianza giovanile, in zone periferiche delle aree metropolitane, in territori che fanno registrare una forte carenza di centri di aggregazione giovanile o alti tassi di dispersione scolastica;

  • cofinanziamento derivante anche dalla collaborazione con Enti Locali, associazioni ed altri soggetti pubblici e privati che operano sul territorio, con i quali sarebbe opportuno formalizzare i rapporti di collaborazione attraverso appositi accordi, convenzioni, protocolli d'intesa o atti similari;

  • aderenza agli specifici bisogni del territorio e dell'utenza;

  • promozione di reti di scuole e di reti interistituzionali, ovvero di "patti educativi territoriali" al fine di implementare la possibilità di fruizione da parte degli studenti, delle famiglie e degli adulti in generale e di potenziarne la efficacia formativa;

  • coinvolgimento nella progettazione, delle rappresentanze delle famiglie, e nelle scuole di secondo grado, degli studenti;

  • previsione di una specifica fase di verifica, in itinere e al termine delle attività progettuali, circa l'efficacia delle stesse in riferimento agli obiettivi previsti ed ai risultati attesi.

Le indicazioni emanate dal Miur , la successiva nota di chiarimenti, il numero limitato di tematiche di riferimento, evidenziano una forte centralizzazione del progetto in contraddizione con le finalità del "Programma " stesso.

Infatti, la nascita del Programma "Scuole aperte" è da associarsi alle iniziali esperienze di autonomia scolastica e al DPR 275/1999.

Questi finanziamenti avevano il fine di supportare economicamente le scuole per attività progettuali di apertura sul territorio; ma le limitate tematiche e la rigida definizione delle indicazioni emanate per quest'anno scolastico non fanno altro che calare dall'alto un inflessibile protocollo a cui le scuole dovranno rigorosamente attenersi.

Una ulteriore ingerenza nell'autonomia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche che mette a dura prova l'impegno delle scuole nella realizzazione di un sistema d'istruzione che possa sempre più rispondere alle reali esigenze degli studenti.

Roma, 29 dicembre 2008

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