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La rete nazionale precari della scuola aderisce alla manifestazione del 4 aprile

La Rete nazionale precari della scuola aderisce alla manifestazione indetta dalla Cgil a Roma per il 4 aprile 2009 ed invita alla mobilitazione tutto il popolo della scuola: docenti, ata, studenti e genitori.

02/04/2009
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Rete nazionale precari della scuola

Nonostante tutte le bugie raccontate ai sindacati, alla stampa ed all'opinione pubblica la tragica verità sta venendo fuori grazie ai sit-in organizzati dalla Rete Nazionale Precari della Scuola davanti agli USP, alle infinite iniziative dei comitati locali dei Precari della scuola e, anche, grazie agli scioperi indetti dalla C.G.I.L. Oggi è ben chiaro quanto segue:

  1. Le richieste delle famiglie nella scuola primaria non verranno soddisfatte malgrado la maggior parte di esse abbia scelto l'iscrizione al tempo pieno e al tempo prolungato.

  2. Le operazioni di conferimento degli incarichi annuali subiranno pesanti ritardi con gravi ripercussioni sulla regolare riapertura del prossimo anno scolastico.

  3. il ddl Aprea trasforma le scuole in fondazioni, sopprime le RSU ed introduce la chiamata diretta dei docenti da parte delle singole istituzioni scolastiche: di fatto privatizzata la scuola pubblica.

  4. I tagli agli organici nella scuola primaria e secondaria di 1° e 2° grado verranno fatti in maniera indiscriminata diminuendo l'offerta formativa, senza tenere in alcun conto la legge 626 sulla sicurezza e le esigenze delle realtà locali e degli alunni diversamente abili che vengono di anno in anno sempre più raggruppati in 2, 3 per insegnante e di fatto esclusi dalle attività di classe. Gli unici insegnanti che si salveranno dai tagli saranno quelli di religione visto che il loro orario non verrà modificato (mentre risparmiare in questo campo sarebbe semplice, dati i sempre più numerosi alunni che si avvalgono di attività alternative).

  5. Nessuna certezza sulle immissioni in ruolo: migliaia di precari con 10, 15 anni di servizio invece di essere assunti a tempo indeterminato saranno mandati a casa nonostante la scuola abbia, fino ad oggi, avuto necessità del loro lavoro: ne risentiranno studenti e famiglie di tutta Italia!

  6. Il Governo promette aiuti e l'apertura di cantieri che dovrebbero dare lavoro a migliaia di persone; lo stesso governo licenzia 140.000 precari della scuola tagliando alla radice le opportunità di crescita futura; vista la pesante crisi in corso è necessaria una seria lotta all'evasione ed all'elusione fiscale.

  7. Il Governo accetta di discutere la carota del contratto triennale per i precari in cambio della svendita della scuola pubblica.

  8. Drammatica la situazione per i precari del Sud: a Napoli e Palermo il prossimo anno scolastico non ci sarà nessun incarico sulla scuola primaria.

I PRECARI DELLA SCUOLA CHIEDONO

  1. Il pieno rispetto della legge sulla sicurezza 626.

  2. Il pieno accoglimento delle richieste delle famiglie al momento dell'iscrizione dei loro figli (quindi tempo pieno, prolungato e moduli a *tutti* coloro che li richiedono).

  3. Un organico adeguato di insegnanti di sostegno in modo da garantire il necessario aiuto a studenti già penalizzati dalla vita e l'abrogazione di tutte quelle odiose norme tese a disincentivare le famiglie ad avviare le procedure per ottenere la fruizione di questo diritto (costituzionale).

  4. La totale copertura di tutte le cattedre a partire dal 1° Settembre, in modo da garantire un regolare inizio del prossimo Anno Scolastico.

  5. L'assunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola su tutti i posti vacanti e disponibili.

  6. Parità di diritti e doveri tra personale a tempo indeterminato e personale a tempo determinato.

  7. Assegnazione di tutte le cattedre intere e frazionate tramite graduatorie ad esaurimento.

  8. Il ritiro della legge 133 sui tagli e del ddl Aprea.

Per sostenere questi obiettivi comuni nella nostra lotta (e in quella della cgil), la rete nazionale precari della scuola invita docenti ata studenti e genitori ad aderire e a partecipare alla manifestazione del 4 aprile indetta dalla Cgil.

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