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Iscrizioni al II ciclo: i percorsi proposti dal Governo non convincono studenti e famiglie

Proiezioni FLC CGIL sulle iscrizioni 2025-2026: al secondo anno dall’introduzione, si certifica la scarsa adesione alla filiera formativa tecnologico professionale a meno del’1% e anche il flop annunciato del Liceo del made in Italy, che raggiunge lo 0,009%

17/02/2025
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L’11 febbraio 2025, scaduti i termini per le iscrizioni, il Ministero dell’istruzione ha diffuso i primi dati percentuali sulle iscrizioni al primo anno del II ciclo per il prossimo anno scolastico.

Al di là dell’entusiasmo, francamente immotivato, per l’andamento delle iscrizioni alla filiera tecnologico-professionale, su cui la FLC CGIL ha già espresso il proprio punto di vista, è opinione diffusa che i dati forniti confermano il trend già emerso negli anni passati: i licei restano le scuole superiori più scelte dalle studentesse e studenti italiani mostrando un ulteriore piccolo aumento (passano dal 55,63% al 56% del dato complessivo, mentre gli istituti tecnici registrano un leggero calo, passando dal 31,6% al 31,3% e gli istituti professionali rimangono al 12,7% del totale.

Al momento non disponiamo dei numeri assoluti di studentesse e studenti iscritti alla scuola secondaria di II grado per l’anno scolastico 2025/26, poiché l’Amministrazione ha diffuso esclusivamente le percentuali. Pertanto, prendendo a riferimento i dati del Ministero relativi all’anno scolastico 2024/2025, se applicassimo ad essi le percentuali di iscrizioni comunicate sul sito dal Ministero, avremmo la simulazione sotto indicata.

Istruzione Liceale (iscrizioni in crescita)

Gli iscritti 2024/25 al I anno dei licei sono stati il 55,63% pari, in termini assoluti a 313.048 iscritti. Invece, con la percentuale del 56% dichiarata dal Ministro per il prossimo anno scolastico, gli iscritti sarebbero 315.130 (in crescita, all’incirca, di 2.082 unità).

Istruzione Tecnica (iscrizioni in calo)

Gli iscritti 2024/25 al I anno dei tecnici sono stati il 31,6% pari, in termini assoluti a 177.602 unità, mentre con la percentuale dichiarata dal Ministro per il prossimo anno scolastico, gli iscritti sarebbero 175.916 (in calo, approssimativamente, di 1685 unità).

Istruzione Professionale (iscrizioni stabili)  

Gli iscritti 2024/25 al I anno dei professionali sono stati il 12,7% pari, in termini assoluti a 71.467 unità e  prossimo anno scolastico sarebbero rimasti più o meno invariati, vista la percentuale dichiarata dal Ministro.

Le due riforme del Ministro Valditara

Per quanto attiene, più nello specifico, le due riforme del Ministro Valditara - la filiera formativa tecnologico professionale e Liceo del made in Italy – che sono ormai entrate nel loro secondo anno di attuazione, forniamo le osservazioni sotto riportate.

La filiera formativa tecnologico-professionale

Per il secondo anno consecutivo, la riforma della filiera tecnologico professionale – alla luce delle significative pressioni che il ministero ha esercitato sulle famiglie, sugli uffici scolastici regionali, sulle scuole e, considerati i rinvii nella tempistica sulle iscrizioni, le roboanti dichiarazioni ministeriali appaiono francamente immotivate. Il comunicato ufficiale, infatti,  rileva un “aumento dei percorsi del 210% rispetto allo scorso anno” con un incremento delle scuole autorizzate che  “risultano essere cresciute del 120% passando da 180 a 396”. Volendo rimanere il più possibile fedeli alla realtà dei numeri, però, considerati i calcoli effettuati sulle percentuali a nostra disposizione, possiamo affermare che le iscrizioni alla filiera formativa tecnologico professionale, pari a 5.449 iscrizioni, rappresentano secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero, poco meno del’1% delle 562.733 iscrizioni complessivamente  registrate per l’anno scolastico 2025/26 al 1° anno delle scuole secondarie di II grado. Per il secondo anno consecutivo, quindi, la sperimentazione della filiera di fatto si è risolta in un flop di proporzioni tali da sollecitare una seria riflessione da parte dell’Amministrazione. La FLC CGIL e, come si vede, scuole, famiglie e studenti, considerano inadeguato il modello proposto e un errore la sua eventuale generalizzazione e riproposizione come modello della riforma dell’istruzione tecnica e professionale prevista dal PNRR.

Liceo del made in Italy (LMI)

Tra le iscrizioni al sistema dei licei, per il secondo anno consecutivo, si fa notare il flop del Liceo del made in Italy (LMI), innovazione fortemente voluta dalla premier Meloni che ne sponsorizzò personalmente il debutto in occasione della sua visita a Vinitaly a Verona nella primavera del 2023. Anche in questo caso il Ministro Valditara, pur mettendo al centro della sua comunicazione i numeri relativi alla filiera formativa tecnologico-professionale, ha comunque parlato di successo per il LMI, visto l’incremento “di circa il 10% di iscrizioni rispetto alle iscrizioni dello scorso anno” per cui  in termini assoluti, si passerebbe dalle 375 iscrizioni dello scorso anno alle 412 iscrizioni di quest’anno: a conti fatti, nel caso del liceo del made in Italy in realtà si passa dallo 0,008% allo 0,009%, del dato complessivo di iscrizioni  con percentuali da prefisso telefonico.

Tirando le fila, complessivamente anche quest’anno, nonostante le pressanti campagne di orientamento verso la sperimentazione quadriennale della filiera tecnologico-professionale, si registra, un lieve, ma costante incremento del sistema liceale e una graduale ma costante riduzione delle iscrizioni al sistema dell’istruzione tecnica e professionale.

Ormai a più di due anni dall’insediamento del Ministro Valditara, approvata la L. 8 agosto 2024, n. 121 istitutiva della filiera formativa tecnologico-professionale, due sperimentazioni di ininfluente impatto, è chiaro che l’avvio della riforma degli Istituti tecnici e professionali prevista dal PNRR stenta a decollare e, anzi, non riesce a modificare l’orientamento di scelte da parte di studentesse, studenti e famiglie prevalentemente orientato verso l’istruzione liceale. 

Anche alla luce di queste considerazioni, la FLC CGIL ribadisce la propria ferma contrarietà verso un modello di riforma che reintroduce un sistema di formazione duale, che separa i licei dall’istruzione tecnica e professionale sempre più precocemente, anticipando ai tredici anni una scelta così importante per il futuro di ragazze e ragazzi. Si determina quindi il destino scolastico alla fase precedente l’uscita dal primo ciclo, con due anni di anticipo sulla scadenza dell’obbligo scolastico, mentre si dovrebbe immaginare un biennio iniziale della scuola secondaria il più possibile unitario, orientativo e ancorato a una solida formazione generale.

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