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Indicazioni nazionali per i Licei. Incontro al Ministero

Un documento provvisorio che manca di una veste unitaria e di indicazioni precise sull'assolvimento dell'obbligo di istruzione

31/03/2010
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>> Per saperne di più sui regolamenti Gelmini <<

Si è tenuto il 31 marzo un incontro al Miur sulle indicazioni nazionali per i Licei.

In apertura il consigliere del Ministro, Max Bruschi, ha esposto le modalità e i criteri di elaborazione delle bozze di indicazioni.

Riguardo alle modalità:

  • il testo di base è stato elaborato da un gruppo di lavoro istituito con decreto ministeriale;

  • le indicazioni sono stati discusse all’interno di gruppi disciplinari informali la cui composizione non è stata precisata;

  • i testi sono stati pubblicati sul sito dell’ANSAS per la raccolta di pareri e indicazioni di associazioni professionali e disciplinari, esperti, accademici, sindacati, insegnanti ecc..

Riguardo ai criteri di elaborazione:

  • Leggibilità;

  • Individuazione dei nuclei fondamentali delle discipline avendo come stella polare il Regolamento sull’autonomia;

  • particolare attenzione alle aree di debolezza dimostrate dagli studenti nelle varie rilevazioni nazionali ed internazionali;

  • evitare mere liste di contenuti.

La posizione della FLC Cgil

In premessa la FLC ha contestato il metodo dei gruppi disciplinari informali ed ha evidenziato la sostanziale incoerenza tra quanto affermato dal consigliere del Ministro e i contenuti delle indicazioni. E’ palese la contraddizione tra discipline la cui declinazione è sulle competenze e discipline declinate sostanzialmente su una lista di contenuti assolutamente prescrittivi. L’esempio più clamoroso è rappresentato da Lingua e letteratura italiana, indicazioni, come ha affermato il consigliere del Ministro, elaborate dall’Accademia della Crusca, che prevedono:

  • nel primo anno lo studio dell’Iliade, dell’Odissea, dell’Eneide

  • nel secondo anno la lettura dei Promessi Sposi;

  • nel triennio almeno 25 canti della Commedia di Dante!

La FLC ha evidenziato i seguenti aspetti di criticità, riservandosi di presentare, a breve, un documento complessivo:

Obbligo di istruzione e continuità con il primo ciclo

L’art. 3 comma 4 dello Schema di regolamento prevede che “ Il primo biennio è finalizzato (…) all’assolvimento dell’obbligo di istruzione , (…).”

Sulla base di questo dettato normativo ci si sarebbe aspettato un forte e coerente raccordo, almeno per le discipline comuni a tutti i percorsi, con i precedenti otto anni del primo ciclo di istruzione.

In realtà tale problematica è sostanzialmente ignorata. Gli unici richiami riguardano “eventuali lacune” o generiche “conoscenze di base” acquisite nel I ciclo. In altre parole manca l’idea di un complessivo impianto curricolare che risponda all’esigenza di unitarietà del percorso di istruzione obbligatorio fino ai 16 anni.

Didattica laboratoriale

Lo Schema di Regolamento richiama il parere del CNPI ed in particolare la richiesta di “ inserimento di studio di pratiche laboratoriali centrate sulla flessibilità organizzativa”.

In realtà, nonostante i proclami propagandistici, l’unico esplicito richiamo alla didattica laboratoriale è presente nell’art. 8 comma 1 relativo al liceo scientifico.

Un forte richiamo alla pratica laboratoriale, che coinvolgesse complessivamente il sistema dei Licei, implicherebbe invece:

  • una coraggiosa rilettura degli impianti metodologici e didattici di tutte le discipline;

  • l’abbandono dell’idea che la lezione frontale debba essere l’elemento preponderante nella quotidiana pratica didattica;

  • una particolare attenzione alle dimensioni operativa, progettuale e di ricerca che, tradizionalmente, nella secondaria di II grado, è circoscritta alle discipline tecniche e/o scientifiche.

POF, Regolamento e Indicazioni Nazionali

Avendo a riferimento “Il profilo culturale, educativo e professionale dei Licei” Allegato A, in particolare laddove si scrive “La progettazione delle istituzioni scolastiche, attraverso il confronto tra le componenti della comunità educante, il territorio, le reti formali e informali, che trova il suo naturale sbocco nel Piano dell’offerta formativa; la libertà dell’insegnante e la sua capacità di adottare metodologie adeguate alle classi e ai singoli studenti sono decisive ai fini del successo formativo,” abbiamo evidenziato la contraddizione con quanto è accaduto, in occasione delle iscrizioni al secondo ciclo.

Il Piano dell’Offerta Formativa 2010/11 delle scuole superiori in realtà:

  1. non è stato consegnato agli alunni e alle famiglie all’atto dell’iscrizione (art. 3 comma 5 del DPR 275/99);

  2. non è stato oggetto di confronto tra:

  • le componenti della comunità educante

  • il territorio

  • le reti formali e informali

3. non è stato il naturale sbocco di tale confronto.

Tutto ciò non è avvenuto semplicemente perché il Regolamento non è ancora entrato in vigore e perché le indicazioni nazionali sono ancora allo stato di bozza. Le famiglie hanno scelto al buio e le Regioni non hanno potuto svolgere i compiti di programmazione dell’offerta formativa territoriale, così come previsto dalle leggi, queste si, in vigore.

Iter di approvazione delle Indicazioni

L’art. 8 comma 1 del Dpr 275/99, prevede che “il Ministro della pubblica istruzione, previo parere delle competenti commissioni parlamentari sulle linee e sugli indirizzi generali, definisce a norma dell'articolo 205 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sentito il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, per i diversi tipi e indirizzi di studio:

(…);

  1. gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni;”

A parere della FLC la previsione di un semplice decreto ministeriale in luogo della normale procedura prevista dal Regolamento sull’autonomia, norma non modificata, rappresenta un evidente forzatura con l’unico scopo di poter rendere operativo fin dal prossimo anno, costi quel che costi, la strategia dei tagli.

Infine la FLC ha denunciato l’assenza di un preciso riferimento alla Resistenza nelle Indicazioni di Storia: non è possibile affermare che “dovrà essere dato adeguato spazio al tema della cittadinanza e della Costituzione repubblicana” e non prevedere, nel contempo, lo studio dell’elemento fondante della nostra democrazia repubblicana!

Ricordiamo comunque che i regolamenti sono tutt'altro che definitivi (manca ancora il parere della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) e i provvedimenti successivi, che dovrebbero attuare quei regolamenti, sono ancora in alto mare.

Roma, 31 marzo 2010

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