Tavolo tematico dirigenza scolastica e confronto sulle fasce di complessità, nessun passo avanti anzi due passi indietro
A cinque mesi dall’avvio del tavolo tematico, l’amministrazione riparte dall’esame delle problematiche senza prospettare alcuna soluzione. Dal confronto sulle fasce nessun accenno alla risoluzione delle problematiche retributive. La FLC CGIL chiede il rispetto degli impegni assunti dal Ministro Bianchi.
Il Ministero dell’Istruzione ha convocato le organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza scolastica il 3 novembre per la ripresa del tavolo tematico previsto dal Patto per la scuola e il 4 novembre per la prosecuzione del confronto sui criteri delle fasce di complessità nazionali connesse alla retribuzione di posizione parte variabile dei dirigenti scolastici.
La calendarizzazione nella stessa settimana di ben due incontri su diversi temi riguardanti la dirigenza scolastica non ha però prodotto alcun effetto per la risoluzione delle tante problematiche che gravano sui dirigenti scolastici e sul loro lavoro.
TAVOLO TEMATICO PROBLEMATICHE DIRIGENZA SCOLASTICA
Relativamente al tavolo tematico, che non è stato più convocato dopo l’incontro di apertura del 18 giugno scorso, all’ennesima puntuale elencazione da parte dell’amministrazione, rappresentata dalla dott.ssa Sabrina Capasso, delle criticità che attendono una risoluzione di natura legislativa, contrattuale o più semplicemente amministrativa, come FLC CGIL abbiamo obiettato che ci aspettiamo dall’amministrazione non la sola presa d’atto ma le soluzioni concrete a tutti i problemi che abbiamo già elencato nell’incontro di avvio del tavolo e che da anni stiamo invano denunciando.
Oltre a quelle retributive, che il tavolo tecnico non potrà certo risolvere, molte sono infatti le problematiche che rendono difficile il lavoro dei dirigenti scolastici, a partire dalle responsabilità sulla sicurezza, all’aumento crescente del fenomeno dello stress da lavoro correlato che va urgentemente affrontato e valutato, al dimensionamento senza regole delle istituzioni scolastiche da parte delle giunte regionali (che ha avuto come effetto da una parte la creazione di scuole ingestibili per numero di alunni e personale, dall’altra il mantenimento a fini campanilistici di istituzioni sottodimensionate che alimentano il ricorso alle reggenze), alla necessità di modificare radicalmente il meccanismo della mobilità interregionale, ai rapporti con le altre amministrazioni pubbliche che sempre più spesso impongono alle scuole e ai dirigenti scolastici compiti estranei al servizio di istruzione.
Nel suo intervento la dott.ssa Capasso ha informato i presenti che è allo studio un nuovo regolamento per il reclutamento dei dirigenti scolastici, visto che nei prossimi due anni si esaurirà la graduatoria del precedente concorso nazionale.
Al riguardo abbiamo evidenziato l’urgenza di trovare una soluzione che garantisca prioritariamente il rientro nella propria regione delle centinaia di dirigenti scolastici assunti in un’altra regione, prevedendo la possibilità di coprire tutti i posti annualmente disponibili con la mobilità interregionale.
CONFRONTO FASCE DI COMPLESSITÀ
Nell’incontro di aggiornamento del confronto sulle fasce di complessità, nel quale l’amministrazione era rappresentata dal dott. Serra, come già avvenuto nell’incontro di apertura svoltosi il 26 ottobre scorso, abbiamo preliminarmente ribadito l’impossibilità di affrontare l’esame delle singole voci della tabella proposta dall’amministrazione prima di aver verificato la presenza delle risorse necessarie ad armonizzare le retribuzioni di parte variabile, garantendo a tutti i dirigenti scolastici il mantenimento delle retribuzioni percepite.
Entrando poi nel merito del testo su cui l’amministrazione ha aperto il confronto, abbiamo segnalato alcune evidenti criticità presenti nella tabella, tra cui, a titolo esemplificativo, lo squilibrio tra il parametro della dimensione (a cui viene dato un peso del 30% rispetto al punteggio totale) e quello della complessità (che pesa il 57%) e la mancanza di parametri in grado di registrare la complessità dei CPIA. Per questo abbiamo chiesto di verificare attraverso una simulazione l’effetto dell’introduzione di parametri nazionali sulle posizioni dirigenziali delle diverse regioni, prima di rendere definitiva la tabella, prevedendone l’applicazione solo dall’a.s. successivo a quello della sua definizione e rendendoci disponibili a firmare un’intesa di deroga all’art. 42, comma 5, del CCNL 2019 che ne stabiliva l’applicazione a partire dall’a.s. 2019/2020.
Abbiamo ribadito all’Amministrazione che senza l’accoglimento delle nostre proposte le scelte prospettate produrranno effetti iniqui sulle retribuzioni dei dirigenti dei quali l’Amministrazione sarà la sola responsabile.
Per tutta risposta l’amministrazione ha manifestato la volontà di insistere nel proseguire il confronto con l’esame dei punteggi aggiornando l’incontro a martedì 16 novembre.
L’esito improduttivo e deludente dei due incontri con il Ministero aggrava, anziché risolverle, le tante problematiche dei dirigenti scolastici che il ministro Bianchi più volte, fin dal suo insediamento, aveva dichiarato di voler prendere in carico, riconoscendo la legittimità delle rivendicazioni della categoria e manifestando grande apprezzamento per il contributo che i dirigenti scolastici hanno dato e continuano a dare, instancabilmente, nella gestione della pandemia nelle scuole.
Alla vigilia dell’apertura delle trattative per il rinnovo del contratto, la FLC CGIL chiede al Ministro di rispettare gli impegni assunti, assicurando nell’Atto di Indirizzo per il contratto dell’Area Istruzione e Ricerca, di prossima emanazione, le risorse necessarie a garantire il mantenimento della retribuzione dei dirigenti e a completare l’equiparazione della dirigenza scolastica alle altre dirigenze pubbliche di seconda fascia e fornendo all’ARAN tutte le indicazioni necessarie a tutelare e valorizzare l’autonomia dei dirigenti scolastici.
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