
Nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici: il MIM rende noti gli obiettivi
Definito un ulteriore passaggio della procedura che parte ad anno scolastico avanzato con obiettivi nazionali semplificati. Permangono le criticità denunciate dalla FLC CGIL sulla inadeguatezza degli obiettivi e sulla piena discrezionalità attribuita ai direttori degli USR.


Si è svolto nella giornata del 10 marzo al MIM l’incontro di informativa nel corso del quale l’amministrazione ha illustrato alle OO.SS. gli obiettivi nazionali fissati per il corrente anno scolastico per la valutazione dei dirigenti scolastici.
Com’è noto, il decreto contenente il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, che parte dall’a.s. 2024/2025, in considerazione della fase avanzata dell’anno scolastico, prevede un’applicazione transitoria semplificata con obiettivi ridotti e con l’esclusione dell’obiettivo regionale che dal prossimo anno scolastico ciascun USR dovrà assegnare ai dirigenti scolastici, in aggiunta a quelli nazionali individuati dai capi dipartimento.
Nessuna semplificazione è prevista invece per la fase regionale della valutazione riservata ai direttori generali degli USR che già da quest’anno valuteranno i comportamenti professionali e organizzativi dei dirigenti scolastici “con riferimento alla capacità di raggiungere i risultati in maniera trasversale a tutti gli indicatori connessi agli obiettivi assegnati”.
Gli obiettivi per il corrente anno scolastico fanno capo a 4 macro obiettivi generali riferiti alla capacità di assicurare il funzionamento generale dell’istituzione scolastica, di valorizzare impegno e meriti professionali del personale, di migliorare il servizio scolastico e di assicurare la direzione unitaria dell’istituzione scolastica.
Tali obiettivi, a ciascuno dei quali è attribuito un punteggio massimo di 20 punti, vengono declinati in 8 obiettivi specifici, a loro volta tradotti in 12 target misurabili a cui è stato attribuito un peso variabile, a seconda della rilevanza che i Capi Dipartimento, a loro insindacabile giudizio, ritengono debba avere il raggiungimento di quel target.
Tutti i target previsti per l’anno scolastico in corso saranno inseriti in una piattaforma a cui ciascun dirigente potrà accedere con proprie credenziali, per segnalare eventuali elementi ostativi al raggiungimento del livello minimo dei target previsti o a supporto delle attività svolte, anche al fine di ottenere, ma per uno solo dei target non raggiunti, l’eventuale ridefinizione del punteggio a insindacabile giudizio del direttore generale.
Il funzionamento della piattaforma sarà oggetto di un’ulteriore informativa da parte del MIM.
Pur nella versione semplificata, la procedura evidenzia tutte le criticità che la FLC CGIL ha denunciato nel corso del confronto chiedendone il ritiro e che sono presenti anche nel parere espresso dal CSPI sul decreto.
Alcuni dei target individuati, come il tempo medio di autorizzazione del pagamento dei supplenti, il tempo medio di pagamento delle fatture o l’adempimento degli obblighi di pubblicazione, oltre ad essere strettamente connessi a responsabilità proprie di altri soggetti dotati di autonomia operativa, rappresentano solo parzialmente la complessità del lavoro di coordinamento e gestione unitaria delle istituzioni scolastiche che i dirigenti scolastici svolgono. Altri, come la predisposizione del PTOF e del piano di inclusione, prevedono azioni di competenza degli organi collegiali di cui il dirigente scolastico promuove, indirizza e coordina l’attività ma non può essere considerato l’unico responsabile.
Non sempre condivisibili risultano inoltre i punteggi, per l’eccessiva valorizzazione di alcuni target riferiti ad azioni non obbligatorie deliberate dagli organi collegiali della scuola (come ad esempio l’adesione a reti di scuole o l’attuazione di sperimentazioni, ad ognuna delle quali vengono attribuiti rispettivamente 5 e 7,5 punti ) rispetto alla sottovalutazione di altri target riferiti ad attività fondamentali per l’istituzione scolastica (come la definizione del piano di miglioramento o del piano di inclusione a cui si attribuiscono rispettivamente 3 e 4,5 punti).
Nessuna precisazione è stata infine fornita rispetto al ruolo svolto dai direttori degli USR che continua a rimanere l’aspetto più controverso e opaco di tutta la procedura.
Non sono state infatti definite le aree su cui l’apprezzamento dei direttori regionali verrà indirizzato, lasciando l’attribuzione del punteggio massimo di 20 punti, determinante per il collocamento dei dirigenti scolastici in uno dei tre livelli valutativi a cui corrisponderà una diversa retribuzione di risultato, al loro “apprezzamento della capacità del dirigente scolastico di raggiungere i risultati”, anche con il supporto dei dirigenti degli ambiti territoriali e del servizio ispettivo che potrà effettuare visite alle istituzioni scolastiche.
In tal modo il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, presentato come una procedura snella, basata esclusivamente su dati oggettivi presenti sul sistema informativo del MIM, si rivela nei fatti un processo valutativo discrezionale, privo di trasparenza e di garanzie, volto a condizionare i dirigenti scolastici e l’attività delle scuole autonome.
I dirigenti scolastici conosceranno l’esito della procedura e il punteggio loro assegnato solo nei primi mesi del prossimo anno scolastico, nel frattempo la FLC CGIL continuerà a monitorarne l’applicazione, a tutela dell’autonomia professionale di tutti i dirigenti scolastici e al fine di dimostrare la necessità di una integrale e profonda revisione di tutto il sistema di valutazione.
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