Indennità di funzione superiori per il docente vicario: a che gioco gioca il MIUR?
Il comportamento del MIUR, che non vuole pagare i vicari che sostituiscono i dirigenti scolastici, è nella migliore delle ipotesi tartufesco, nella peggiore segno di ignoranza e di illegalità.
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Non riusciamo a comprendere perché il MIUR si sia assunta questa grave responsabilità, di negare le risorse per retribuire le prestazioni del docente che sostituisce il dirigente scolastico per più di 15 giorni e per pagare i docenti vicari delle scuole affidate a reggenza.
Ben tre Contratti Nazionali di Lavoro (art 69 del CCNL1995, art 142 del CCNL 2003, art. 146 del CCNL 2007) hanno sancito ciò, specificando chiaramente che tali prestazioni vanno retribuite e che non devono gravare sulle risorse contrattuali.
La stessa Agenzia Governativa che cura i negoziati del Pubblico Impiego (l’ARAN), pronunciandosi a proposito del riconoscimento delle indennità di direzione, in una nota riportata dal Ministero dell’Istruzione del 21 ottobre del 2003 chiariva che esiste un principio generale secondo cui “un trattamento economico/contrattuale non ammette “vacatio legis” e può essere sostituito solo da una successiva rivisitazione legislativa o contrattuale che non è sinora avvenuta”.
Non è intervenuta nessuna legge a mutare tale clausola contrattuale e, se si vuole cambiare nella direzione sostenuta e praticata dal MIUR, occorre attendere il 2014 (o il 2016?) quando si riparlerà di Contratto.
Dunque, cosa sorregge l’atteggiamento del MIUR?
Crediamo solo una arbitraria convinzione, maturata negli anni dei Berlusconi, dei Brunetta e dei Sacconi, che dei Contratti si può fare a meno: la stessa vicenda dell’invasione di campo sulle materie contrattuali di livello scolastico appartiene a tale modo di pensare.
Oppure vi è la convinzione (quanto intrisa di ignoranza dei fatti scolastici!) che le scuole possono ben andare avanti da sole, anche senza il dirigente, quando egli va in ferie, soprattutto in estate, perché tanto in estate, senza alunni e insegnanti, non c’è nulla da fare. E’ quanto pensa l’uomo della strada e che non è ammissibile sia pensato dagli amministratori di alto livello della cosa pubblica. Perché, d’estate, il catalogo è questo: organici, graduatorie, trasferimenti, assegnazioni provvisorie, utilizzazioni, pagamenti del fondo, acquisizione di iscrizioni, di trasferimenti alunni, contatto con i fornitori, certificazioni da rilasciare…
La situazione è destinata a peggiorare ulteriormente per l’incremento delle reggenze dei dirigenti e dei direttori in conseguenza della norma (folle) sul dimensionamento della rete scolastica.
Noi abbiamo in ogni occasione, e da tempo, sollevato il problema, negli incontri specifici sui finanziamenti, sul programma annuale, sulle molestie burocratiche. E abbiamo incominciato a promuovere i ricorsi per decreto ingiuntivo (tutti emessi dai giudici), perché in uno stato di diritto, anche per il Sindacato, accanto alla protesta, alla fine, vi è anche il giudice.
Continueremo a batterci in ogni sede perché sia riconosciuto il dovuto a chi lavora e si assume delle responsabilità.
Ma anche perché l’arroganza e l’arbitrio non abbiamo la meglio e perché non vogliamo dover constatare che l’illegalismo non è stato sconfitto, nonostante chi ne ha fatto semina non stia più al Governo.
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