Dirigenti scolastici: avviata la contrattazione integrativa nazionale per l’armonizzazione delle retribuzioni
L’accertamento di risparmi di spesa confluiti nel FUN dei dirigenti scolastici renderà possibile l’equiparazione retributiva a partire dall’anno scolastico 2023/2024 con aumenti anche consistenti nelle regioni oggi più svantaggiate e la garanzia di nessun arretramento dei livelli retributivi.
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A quasi quattro anni dalla sottoscrizione definitiva del CCNL Area Istruzione e Ricerca avvenuta l’8 luglio 2019, che aveva previsto dall’a.s. 2019/2020 il passaggio alla contrattazione integrativa nazionale sulle fasce di complessità delle scuole a cui è legata la retribuzione di posizione parte variabile dei dirigenti scolastici, il 14 aprile si è finalmente aperta la trattativa per la sottoscrizione del primo Contratto Integrativo Nazionale (CIN) che determinerà il numero delle fasce nazionali, la percentuale delle scuole inserite in ciascuna fascia e gli importi attribuiti alla retribuzione di posizione parte variabile dei dirigenti scolastici.
L’assenza delle risorse necessarie a garantire l’armonizzazione delle retribuzioni senza arretramenti retributivi ha però provocato, com’è noto, uno slittamento di tre anni dell’entrata in vigore delle fasce nazionali definite dal D.D. 1791 del 20 luglio 2022 e la conseguente proroga dei Contratti Integrativi Regionali per gli aa.ss. 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022.
Le comunicazioni del Ministero
In apertura l’amministrazione, nel confermare la consistenza delle risorse già comunicate nell’incontro del 30 marzo scorso, relative ai risparmi derivanti dai fondi per il dimensionamento temporaneo delle istituzioni scolastiche tra 500 e 600 alunni, ha evidenziato la necessità di far confluire tutte le suddette risorse nel FUN dell’a.s. 2023/2024, al fine di garantire che il passaggio alle fasce nazionali non preveda arretramenti retributivi per nessun dirigente.
Ha pertanto confermato l’imminente pubblicazione della norma che proroga anche per l’a.s. in corso la contrattazione integrativa regionale, prevedendo l’obbligo di mantenere le retribuzioni di posizione parte variabile ai livelli dell’anno precedente e il conseguente spostamento di eventuali risorse eccedenti sulla quota riservata alla retribuzione di risultato.
L’amministrazione ha assunto l’impegno ad una rapida conclusione della trattativa, per consentire a tutti i dirigenti scolastici di conoscere la fascia attribuita alle scuole dal 1° settembre 2023, prima dell’avvio delle operazioni di mobilità.
Ha poi comunicato che, da una prima proiezione effettuata utilizzando l’ipotesi di FUN 2023/2024 non ancora formalizzata e inviata all’UCB per la certificazione, le retribuzioni di posizione parte variabile che potranno derivare dalla definizione di 3 fasce di complessità, composte rispettivamente da circa il 30% delle scuole la prima, 40% la seconda e 30% la terza, si attestano intorno ai 20.885,00 euro annui lordo dipendente per la prima fascia, 17.100,00 per la seconda e 14.900,00 per la terza. Con questi importi, oltre a garantire aumenti pressoché generalizzati delle retribuzioni dei dirigenti scolastici, anche consistenti per quelle regioni attualmente più svantaggiate, l’amministrazione ha garantito la tenuta delle retribuzioni che oggi si attestano sui livelli più alti e l’intervento di una clausola di salvaguardia da definire nella contrattazione per i pochissimi casi, solo 384 secondo un prima ricognizione, in cui gli importi attualmente in godimento risultano più alti di quelli che deriverebbero dalla collocazione nelle fasce nazionali.
Il nostro intervento
Abbiamo espresso la soddisfazione della FLC CGIL per l’avvio dell’operazione di armonizzazione delle retribuzioni dei dirigenti scolastici, a cui in questi anni abbiamo dedicato il nostro instancabile impegno, con continui interventi presso l’amministrazione e la politica e con la mobilitazione della categoria, affinché venissero stanziate le risorse necessarie a garantirla senza arretramenti retributivi.
Abbiamo perciò condiviso la proposta di suddivisione delle scuole del territorio nazionale in tre fasce di complessità che, dai primi dati forniti, risulta a nostro avviso quella più rispondente all’obiettivo della garanzia di tutte le retribuzioni.
Abbiamo infine chiesto, per il prossimo incontro che si svolgerà il 19 aprile, una documentazione più dettagliata sugli effetti retributivi derivanti dall’applicazione delle nuove fasce di complessità.
Seguiranno ulteriori aggiornamenti sulla prosecuzione della trattiva.
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