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Decreto Ministeriale sul voto di condotta: la montagna che partorisce il topolino

Il Ministro del rigore e del voto in condotta anche nelle scuole medie alla fine ha deciso un’ovvietà: sempre che il Consiglio di classe non decida diversamente, abbia un 5 e possa venir bocciato solo chi è stato sospeso per più di 15 giorni.

19/01/2009
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Il rigore dell’ovvio. E’ quanto ci viene da pensare e da dire alla lettura del DM Gelmini del 16 gennaio 2009 relativo all’individuazione dei criteri di valutazione del comportamento degli studenti inferiore alla sufficienza.

Il Decreto è conseguenza della legge 169/2008 che, all’articolo 2 comma 3, aveva rinviato ad un apposito DM appunto l’individuazione dei criteri per l’attribuzione del famoso 5 in condotta che determinerà la bocciatura dell’alunno di scuola media.

Il Decreto sancisce che il Consiglio di classe attribuisce il 5 in condotta ad un alunno determinandone la bocciatura:

  • a) esclusivamente se il detto alunno sia stato sospeso per almeno una volta per più di 15 giorni;

  • b) se dopo tale lungo allontanamento l’alunno abbia mostrato di non aver cambiato in meglio il suo comportamento;

  • c) se tale valutazione avvenga nella valutazione finale;

  • d) sempre che il Consiglio di classe, pur in presenza delle tre suddette condizioni, non decida comunque di attribuire il 6 (“ferma restando l’autonomia della funzione docente anche in materia della valutazione del comportamento”).

La domanda è: “ma perché, fino ad ora, forse che anche senza allontanare per più di 15 giorni non avvenivano valutazioni del comportamento tali da non far promuovere alunno?” considerato che comportamento e rendimento vanno sempre di pari passo?
E’ questo il rimedio “ ai fenomeni di violenza, di bullismo, e di offesa alla dignità e al rispetto della persona” (dalle premesse allo stesso DM)?

Insomma, temevamo che la “ricreazione” iniziata nel 68, fosse finita, come amano proclamare i censori antiadolescenti della maggioranza governativa. Ma evidentemente alcuni processi democratici e alcuni approdi educativi sono più forti delle ideologie, dei proclami e delle propagande di regime.

Ribadiamo invece che nella scuola media sarà quella incredibile clausola legislativa della legge 169/2008, che sancisce la bocciatura anche con un cinque in una sola materia, a provocare problemi veri agli alunni, alle famiglie, ai Docenti e ai Dirigenti Scolastici: questi ultimi, Docenti e Dirigenti, saranno alle prese con il dilemma di “mentire in pagella o bocciare senza pietà”, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in una precedente nota.

Roma, 19 gennaio 2009

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