FLC CGIL
Cambiamo il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

https://www.flcgil.it/@3874867
Home » Attualità » Sindacato » La conoscenza non si licenzia

La conoscenza non si licenzia

I prossimi appuntamenti e le iniziative di mobilitazione messe in campo dalla FLC CGIL per sostenere la qualità e la stabilità del lavoro nei settori della conoscenza.

26/09/2010
Decrease text size Increase  text size

La FLC CGIL ha messo al centro della propria mobilitazione la qualità e la stabilità del lavoro per governare i necessari processi di cambiamento in tutti i settori della conoscenza.

Questo è il filo logico che lega le nostre rivendicazioni e pone le premesse per un nuovo patto generazionale che abbia come pilastri e in rapporto inscindibile, diritto allo studio, welfare studentesco e qualità del lavoro.

La precarietà è diventa una vera piaga sociale, grazie al più grande licenziamento di massa attuato da questo governo in tutti i settori della conoscenza. Il ridimensionamento dello stato sociale passa anche per l'abbassamento della qualità dell'offerta formativa, non certo per il venir meno dell'impegno e della passione dei lavoratori, ma per la mancanza di risorse, la riduzione del tempo pieno, l'aumento dei costi a carico delle famiglie, la limitazione del diritto allo studio per gli studenti, l'inosservanza delle norme sulla sicurezza.

La conoscenza è bene comune, i tagli indiscriminati colpiscono le lavoratrici e i lavoratori, mortificano la loro professionalità, alimentano la disoccupazione ma coinvolgono l'intera società, tolgono futuro, deprimono le possibilità di uscire dalla crisi, tolgono forza allo sviluppo del Paese.

Le nostre mobilitazioni, messe in campo fin dal mese di agosto insieme alle tante lavoratrici e lavoratori della conoscenza, proseguono e si alimentano anche della partecipazione degli studenti, dei genitori, di altri lavoratori, di associazioni.

Mobilitiamoci per salvare la conoscenza: le iniziative e i materiali

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

LEGGI LA NOTIZIA