Università e scuola: quando le istituzioni danno i numeri
Su scuola e università le istituzioni dovrebbero mantenere un livello di correttezza nelle informazioni, ma le ultime dichiarazioni vanno proprio in direzione opposta.
Nella Conferenza stampa in cui si annunciava il prossimo invio delle forze dell’ordine per bloccare le occupazioni nelle università, annuncio smentito il giorno dopo dallo stesso Premier Berlusconi dalla Cina, il Ministro Gelmini parlò di 37 corsi di laurea con un solo studente, notizia rilanciata su ogni giornale esulla bocca di tutti.
Se tale notizia fosse vera, obbligo di un Ministro della Repubblica sarebbe intervenire immediatamente, ma in realtà si tratta di una bufala e, pure, vecchia.
La notizia compare infatti in un articolo ben 22 mesi fa e si basa su tabulati del Ministero dell’Istruzione non ancora completati. Per mesi nessuno ne ha più parlato.
Ora il Ministro la rende nuovamente pubblica, forse per motivare l’attacco che questo Governo sta rivolgendo all’università, non ancora con un progetto di riforma, per ora solo annunciato, ma sicuramente attraverso tagli finanziari e blocchi di assunzioni.
Ma a questo punto qualcuno ha verificato ed ha trasmesso in televisione immagini di quei corsi cosiddetti fantasma che vedono un numero regolare di studenti iscritti e frequentanti.
Ci chiediamo quando vi sarà la doverosa smentita.
Ma forse la nostra è una vana speranza perché per farsi propagando questa maggioranza sceglie di altera addirittura quanto pubblicato dall’Economist, questa volta a proposito della scuola e dei tagli in fase di approvazione da parte del Parlamento e contro i quali il 30 ottobre tutto il mondo della scuola manifesterà.
L’affermazione di Giacomo Vaciago
the big problem is quality, which is random
diviene
il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita.
E, ancora e più grave
,
The present government is making cuts and hoping that quality comes through as a result. There is no obvious guarantee it will
si trasforma miracolosamente in
L’attuale governo sta facendo tagli e puntando contemporaneamente ad ottenere un risultato di qualità.
In questo caso non sappiamo se si tratti di scarsa conoscenza della lingua inglese, una delle tre I del precedente Governo di destra, o di una scelta per poter dire che finalmente anche l’Economist sta dalla parte del Governo.
La FLC, comunque, sta dalla parte della scuola e dell’università pubbliche e sa bene che con i tagli, per di più autoritariamente imposti, non si perviene certo a migliorare la qualità.
Roma, 27 ottobre 2008
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