FLC CGIL

Tutto sulle nostre spalle, manifestazione nazionale

  • 17:55

    Epifani ai 100mila di piazza del Popolo, manovra pagata dai soliti noti

    Un intervento puntuale che ha smontato punto per punto la correzione di bilancio adottata dal governo, attraverso tanti "no" ma soprattutto attraverso tanti "sì", quelli "giusti" della CGIL, perché "un altro disegno per costruire il futuro del paese è possibile".

    Una manovra iniqua, non giusta e non solidale, dove chi più ha non ci mette un euro ma che ha rimetterci sono i soliti noti, e che non ha nulla di europeo ma è anzi "provinciale e di comodo" con un forte blocco sociale che ne viene esentato. Lo ripete da tempo la CGIL e lo ha ribadito ancora una volta oggi sabato 12 giugno dal palco della manifestazione "Contro la manovra economica del governo - Tutto sulle nostre spalle", il segretario generale dell'organizzazione sindacale, Guglielmo Epifani, davanti ad una platea, festante e rossa, di oltre 100mila manifestanti.

    Lo ha chiarito subito il Segretario Generale, "c'era bisogno di una manovra di correzione dei conti pubblici perché troppo grandi sono i rischi prodotti dalle manovre speculative", ma non lascia passare in cavalleria gli oltre due anni persi dal governo che ha negato, contro ogni evidenza, la crisi e i suoi devastanti effetti. "La CGIL si batte per l'interesse generale del paese", ha detto Epifani, precisando come non ci siano nella sua azione particolarismi, ma andava chiarito che "non ci chiamiamo Alice e non viviamo nel paese delle meraviglie" ed è per questo che c'era bisogno che il governo avesse "un filo di coerenza" e di "chiedere scusa al paese per aver detto che la crisi stava finendo".

    "Troppo tempo avete fatto passare: due anni di crisi" e intanto quest'ultima ha prodotto un milione di disoccupati in più. E adesso, alla luce di "una crisi dove nessuno di noi porta responsabilità, a pagarla siamo soltanto noi. Non è giusto e la si deve finire". Così, ha precisato Epifani, "non è il se andava fatta la manovra ma il come: sì a una manovra ma no a questa". La CGIL e la sua gente, con il senso di responsabilità che la contraddistingue, è ancora una volta disponibile a fare sacrifici ma non da sola. I lavoratori, quelli del settore pubblico, della scuola, dell'università e della ricerca, ovvero quelli che Epifani definisce essere "i lavoratori della Repubblica" pagano, infatti, sette-volte-sette la manovra: con il blocco dei rinnovi contrattuali; col fatto che non avranno parte di ciò che è stato rinnovato; nessun automatismo; con la modifica al meccanismo di fuoriuscita; col taglio agli organici a partire dai precari che hanno già perso il lavoro; con l'innalzamento dell'età pensionabile.

    "Contro la cappa di conformismo" che copre il paese la CGIL continuerà a svolgere il suo ruolo. "La CGIL dice cose giuste e non piegherà la schiena - ha affermato Epifani dal palco -. E se ci accusano di dire dei no, che è di per se una scelta di libertà, mi permetto di aggiungere che quando diciamo dei no diciamo allo stesso tempo sì a cosa bisognerebbe fare". Dalla CGIL "nessun pregiudizio ostativo" ma un lungo elenco di sì: "Più rigore, più serietà, più responsabilità, più unità del paese, più occupazione soprattutto per i giovani, più investimenti, più giustizia fiscale, più rispetto e dignità per gli anziani e i migranti, più rispetto per i lavoratori pubblici e privati".

    Quindi, punto per punto, le critiche che hanno smontato il provvedimento del governo. A partire dal combinato disposto sulle pensioni, l'allungamento dell'età pensionabile per le donne nel pubblico impiego e l'introduzione delle 'finestre mobili', "provvedimenti che invece che equiparare accentuano le differenze quando si è disuguali su tutto" e nella consapevolezza che, prima o poi, arriverà "il furbetto" che chiederà l'equiparazione anche nel settore privato. E sull' "elegante termine" delle 'finestre mobili', Epifani ha chiesto che si faccia chiarezza su quei lavoratori potenzialmente coinvolti e adesso in mobilità. "C'era bisogno di reintrodurre la flessibilità in uscita - ha ricordato Epifani - ma soprattutto restano fuori le vere vittime del sistema previdenziale: i giovani precari". Così come ha messo in guardia il governo dalla scadenza imminente della cassa integrazione in deroga e con l'inevitabile problema che le Regioni avranno nel rifinanziarla con i tagli operati dalla manovra.

    E alla vigilia della discussione in sede parlamentare del collegato lavoro, un passaggio su quel provvedimento "che riguarda i diritti dei lavoratori del settore privato e reinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica" dove "nulla è stato cambiato". Rimangono, infatti, con la norma sull'arbitrato i vizi di incostituzionalità attraverso i paletti posti al diritto di ricorre per un lavoratore al giudice. Ma sono tante le questioni aperte, come quella fiscale, lo scudo fiscale irrisoriamente tassato, la reintroduzione della norma sulla tracciabilità, la mancanza di una politica industriale, di un progetto per il paese declinato in termini di lavoro e occupazione e che si attento ai giovani e al Mezzogiorno. Per la CGIL così come dal Congresso è prioritario un 'Piano per il lavoro' e la condizione di lavoratori come quelli che all'Asinara, in Sardegna, sono rinchiusi da due mesi "combattendo una battaglia per rivendicare diritti e occupazione".

    Infine, ha ricordato, a Milano il 2 giugno la CGIL ha manifestato per la festa della Repubblica e per la Costituzione: "ogni giorno c'è qualcuno che dice che va cambiato un articolo: il primo, il 21, il 41, il 65. Chiedo che si smetta di dare i numeri per cortesia. Con questa Costituzione il Paese in vent'anni è diventato il quinto Paese più avanzato. La Costituzione non c'entra nulla se il Paese va avanti o indietro". Ed è nel valore della Costituzione che il sindacato si oppone alle leggi bavaglio: "sì al rispetto della dimensione privata - ha concluso Epifani - ma nessun ostacolo alla giustizia".

  • 17:40

    Rossana Dettori, FP CGIL: onorati di rappresentare un ostacolo all'azione del governo

    "Gli stipendi dei dipendenti pubblici perderanno 3.000 euro in termini di potere d'acquisto, sia innalza l'età pensionabile delle donne, si allungano i tempi per l'entrata nel sistema pensionistico e vengono licenziati tanti e tanti giovani precari della scuola e della funzione pubblica. E' per questo che la manovra Tremonti è profondamente sbagliata ed iniqua e a stretto giro metterà letteralmente in ginocchio il sistema dei servizi alla persona e ai cittadini". Così il Segretario Generale della FP CGIL Rossana Dettori dal palco di Piazza del Popolo dove è in corso la manifestazione "Tutto sulle nostre spalle".

    "La manovra – ha continuato Dettori – aumenta le disuguaglianze, indebolisce i poveri e rafforza i ricchi, gli evasori e le caste. È l'ennesimo attacco al patto costituente, all'universalità dei diritti e alla garanzia della loro esigibilità, al sistema di solidarietà sociale, ai diritti sul lavoro, al sindacato e alla CGIL".

    Anche il Segretario generale della FP CGIL Dettori, si è rivolta a CISL e UIL, chiedendogli di non delegittimare la mobilitazione e la partecipazione dei lavoratori. "La CGIL – ha detto in merito – non perde la speranza di un vostro ritorno nel mondo reale, quello di questa piazza e dei lavoratori che anche voi rappresentate. Se delegittimate questa piazza finite per delegittimare voi stessi".

    "Caro Presidente, siamo onorati e orgogliosi di rappresentare con questa piazza un ostacolo alla sua azione di governo e di essere lavoratrici e lavoratori che non le permettono tanto facilmente di fare a pezzi i nostri diritti e il nostro lavoro". Così il Segretario generale della FP CGIL Rossana Dettori rivolgendosi direttamente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, "padre" della manovra economica.

  • 17:25

    Domenico Pantaleo, FLC CGIL: noi abbiamo ragione e loro hanno torto

    "Noi abbiamo ragione e loro hanno torto, per questo vinceremo questa battaglia". Con queste parole il Segretario generale della FLC CGIL ha concluso il suo appassionato intervento dal palco di Piazza del Popolo.

    Ha esordito contro la legge bavaglio, un altro tassello del disegno di questo Governo autoritario, per smantellare la democrazia. La manovra finanziaria, di cui la Confindustria si è resa complice, è "macelleria sociale", distrugge i beni comuni e cancella i diritti sul lavoro. "Approfittano della crisi per distruggere la civiltà del lavoro".

    A questo punto si è rivolto a Bonanni e ad Angeletti per chiedere come mai in Italia, a differenza del resto d'Europa, la protesta non è unitaria, nonostante l'iniquità di questa manovra, che occhieggia a corporazioni e potentati e colpisce pesantemente la conoscenza e i principi costituzionali, dalla libertà di ricerca al diritto allo studio alla libertà di insegnamento. In questo modo – ha detto Pantaleo – si colpiscono soprattutto i giovani, che sono la maggior parte dei precari di questo settori, a cui si nega un lavoro competente.

    Ha poi attaccato il Ministro Gelmini, secondo la quale il taglio di 130 mila docenti, la fine del tempo pieno, la privatizzazione di scuola e università si chiamano riforme. “Se le tenga queste pseudoriforme. Noi non ci stiamo a vedere la conoscenza pubblica ridotta in questo stato, perché noi amiamo la cultura. Lei vuole la privatizzazione per consentire il diritto allo studio solo ai ricchi, noi siamo per l'accesso ai saperi per tutti, compresi i disabili a cui il ministro toglie gli insegnanti di sostegno e gli stranieri”.

    Sulla soppressione degli enti di ricerca per realizzare risparmi irrisori, Pantaleo ha detto che si potrebbe risparmiare sui gettoni di presenza dei consiglieri di amministrazione, invece di licenziare i precari.

    In conclusione, ha chiesto una manovra alternativa che faccia pagare i redditi più alti, i patrimoni, ha chiesto che si risparmi sul ponte di Messina, sulle centrali nucleari e sulle spese militari e ha dato appuntamento allo sciopero generale del 25 giugno.

  • 17:20

    100mila in piazza contro la manovra del Governo

    Sono oltre 100mila le persone che oggi hanno partecipato, sfilando da Piazza della Repubblica a Piazza Popolo, alla manifestazione organizzata dalla CGIL contro la manovra economica varata dal Governo. Prosegue l'afflusso in Piazza del Popolo, dove dal palco sta per prendere la parola il Segretario generale della FLC CGIL Domenico Pantaleo per il comizio finale. Seguirà l'intervento della Segretaria generale della FP CGIL, Rossana Dettori, e poi le conclusioni del Segretario generale della CGIL Guglielmo Epifani.

  • 17:10

    Dal palco testimonianza dall'Iran

    Ad un anno dalle ultime elezioni politiche in Iran, che sono state caratterizzate da frodi elettorali e da una violenta repressione da parte del regime contro le opposizioni, dal palco la testimonianza di una cittadina iraniana.

  • 17:00

    Iniziano gli interventi dal palco

    Mentre il corteo continua a riempire e colorare Piazza del Popolo, la musica della "Casa del vento" ha lasciato spazio agli interventi conclusivi. Claudio Di Berardino, Segretario generale CGIL Roma e Lazio è il primo a prendere la parola, a seguire gli interventi del Segretario generale FILLEA CGIL Olbia, Ben Bouzid Hassan; Amerio Paola, delegata cliniche gruppo Angelucci e Biondi Angela, Segretaria generale SLC CGIL Palermo.

  • 16:30

    Dai un calcio all'arbitrato

    In un angolo di Piazza del Popolo un gruppo di giovani precari della Fabbrica di Nichi (Vendola) ha messo in scena a ripetizione una partita di calcetto tra 5 lavoratori (precari) e un Padrone. La logica vorrebbe che i lavoratori, in superiorità numerica, prevalgano ma anche in questo caso, come con la legge sul lavoro, ci si mette di mezzo "l'arbitro" che in pochi minuti, impedisce ai lavoratori di segnare e li espelle uno dopo l'altro malgrado non commettano falli ma sia lo stesso Padrone a commetterli.

    Una bella e triste metafora molto apprezzata dai partecipanti alla manifestazione che si fermano a sostenere la squadra dei lavoratori e a protestare contro "l'arbitro".

  • 16:20

    Dal Pincio: "Sopprimere la Ricerca Spegne il Futuro"

    I manifestanti continuano ad affluire in massa a Piazza del Popolo. Ad accoglierli sulla balconata del Pincio un grande striscione che domina la piazza con le parole: "Sopprimere la Ricerca Spegne il Futuro".

    Un chiaro riferimento agli effetti devastanti che i tagli operati dal Governo, non solo con la recente manovra, producono sulla ricerca pregiudicando il futuro del Paese.

    Intanto, nelle vie della capitale riecheggiano gli slogan:

    Protestiamo ad oltranza contro l'ignoranza.
    Tagliate le armi per risparmiare, la scuola pubblica deve restare.
    Decreto e fiducia sono in sostanza paura del confronto ed arroganza.
    Noi difendiamo tutti i bambini, più cultura e meno Gelmini.
    Stranieri, italiani, la scuola pubblica è di tutti, non fa differenza che siano belli o brutti.

  • 16:15

    Arrivo in Piazza del Popolo, la coda del corteo ancora in Piazza della Repubblica

    "Il popolo della Costituzione" sta lentamente entrando a piazza del Popolo, mentre la coda del corteo non ha ancora lasciato piazza della Repubblica. Facce provate dall'afa romana, ma sorridenti e orgogliose. Oggi in piazza ci sono i dipendenti pubblici, quei lavoratori malpagati, costantemente insultati e indicati al generale disprezzo come inutili e fannulloni.

    Eppure questi lavoratori sono impegnati quotidianamente in attività di pubblica utilità, in servizi alla persona, garantiscono i diritti costituzionalmente garantiti. Hanno quasi tutti altissime professionalità e tutti svolgono compiti delicati. Sono i docenti della scuola e dell'università, sono i vigili del fuoco, sono i ricercatori, sono i medici e gli infermieri, gli operatori dei beni culturali, della giustizia... si occupano di formazione, di salute, di cultura, di protezione e sicurezza. Proprio su questi lavoratori, che stanno riempiendo piazza del Popolo, sta calando la manovra economica e finanziaria del Governo. Una manovra ideologica che attaccando i lavoratori pubblici attacca i servizi ai cittadini, facendo pagare il costo della crisi a chi più degli altri l'ha subita.

    Cosa stanno chiedendo questi lavoratori? Che non si blocchi il rinnovo dei loro contratti, che non gli vengano tagliati gli stipendi, che non vengano tagliati posti di lavoro, che i servizi pubblici ai cittadini vengano mantenuti e siano di qualità. Diritto alla salute, diritto allo studio e alla formazione per l'arco della vita, alla sicurezza, alla cultura.

  • 16:00

    Epifani, manovra è "iniqua: a pagare sono sempre i soliti"

    La manovra economica è "iniqua: a pagare sono sempre i soliti", così il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, sfilando nel corteo che è da poco entrato a Piazza del Popolo, dove terrà il comizio conclusivo.

    Secondo Epifani, "la manovra colpisce solo alcuni e non stimola l'economia, gli investimenti e soprattutto l'occupazione dei giovani. Insieme a tutto questo - ha aggiunto - è una manovra che non contiene nessuna riforma".

    Lavoratori e pensionati i più colpiti dalla manovra economica

    "Manifesto perché un lavoratore pubblico come me a 35 anni con il blocco degli scatti non è in grado di sostenere il costo della vita qui a Roma" lo dice Giovanni da un anno dipendente del Comune di Roma dal corteo che sta ancora sfilando tra le vie della Capitale.

    "I pensionati sono tra i più colpiti dalla manovra perché con il taglio agli enti locali di circa 12 miliardi di euro avremo una riduzione molto severa dei servizi come trasporto pubblico sanità ed assistenza per questo anche noi siamo qui a manifestare", lo dice Aldo dello SPI CGIL di Perugia.

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