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Itala Massa, Coordinamento nazionale immigrati FLC CGIL - Campania

Abstract dell'intervento

La Campania risulta emblematica all’interno del quadro di cambiamenti che hanno caratterizzato negli ultimi anni il volto dell’immigrazione italiana. Vi sono delle tendenze in atto che fanno ipotizzare che non si possa più parlare di questa regione solo in termini di area di soggiorno temporaneo o di transito dei migranti, per lo più irregolari, diretti verso aree che, come l’Emilia Romagna, presentavano capacità attrattive per le opportunità di stabilità lavorative. Sono 131.335 gli immigrati residenti in Campania, un dato più che raddoppiato nell'ultimo decennio, che rappresenta il 3,4% della presenza italiana. Riferita al solo Meridione, invece, la percentuale sale addirittura al 37,3%, collocando quella campana come prima tra le regioni meridionali quanto a presenza di migranti. Tra il 2007 ed il 2008, inoltre c'è stato un ulteriore incremento nell'ordine del 14,4%. Il tasso d'incidenza sul totale della popolazione residente è del 2,3%. E' quanto risulta dal Dossier Caritas Migrantes 2009. Alle stime andrebbero poi aggiunti, secondo l’Ufficio Immigrati Cgil Campania, non meno di 50.000 immigrati irregolari soggiornanti sul territorio campano; tra questi ultimi, si troverebbe anche il 75% dei 1.500 senza dimora che vivono nella sola città partenopea e che, in un solo anno, sono aumentati del 30%.

La Campania si colloca al 7° posto tra le regioni italiane, Napoli e la sua provincia detengono nel 2008 il primato tra le province campane e meridionali: ospitano il 46,6% dei migranti residenti in regione (61.169 persone), con un incremento di presenza, rispetto al 2007 del 13% Napoli è diciassettesima, per presenze di immigrati, tra i capoluoghi di provincia italiani, ma unica nel Meridione a superare (quasi raddoppiandolo) il tetto delle 32.000 presenze. La provincia di Napoli, coi suoi 53.725 immigrati soggiornanti (di cui quasi il 61% sono donne), assorbe quasi il 47% del loro totale in regione. Il 63% dei residenti stranieri nel capoluogo campano sono donne. Tale caratteristica di genere, che accomuna tutti i capoluoghi di provincia della regione, è certamente dovuta alla maggiore presenza femminile nei servizi di assistenza e cura domiciliare (le “badanti”). La seconda provincia, in ordine decrescente di presenza, è quella di di Salerno,con 25.432 immigrati residenti (22,2%), in cui negli ultimi anni si è osservata la crescita più significativa delle presenze, soprattutto nel capoluogo e in alcune aree di sviluppo economico, anche agricolo, come la Piana del Sele e dell’Agro Nocerino-Sarnese. La provincia di Caserta è al terzo posto (23.252, pari al 22,2% del totale regionale). Va doverosamente ricordato che in questo territorio si è osservata la maggiore presenza di immigrazione stagionale in agricoltura, edilizia e cave di tufo nell’area tra Aversa e il litorale flegreo (Villa Literno e Castelvolturno). Negli ultimi anni, si registra un rallentamento nella crescita delle presenze di soggiornanti a favore di altre zone della regione, caratterizzate da una maggiore incidenza dell’immigrazione proveniente dai paesi dell’Est Europa, soprattutto femminile. Si tratta infatti dell’area in cui sono maggiormente rappresentate, nell’ambito del quadro regionale delle presenze, le comunità dell’Africa sub­sahariana.

Con consistenze certamente inferiori alle precedenti, troviamo la provincia di Avellino che conta 8.375 residenti stranieri (7,3% del totale regionale) e quella di Benevento (4.008 pari al 3,5%). Si tratta di due province che presentano delle analogie sia dal punto di vista della composizione demografica dei flussi sia dal punto di vista degli inserimenti lavorativi. Esse sono accomunate da una modesta capacità attrattiva degli immigrati, che comunque si concentrano oltre che nei capoluoghi, soprattutto nelle zone della Valle Caudina e nella Piana di Telese. Il fenomeno migratorio in crescita anche nelle zone più interne, segnatamente l'Irpinia ed il Sannio: la provincia di Avellino arriva a sfiorare le diecimila presenze (9.516), ospitando il 7,2% dei migranti regolarmente residenti in regione, segnalando un incremento rispetto all'anno precedente del 13,6%. La provincia di Benevento, benché ultima tra le campane (4.818 migranti regolarmente residenti, pari ad una percentuale del 3,7% del totale regionale) fa però registrare il migliore incremento rispetto al 2007 (+ 20,2%), il più alto tra le province campane. Sul versante delle provenienze degli immigrati residenti in Campania non si registrano sostanziali novità: Ucraina, Marocco, Polonia, Albania, Cina, Sri Lanka, Tunisia, Algeria, Romania sono le comunità di migranti più presenti sul territorio. L'analisi delle differenze di genere conferma, ancora una volta, la prevalenza di quello femminile (58,5% vs. 41,5% della componente maschile).
L'incidenza del genere femminile, si accentua nelle province di Benevento (61,0%), Avellino (60,9%), Napoli (60,6%), a testimoniare probabilmente l'elevato numero di donne straniere che, in contesti più marcatamente metropolitani e/o cittadini, si dedicano ai lavori di cura come alla collaborazione domestica.
Al contrario, in quelle di Salerno (57,6%) e, soprattutto, Caserta (53,3%) diminuisce poichè in queste province, è sicuramente più richiesta manodopera per lavori stagionali, più pesanti e disagiati.

Emergono, in Campania, aspetti interessanti sulla composizione demografica: tra questi, il crescente numero di bambini e minori stranieri. A partire dalla seconda metà degli anni ’90, si è avuta una progressiva variazione demografica con la presenza, sempre più numerosa, di nuclei familiari e di bambini e ragazzi nelle scuole, fenomeno in precedenza piuttosto sporadico. I minori stranieri, in Campania, sono stimati in 14.920 unità, con un’incidenza dell’8,9% sul totale della popolazione straniera residente. Le province nelle quali si registra una maggiore incidenza di minori sono quelle di Avellino (13,1%) e Benevento (10,5%).

In Campania, convivono immigrazione e nuova emigrazione: cresce la precarizzazione del lavoro degli immigrati e le esasperazioni indotte dalla vigente legislazione portano sempre più immigrati ad intraprendere percorsi senza vie d’uscita cioè ad emigrare nuovamente. Il grado di precarietà del lavoro, la crescente disoccupazione, la scarsa presenza di servizi aumenta il disagio e la difficoltà di accettazione dell’altro e la tensione tra autoctoni e migranti, si sta pericolosamente spostando dal lavoro (ormai quasi più nessuno abusa del luogo comune secondo il quale gli immigrati ci rubano il lavoro) alle prestazioni di welfare, innescando così una pericolosissima “guerra tra poveri”. Sono ferme le politiche abitative, mentre aumenta la ghettizzazione degli immigrati, metropolitana come rurale, centrale come periferica. Degrado e sporcizia, contraddistinguono il quotidiano di troppe persone: non è facile esigere decoro sociale da chi non si vede riconosciuta alcuna dignità.

CAMPANIA SCUOLA
Dai dati forniti dal MIUR emerge una distribuzione della popolazione studentesca priva di cittadinanza italiana tutt’altro che scontata. La Campania e il sud infatti sono posizionati agli ultimi posti delle varie tabelle che il Ministero ha elaborato a partire dai dati raccolti per l’anno scolastico 2007/2008. E così solo 2.401 sono gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia per ordine e grado di istruzione presenti nella regione Campania. Questa cifra è l’1,2% dell’incidenza sul totale degli alunni della regione sempre nell’anno scolastico 2007/2008.Questo dato potrebbe avere molte spiegazioni, dalla minore forza attrattiva del nostro territorio alla minore necessità per gli stranieri della nostra regione di iscriversi a scuola, ma che conduce anche a constatare il ruolo marginale che la scuola può avere nel sud, e in Campania, a favore di politiche di integrazione. Sta di fatto che le regioni prime in classifica sono quelle centro-settentrionali, mentre tra le province spicca il primato di Prato che va a superare Milano con il suo 15,2% di incidenza straniera sulla popolazione scolastica italiana. Eppure la presenza dei bambini stranieri è fortemente cresciuta negli ultimi anni da questo dato è facile comprendere come l’interculturalità e, in particolare, la pedagogia interculturale stia diventando un discorso sempre più presente nella Campania e nel Sud.

Nelle diverse esperienze didattiche delle scuole di ogni ordine e grado della Campania si è affermato il principio del coinvolgimento degli alunni italiani in un rapporto interattivo con gli alunni stranieri/immigrati, in funzione del reciproco arricchimento..

Non vi è stato alcun dubbio nell’elaborazione degli organici sull’applicazione della norma mai abrogato in cui si legge che l’iscrizione scolastica può avvenire in qualunque momento dell’anno e che spetta al Collegio dei docenti formulare proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi, evitando la costituzione di sezioni in cui la loro presenza sia predominante, e definire, in relazione ai livelli di competenza dei singoli alunni, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento. Non può essere trascurato nella nostra riflessione il quadro grave che si sta profilando in Regione Campania
relativamente alle politiche di governo che stanno mettendo in ginocchio l’intero sistema di Istruzione e che indeboliscono, quando non vanificano il lavoro svolto a favore dell’integrazione degli alunni stranieri, ma anche dei tanti che abbandonano la scuola e che per noi sono un’emergenza sociale.

Tutte le azioni positive messe in campo hanno fatto il conto solo in quest’anno scolastico col taglio di 8000 posti in organico di Docenti ed ATA in particolare nella scuola primaria, dove come risulta dalle statistiche allegate, vi è la maggiore presenza di stranieri; di questi 8000 ben 4500 nella sola provincia di Napoli. Particolarmente importante per noi è stato l’intervento dell’Assessorato all’Istruzione della Regione Campania che con un lungimirante protocollo d’intesa col Ministro Fioroni ha consentito di poter fare contratti a circa 800 docenti, in particolare della scuola primaria, già dallo scorso anno scolastico, arginando il collasso del sistema di istruzione pubblica e dell’occupazione nella nostra regione.

E’ chiaro che in questo quadro ogni azione rivolta all’inserimento si stranieri bambini ed adulti assume una particolare importanza. Molte sono le esperienze positive che si sono avute in Campania, ne ho allegate due di altrettante scuole di Napoli che agiscono in due diverse municipalità e si rivolgono a due diverse comunità presenti nei rispettivi territori: la comunità Rom per l’IC 65°- Marotta e quella cinese per l’IC Bovio Colletta.

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