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I compagni della FLC Cgil si rivolgono ai manifestanti per chiedere le loro impressioni e le loro valutazioni. Pubblichiamo le prime dichiarazioni.
Luisa di Rovigo e Giovanna di Siracusa
Luisa, una maestra di Rovigo, è qui perché non ne può più: ad ogni cambio di governo si interviene sulla scuola primaria senza mai chiedere, a chi è a scuola e ci lavora, cosa deve cambiare. I cambiamenti devono avvenire con un confronto diretto con gli operatori della scuola. Non si possono sempre subire. Giovanna di Siracusa è alla manifestazione con la sua figliola. Dopo un lungo viaggio in treno durato tutta la notte è qui per protestare affinché sua figlia abbia un'istruzione pubblica di qualità. Il grave stato anche dell'edilizia scolastica siciliana, dichiara, mette in discussione ancora di più i tagli previsti da questa manovra economica.
Esponenti politici alla manifestazione
Sono presenti alla manifestazione per la scuola esponenti della politica di centro sinistra. Tra i primi ad arrivare sotto la pioggia l’on.
Garavaglia, Bastico, Rusconi. Hanno ribadito la loro contrarietà alla politica dei tagli alla scuola e all’Università. Hanno dichiarato che sarà utilizzato ogni strumento a loro disposizione per ostacolare questo tzunami che si sta abbattendo sulla scuola, ricerca e università anche con l’utilizzo del referendum per l’abrogazione di quelle norme che individuano solo tagli e che surrogano il ruolo degli enti locali.
Le adesioni degli enti locali alla manifestazione .
Continuano ad arrivare i rappresentanti degli Enti Locali, assessori regionali, provinciali e molti sindaci con la fascia tricolore. E’ presente anche il Presidente della commissione istruzione delle Regioni on. Costa, la quale ribadisce il ruolo delle Regioni nel campo dell’istruzione che non può essere minimamente commissariato rispetto a quelle che sono le loro competenze. Le Regioni sono disponibili ad un confronto con questo governo, ma ad oggi non è mai avvenuto, su temi che vanno a ledere quel che sono i principi costituzionali, quali la sussidiarietà in campo di istruzione e formazione. |
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Vito insegna in un liceo classico di Trapani. Siamo in tanti da così lontano, perfino da Erice e Favignana. Vogliamo unire l'Italia dal nord al sud: solo la scuola lo può fare. E poi ci devono rinnovare i contratti per migliorare le condizioni di vita di questo Paese.
Da Sondrio, Massimo insegnante di scuola superiore
Siamo partiti in pullman unitario ieri sera alle otto. A Sondrio non c'e molto movimento ma molta attesa si. Pensiamo che oggi lo sciopero sarà totale nelle elementari e maggioritario nella media e nelle superiori. Sicuramente avrà la adesione più alta del normale.
Da Udine, le proteste di Filippo
Filippo, insegnante tecnico pratico, sta srotolando uno striscione: "No itp? No laboratori!". E' preoccupato perché dalla prossima settimana arriveranno i nuovi piani orari degli istituti tecnici che prevedono una riduzione delle ore di laboratorio. In questa maniera, dice, si chiameranno istituti tecnici ma saranno praticamente dei licei.
Dalla Locride, Sandro ci parla dell'adesione allo sciopero
Siamo partiti ieri sera alle 21 con 5 pullman pieni. Adesione fortissima, stimiamo tra il 60 e il 100% a seconda delle scuole. Molti equivoci sulla garanzia dei servizi minimi a causa di pressioni da parte dei dirigenti scolastici perché tra gli Ata lo sciopero e praticamente totale.
Da Roma, Rosalba insegnante e madre
La riforma della Gelmini è fatta per costringere gli italiani a mandare i figli alle scuole private. Ci ridurranno come in America che per andare nelle scuole pubbliche ci vuole la pistola.
Sofia, docente di Aosta: "Non difendiamo privilegi"
Sofia insegna in un istituto professionale di Aosta dopo un viaggio lungo e faticoso (sono partiti alle 22.00 di ieri sera).
"Sono qui perché credo fermamente in questa manifestazione. Sono contraria alla sostanza, ma anche al metodo utilizzato. Anche se noi siamo una Regione autonoma con normative speciali, siamo qui per sostenere tutti gli altri colleghi che subiscono questa controriforma. Sul pullman cerano tutte le sigle: questo dovrebbe far pensare. Non si difendono privilegi ma la qualità della scuola. La preoccupazione è che dopo la scuola si tocchi anche altro, sanità, ecc., senza nessuna discussione in Parlamento".
Luciana, docente a Mirano: "Solidarietà tra i popoli"
Luciana insegna inglese in una prima ITI di Mirano (Ve). Nella sua classe ci sono 7 cinesi 2 moldavi e 2 rumeni.
"Stiamo lavorando sull'inglese come lingua veicolare di culture diverse. Invece di creare barriere si creano punti di contatto e si sviluppa la solidarietà tra i ragazzi. Questa è la vera soluzione per l’integrazione".
Maddalena, insegnante di un liceo romano
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