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La seconda giornata del convegno è aperta da Salvatore Tripodi, centro nazionale FLC Cgil, che illustra lo svolgimento dei lavori e i temi che saranno affrontati successivamente.

È Giusto Scozzaro, segretario generale della FLC Cgil Sicilia, ad aprire la serie di interventi.

Il 2008 è stato dichiarato dall'Unione Europea Anno europeo del dialogo interculturale : la diversità culturale viene considerata come uno dei propri più importanti patrimoni.

La scuola è un laboratorio privilegiato per educare alla convivenza civile e costruire percorsi di inclusione capaci non solo di accogliere, ma anche di valorizzare tutti gli alunni, trasformando le diverse provenienze culturali in opportunità di crescita individuale per gli italiani e per gli stranieri.

Il tema dell'alterità, delle differenze è, secondo Scozzaro, un processo "senza ritorno". È anche un tema che vede misurarsi schieramenti contrapposti piuttosto netti. Ecco perché abbiamo voluto costruire una serie di appuntamenti di riflessione sul fenomeno degli stranieri in Italia nel rapporto società-scuola-istituzioni.

Nello scenario globalizzato, prosegue Scozzaro, l'esigenza di salvaguardare le proprie radici, le proprie peculiarità o diversità senza conflitti, o innalzare muri è pregnante non solo nel dibattito tra gli studiosi, ma anche nel sentire" delle persone.

La CGIL, che si è sempre opposta ad una cultura assimilativa e allo scontro di civiltà, può e deve lavorare per incrementare la cultura cosmopolita e l'attenzione verso la scuola vuole essere parte di questa strategia.

In Italia ci sono tante esperienze ma non c'è un modello vero e proprio, un progetto politico e culturale; eppure ci sono 600 mila alunni stranieri, di cui 400 mila di seconda generazione, e tra pochi anni saranno oltre un milione. La scuola, dunque, sarà sempre più interculturale e non può essere lasciata sola dalle istituzioni statali, regionali e locali. Invece, l'altra faccia della medaglia sono le ridicole risorse del Ministero, la colpevole disattenzione degli Enti Locali, l'assenza di una politica regionale sull'integrazione sociale tranne gli interventi di educazione degli adulti finanziati con risorse comunitarie che l'attuale Governo nazionale ha di fatto cancellato con i provvedimenti sugli organici.

Scozzaro richiama la situazione siciliana, ampiamente illustrata ieri dal dott. Gentile. Condizioni difficili da gestire per la scuola, e per gli insegnanti in particolare, con esperienze sul campo rivelatrici di potenzialità, ma anche di difficoltà. In queste realtà gli insegnati per primi, ma anche tutto il personale della scuola, devono far fronte a problemi di ordine sociale, ma a problemi di carattere professionale.

I dati di ieri hanno messo in evidenza il trend in aumento degli alunni stranieri con un +30% nell'ultimo anno. La scarsa conoscenza della lingua italiana, la mobilità lavorativa dei genitori, le condizioni economiche e la frequenza dell'anno scolastico a corsi inoltrati sono tra le cause che determinano la dispersione scolastica degli alunni immigrati in Sicilia. Eppure, il Ministero dell'istruzione riduce le risorse destinate alle scuole.

Di fronte alle richieste non solo di autonomia culturale, ma di propri curricula da parte delle minoranze, quale atteggiamento deve assumere lo Stato, che ha fatto dell'omologazione culturale lo strumento principale dell'assimilazione dei diversi gruppi sociali, e culturali nel corso della sua formazione e stabilizzazione? Non possiamo non interrogarci su questo.

Bisogna garantire a tutti i minori (anche senza permesso di soggiorno) l'accesso all'esercizio del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione. Bisogna porre la scuola nelle condizioni di favorire un'uguaglianza delle opportunità e una piena cittadinanza. È necessario facilitare la comunicazione fra scuola e famiglia e formare in modo specifico all'educazione interculturale e alla pro-socialità tutto il personale scolastico. È necessario sostenere esperienze interculturali all'interno di singole scuole e di reti di scuole e favorire la costruzione dell'identità cosmopolita.

La sfida è quella di costruire valori condivisi e orizzonti comuni a partire da radici e storie differenti. La FLC siciliana lancia una proposta all'Ufficio Scolastico Regionale, all'Assessorato Regionale Pubblica Istruzione, alla formazione professionale e agli Enti Locali per avviare la campagna Per una scuola interculturale… oltre le parole, i fatti. Un progetto che definisca un programma di iniziative nelle scuole e nei Comuni attraverso incontri e azioni progettuali per sviluppare la cultura della diversità. E' un punto di partenza.

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