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Viene data la parola al professore Massimo Livi Bacci – Senatore dell’Ulivo che parlerà di “immigrazione: dati, proiezioni, prospettive future sulla società italiana”.

Il Senatore apre il suo intervento con una panoramica su quelle che sono le prospettive della società italiana con il contributo delle nuove immigrazioni e la loro cultura.

Il fenomeno dell’immigrazione in Italia è recente, da solo una generazione è presente nel nostro Paese, non abbiamo ancora fatto tesoro delle esperienze positive che si sono avute in questi anni.

Spesso si ha la sensazione che sia un fenomeno, non governato e non governabile; è un fenomeno in forte ascesa sono circa tre, quattro milioni i non italiani che vivono nel nostro Paese, evento di cui non siamo certi nella misurazione. Negli ultimi dieci anni si è avuto un incremento di circa duecentomila persone l’anno, cifra simile a quella degli Stati Uniti, paese fortemente aperto all’immigrazione e di antiche tradizioni. Insieme alla Spagna e alla Grecia siamo il Paese con maggiore presenza di immigrati.

In alcune zone del nostro Paese è una presenza di massa, le nascite di stranieri in certi territori è fortemente alto e molto presto influirà sulle presenze anche nelle scuole.

Perché questo fenomeno è in rapida crescita? C’è un forte divario tra il nord e il sud del mondo; distanza assoluta sia in campo economico sia in crescita di natalità.

In Francia e in Germania, ad esempio, si hanno ottocento, novecento mila nascite all’anno, in Italia ne abbiamo circa cinquecento, seicento l’anno. La popolazione giovane autoctona diminuisce negli anni, si crea un vuoto nella società, in quella che produce e viene coperta dall’immigrazione che sarà così maggiormente stimolata.

Un’economia particolare, un fortissimo sommerso di circa il 17% dell’economia nazionale porta che il 20% della forza lavoro è irregolare. Dobbiamo riconoscere che dove ci sono questi fattori la domanda di lavoro straniero purtroppo ha una richiesta maggiore. Occorre prosciugare il sommerso solo così non ci saranno forme di irregolarità; abbiamo ancora forme di attività che hanno bisogno di molto lavoro manuale: agricoltura, edilizia, turismo, assistenza alla persona. Abbiamo un settore familiare poco assistito dalle strutture pubbliche, un welfare debole rispetto ad altri Paesi, c’èun’alta domanda di lavoro domestico sostitutivo, si richiede un welfare forte per permettere alle donne di lavorare, condizione che permette alla famiglia di avere un tenore tale da poter fare famiglia. Il forte sommerso, il welfare debole, economia legata al lavoro di bassa qualificazione, bassa mobilità della persona sono le condizioni che hanno maggiormente incentivato l’immigrazione. L’economia, i nostri sistemi di vita influiranno molto rispetto al numero di nuovi immigrati. La scommessa più importante è sulle generazioni, successive, queste si attendono una società aperta, una mobilità sociale. La scuola, la cultura saranno la chiave di volta perché le seconde generazioni non rappresentino gruppi di conflitto, ma si integrino in modo aperto. Integrazione che va guidata con norme, indicazioni nazionali che permettano agli enti locali di interagire per una migliore inserimento.

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