FLC CGIL

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La relazione introduttiva è curata da Piero Soldini, Responsabile Immigrazione CGIL.

"Nell’anno scolastico trascorso (2005-2006) gli alunni stranieri iscritti nelle scuole sono stati 430.000 pari al 4,8% del totale della popolazione scolastica, ma non abbiamo ancora un piano strutturato di interventi e investimenti.

Nel corso di questo anno scolastico supereranno il mezzo milione, perché la crescita, in questi ultimi anni, viaggia a circa 60-70 mila l’anno, e siamo ancora in una situazione in cui questo tema è in gran parte sulle spalle degli insegnanti, della loro sensibilità e responsabilità, sulla loro disponibilità a sacrificarsi e sperimentare.

C’è uno scarto fra il numero dei ragazzi nelle scuole ed il numero dei minori stranieri che, sono circa 1/5 del totale della popolazione immigrata, (650-700.000) e quindi mancano all’appello molti ragazzi che non vengono intercettati dal sistema educativo-scolastico e questo segnala un enorme problema di abbandono che s’incrocia al fenomeno grave del lavoro minorile, dei bambini non accompagnati, fino ad arrivare ai segmenti più raccapriccianti della prostituzione, dello schiavismo e del mercato degli organi.

Per quanto riguarda invece i ragazzi presenti nelle scuole cominciano ad affiorare dati preoccupanti sul loro ritardo scolastico ed anche qui sarebbe quanto mai utile costituire un osservatorio sulle discriminazioni in questo ambito nei confronti degli alunni stranieri, un organismo indipendente che oltre al monitoraggio abbia anche poteri prescrittivi e sanzionatori.

Noi dobbiamo promuovere un modello di società interculturale basato sul riconoscimento, il confronto e la contaminazione. Più che d’integrazione dobbiamo parlare di interazione fra diversità

In secondo luogo occorro affrontare la questione della laicità dello Stato e della scuola pubblica ed in questo senso è necessario che il Parlamento vari una legge sulle libertà religiose.

L’insegnamento della lingua e l’educazione civica e socio-culturale va organizzata ed estesa non solo ai ragazzi ma anche ai loro genitori ed in questo senso occorre promuovere il ruolo dei CTP (Centri Territoriali Permanenti).

Noi come CGIL pensiamo che si possano utilizzare in questa impresa due importanti istituti contrattuali:

  • il primo è un istituto relativamente giovane che regola i fondi interprofessionali per la formazione continua;

  • il secondo è un istituto degli anni ’70: le 150 ore.

Chiediamo infine al Ministro Fioroni di aprire un tavolo di confronto sul ruolo della scuola nel raccogliere la sfida dell’educazione interculturale ed auspichiamo che si aprano confronti anche nei territori, dove la CGIL insieme alla Federazione dei Lavoratori della Conoscenza, farà vivere le proprie proposte".

Scarica la relazione integrale.

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