FLC CGIL

15:00

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Santo Inguaggiato apre la sessione pomeridiana del convegno e dà lettura di un messaggio inviato da Enrico Panini, segretario generale della FLC Cgil, trattenuto a Roma da sopraggiunti impegni sindacali.

“Carissime compagne e cari compagni, signore e signori invitati,
oggi non sarò presente ai lavori di questo seminario perché il Ministro della Pubblica Istruzione ha convocato i segretari generali dei sindacati del comparto scuola per affrontare alcune delicate questioni che riguardano l’attuazione della Legge Finanziaria per il 2008.

Durante l’incontro i sindacati di categoria porranno questioni aperte da troppo tempo (dalle risorse per il contratto alle questioni relative alle immissioni in ruolo) alle quali va data soluzione in tempi rapidi, senza ulteriori ritardi.

Per intenderci sulla natura dell’incontro: da oggi si potrebbe aprire, se gli esiti dell’incontro con il Ministro saranno insoddisfacenti, una fase di conflitto.

Questa mia lettera non nasce solo da una forma di rispetto e di attenzione per ognuno di voi.

Nasce dalla consapevolezza che con l’iniziativa di oggi per il nostro sindacato riprende, dopo quasi vent’anni dall’ultima occasione, un lavoro sui temi e politiche delle donne e per le donne.

Una questione non solo di straordinaria centralità sempre, ma tanto più centrale in un periodo come quello che stiamo attraversando, contrassegnato proprio da un attacco a tutti i temi principali che riguardano le donne, il loro corpo, i loro sentimenti.

Basti ricordare il referendum sulla procreazione assistita, e lo scontro che lo ha accompagnato, fino ad arrivare ai giorni nostri con l’impegno della maggioranza ad affrontare il tema dei Pacs, poi declinati in versione molto riduttiva in DICO e sottoposti ad ulteriori e continui attacchi da parte della gerarchia cattolica.

L’aggressione in atto alle donne, ma vorrei dire ad un intero impianto legislativo e sociale, è una tendenza di lungo periodo, non rappresenta un fatto tattico.

Dietro all’attacco alla legge 194, tra la fine del 2005 e l'inizio del 2006, o dietro lo scontro sui PACS c’è un attacco alla dimensione laica dello Stato, ad uno Stato che rispetta le convinzioni delle persone e che non interferisce con le scelte personali.

E sulla laicità dobbiamo avere più coraggio.

Esiste un nesso importante fra laicità e libertà, soprattutto di pensiero.

Infatti, lo Stato laico regola la convivenza civile fuori da precetti confessionali di qualunque tipo proprio perché i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge, la quale non interferisce sui comportamenti e le scelte personali dettate dall’adesione a questa o a quella fede.

E’ necessario mettere al centro del nostro agire questo principio, principio che purtroppo nel dibattito politico troppo spesso è mortificato e sostituito da un presunto scontro di civiltà.

Vedo in questo grumo di problemi aperti pienamente coinvolti i nostri settori ed i nostri lavori.

Siamo coinvolti perché le nostre relazioni sono con persone che costruiscono la loro identità e come tale essa non può che essere plurale. Scuola, università, arte, da un lato, e ricerca, dall’altro, possono essere quei luoghi nei quali si alimenta e cresce una dimensione aperta e di confronto.

I luoghi della cultura sono il bacino più proficuo per dare continuità a tali azioni. Perché i luoghi della formazione, in particolare, sono lo specchio della società multiculturale e multi religiosa.

Da qualche tempo è in corso un attacco contro il cosiddetto relativismo etico.

Giulio Gioriello, un filosofo della scienza, scrive “Appare evidente come lo scontro oggi in atto sulla presunta dittatura del relativismo sia uno scontro filosofico sul senso e sulla portata della scienza, della riflessione critica, della tolleranza politica, della scelta morale. Le poste in gioco sono il futuro della ricerca, la possibilità di esercitare qualcosa come la filosofia, definendo le ragioni del vivere civile e le stesse condizioni dell’etica. (…) La questione non riguarda tanto l’abusata contrapposizione tra fides e ratio , quanto quella tra fallibilismo e infallibilismo, tra una verità che non pretende di salvare neanche sé stessa e una verità che promette salvezza a chiunque vi si sottometta, tra una ragione che misura la propria gratuità e finitezza senza aver nostalgia di un fondamento e una ragione che nell’imposizione del fondamento trova il proprio segno e la propria giustificazione”.

L’avversario della laicità non è la religione, perché lo Stato laico non ha una ideologia, ma il suo valore è grande perché è un ordinamento volto a garantire la libertà dell’uomo in quanto soggetto di diritti uguali e cittadino partecipe di una comunità associata.

L’avversario della laicità è l’uso politico della religione in nome di presunti valori da imporre agli altri. Parlo dei cosiddetti “atei devoti” ma anche di una parte della chiesa che si sente assediata da una modernità di cui vede solo degenerazioni e propone a un mondo che ha smarrito i vecchi punti di riferimento etici e culturali l’anacronistica necessità di schierarsi con una parte o con un’altra.

Siamo coinvolti perché facciamo ricerca, lavoriamo con la cultura, contando sulla libertà di ricerca e di insegnamento; questo è il nostro fondamento.

C’è, quindi, una dimensione dell’insegnare e del fare ricerca che attiene strettamente ai valori e alle scelte di fondo della nostra Costituzione, all’etica della collettività che in ogni caso, anche inconsapevolmente, trasferiamo ad altri.

Gli argomenti del seminario di oggi e l’intenzione di riaprire una iniziativa sui temi delle donne si muovono con piena consapevolezza del contesto nel quale ci troviamo e del ruolo che dobbiamo svolgere come Federazione Lavoratori della Conoscenza.

Ma altre questioni si affacciano immediatamente: le donne nel sindacato, le donne nei nostri luoghi di lavoro, le donne che studiano, ecc.

Insomma, avremo molte altre occasioni per incontrarci.

Buon lavoro ed un grazie alle compagne ed ai compagni della Sicilia per aver accolto la nostra richiesta di svolgere qui a Palermo questa iniziativa e per la competenza che sanno esprimere in ogni occasione”.

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Nei prossimi giorni potrai firmare
per il referendum abrogativo.

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