FLC CGIL

10:00

Decrease text size Increase  text size

L'apertura dei lavori è di Franco Buccino, Segretario generale della FLC Campania.

"Ci sono iniziative che capitano al momento giusto ed altre meno, si sa. Ma mai iniziativa, come il convegno sul precariato che si apre qui questa mattina, è così tempestiva rispetto al dibattito politico in corso in questi ultimi giorni e settimane. Se il neopresidente del Senato, Marini, appena eletto, ha detto in modo accorato che occorre dare ai giovani chance e futuro: " I nostri giovani, le nostre conoscenze, la nostra capacità di ricerca e di evoluzione tecnologica sono i fattori strategici da valorizzare insieme alle capacità produttive del Centro-Nord e alle straordinarie potenzialità del Mezzogiorno", Fausto Bertinotti, insediandosi alla presidenza della Camera, ha sostenuto: “Per anni, non solo questi ultimi, si è vissuto un oscuramento nel mondo del lavoro: un lavoro che ha subito spesso una svalutazione sociale, alla fine della quale è spuntata drammaticamente la precarietà come il male più terribile del nostro tempo. Io penso che sia intollerabile. Perciò, dobbiamo riprendere il filo di un diverso discorso, per restituire il futuro alle nuove generazioni, che ce lo chiedono in molti modi, ma che ce lo chiedono così intensamente”. E a Prodi, che dopo aver vinto le elezioni si appresta a formare il nuovo governo, a Prodi che ha inserito nel suo programma politiche per i giovani e il superamento del precariato - è venuto a dircelo a Rimini insieme con il deciso no alla politica dei due tempi -, a Prodi Guglielmo Epifani ha ricordato le priorità delle scelte programmatiche della CGIL nel suo ultimo Congresso, avanzando al futuro Presidente del Consiglio i temi che il prossimo Governo deve tenere al centro della sua azione: “Sviluppo, lotta alla precarietà, anziani, pensionati, scuola”.

Anche la FLC Cgil si rivolge al nuovo Governo. In un recented documento della segreteria nazionale si chiedono interventi di lungo periodo finalizzati a rivedere l’intera legislazione sul mercato del lavoro e interventi di breve periodo con un’operazione straordinaria di reclutamento e assunzione nei ruoli per tutti i comparti della conoscenza. Quest’ultima misura è urgente, visto che nei prossimi anni dalla sola scuola usciranno per raggiunti limiti di età circa 400mila tra docenti e Ata.

La FLC Cgil intende, dunque, dare centralità alla lotta contro la precarietà in coerenza con gli impegni assunti nel suo recente Congresso. Nella risoluzione sul precariato abbiamo scritto: “ A partire dall’analisi sul lavoro precario del mondo della conoscenza, che ci consegna una vera emergenza sociale e istituzionale, il 1° congresso della FLC Cgilimpegna gli organismi dirigenti ad assumere la questione precarietà fra le priorità della sua azione politica, per contrastare questo stato di cose, favorendo politiche del lavoro fondate sui diritti e l’equità e ad implementare la sua azione politica e vertenziale in questo settore”.

E poiché mi trovo a citare il documento, ne sottolineo altri due punti importanti: “ Il Congresso impegna la FLC Cgil a favorire la partecipazione di questi lavoratori e lavoratrici proseguendo nella ricerca di un accordo con le altre organizzazioni sindacali per estendere ai lavoratori precari della ricerca e dell’università, il diritto ad eleggere le rappresentanze sindacali unitarie.

Le strutture FLC Cgil si impegnano a garantire loro (= ai precari) la partecipazione alla vita sindacale, inserendoli nelle strutture organizzative del sindacato.”

La precarietà, che ha pervaso tutti gli ambiti del lavoro, dilaga nei settori della conoscenza assumendo fisionomie varie che vanno dalle mille forme dei lavori parasubordinati ai tempi determinati sempre meno garantiti; in questi settori danneggia la qualità dei sistemi, ne compromette la funzione sociale, crea forti ingiustizie e disparità fra i lavoratori. Precario è il 20% del personale della scuola statale, precario il 50% del personale dell’università, della ricerca, dell’Afam, della scuola non statale e il 70% della formazione professionale. Di tutte queste persone la FLC Cgil si fa carico, convinta com’è che una delle conseguenze della precarizzazione del rapporto di lavoro è lo sradicamento di questi lavoratori dalle naturali categorie di appartenenza che sole potranno garantire loro, oltre ai diritti primari e alle tutele, una prospettiva di superamento definitivo della precarietà.

Il convegno è l’occasione per approfondire i problemi, è l’occasione per aprire il confronto con i politici sulle iniziative da attivare per dare una risposta in tempi rapidi a questo drammatico problema, è soprattutto l’occasione per la FLC Cgil, nella prima iniziativa sul precariato nell’insieme del mondo della conoscenza, di mettere in campo le sue idee e le sue azioni contro la precarizzazione. La denominazione del nostro convegno convegno-manifestazione ne sottolinea la specificità, il titolo “Mai più precari!”ne esplicita l’obiettivo più profondo. Abbiamo la consapevolezza di dare oggi l’avvio a una grande stagione, di cui già abbiamo fatto esperienza nei nostri sindacati di origine negli anni settanta e ottanta quando ci conquistammo le leggi per le immissioni in ruolo, e insieme conquistammo alla democrazia le scuole e le università, facendo fare ai nostri sindacati l’esperienza più alta di confederalità, un equilibrio praticamente perfetto tra interessi categoriali e interessi generali.

Questa iniziativa parte da Napoli e dalla Campania. Da dove altro poteva partire! Da Napoli abbiamo voluto con forza questo convegno. Si direbbe che dove la precarietà è eretta a sistema il lavoro stesso non possa essere che precario. E certo il lavoro precario, così diffuso da noi, si confronta con il lavoro nero, con il lavoro minorile, con la disoccupazione. I nostri precari vivono a contatto con queste realtà, ma ne traggono forza e determinazione per ribaltare la loro situazione. Non accettano mezze misure nella lotta alla precarietà, sono sufficientemente smaliziati per cadere nella trappola di una flessibilità buona, hanno combattuto generosamente in prima linea contro le cosiddette riforme Moratti e hanno pagato il tributo più alto in termini di posti e in termini di condizioni di lavoro ancora più incerte. Nella ricostruzione del dopomoratti meritano, insieme con i altri precari, l’attenzione dell’intero paese. Sicuramente hanno l’attenzione e la solidarietà dei lavoratori della conoscenza a tempo indeterminato, che stamattina rappresentano al nostro convegno una buona fetta di partecipanti. E proprio l’unità dei lavoratori, nel nostro caso l’unificazione dei lavoratori della conoscenza a qualunque settore appartengano e in qualunque stato si trovino, ci porterà fino al pieno raggiungimento del nostro obiettivo: l’eliminazione del precariato."

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Nei prossimi giorni potrai firmare
per il referendum abrogativo.

APPROFONDISCI