FLC CGIL

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Interviene Giusto Scozzaro, responsabile nazionale dell'Esecutivo della Formazione Professionale FLC Cgil, il quale sottolinea come il seminario di oggi intenda segnare un passo in avanti nella nostra elaborazione congressuale sul comparto che è al centro dello scontro sociale in atto, e che ha messo in discussione le proposte della CGIL contenute nel patto per il lavoro del 1996 e nel patto per l’occupazione del 1998.

Il nostro progetto, prosegue Scozzaro, tenta di affrancare la formazione professionale da quel ruolo di subalternità, ora alla scuola ora al lavoro, che da sempre le opposte tifoserie gli hanno assegnato. Vogliamo costruire un sistema nazionale di formazione professionale con una sua identità, con un suo ruolo e con la sua autonomia; un sistema visibile e identificabile con la qualifica professionale che deve essere una sua esclusiva prerogativa.

Il settore attraversa una fase di crisi dovuta anche alle scelte sbagliate delle Regioni sulle sperimentazioni triennali, con minacce di licenziamenti di centinaia di lavoratori in Sardegna, Lombardia e Veneto senza copertura sociale. Bisogna estendere gli ammortizzatori sociali anche a questo comparto che è soggetto a continui cambiamenti dell’offerta formativa e quindi soggetto a continui adeguamenti delle professionalità dei lavoratori. Anche per questo occorre aprire insieme a CGIL, CISL e UIL una vertenza nazionale sulla formazione professionale .

Le Regioni devono rivedere i dispositivi di accreditamento delle strutture formative con clausole stringenti sull’applicazione del contratto nazionale della formazione professionale. Inoltre, devono garantire una formazione professionale che costituisca un’attività di interesse pubblico e sociale per l’accesso al lavoro e svolgere ruolo politico attraverso un loro “protagonismo sindacale” in una gestione delle risorse che non è neutra rispetto agli istituti contrattuali e visto che gli operatori sono pagati interamente con queste. Un sistema di formazione professionale per il lavoro e nel lavoro ha bisogno di una regia nazionale delle strategie di sviluppo locale, ha bisogno della certezza delle risorse per diventare una opportunità per chi vuole entrare dopo l’obbligo scolastico nel mondo del lavoro. Non può basarsi su finanziamenti aleatori o sussidiari e su riduzioni costanti del costo del lavoro che portano inevitabilmente ad abbassamento di qualità e ad una precarietà selvaggia.

Insieme a CISL e UIL scuola è stato elaborato un documento unitario per avviare la fase negoziale per il rinnovo contrattuale e aprire un confronto con il Coordinamento delle Regioni sull’accreditamento, sulle risorse finanziarie, sulle crisi regionali e gli ammortizzatori sociali, sul ruolo delle regioni nella contrattazione, sulle qualifiche professionali e la certificazione dei crediti.

Rilanciamo la proposta di aprire subito il negoziato per il rinnovo contrattuale a partire dalla definizione di un protocollo politico di riferimento e dagli aumenti salariali.

La prossima piattaforma contrattuale dovrà affrontare alcune priorità: il trattamento economico e la valorizzazione professionale, l’allargamento delle tutele per il lavoro non subordinato, la previdenza integrativa, le salvaguardie occupazionali, l’orario di lavoro, i diritti sindacali e la rappresentanza, la contrattazione regionale e la bilateralità.

Scarica la relazione integrale

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