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Antonio Giacobbi, Segretario Generale Cgil Scuola del Veneto, affonta il tema del "tempo" come risorsa pedagogica: Ecco il suo intervento: "tra la nostra idea di scuola, di bambino, di apprendimento e quella della Moratti la distanza è
enorme, incolmabile. Non vi sono mediazioni possibili.Tra gli elementi che mi portano a questa conclusione vi è la riduzione del tempo scuola e in particolare la prevista fine dell’esperienza del tempo pieno edel tempo lungo. Nonostante ciò che il Miur ha pubblicato come commento allo schema di decreto legislativo sulla scuola dell’infanzia, elementare e media, il testo degli articoli è chiaro: viene abrogato l’art. 130 del testo unico del 1994, l’unico articolo cioè in cui si parla del tempo pieno. Il ministro e i sottosegretari contestano la nostra lettura e dicono che non è vero. Hanno un solo modo di uscire dall’ambiguità: ripristinare l’art. 130.Difendiamo il tempo pieno e i tempi distesi di apprendimento perché essi fanno parte della nostra idea di scuola e di professionalità docente. Come scrive Galimberti, “non si dà apprendimento senza gratificazione emotiva”. Per questo non si dà apprendimento al di fuori di una relazione significativa, forte, carica di emozioni. Ma per questa relazione il tempo è una condizione essenziale anche se non sufficiente.Il tempo consente infatti l’ascolto, lo sguardo, la parola. Nella scuola dei tempi distesi anche gli insegnanti trovano condizioni migliori per la loro professionalità". (scarica la relazione nella versione integrale)

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