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Le assemblee precarie universitarie a Bologna: la FLC nella mobilitazione di questi mesi
Sabato 8 e domenica 9 febbraio l’assemblea nazionale: un appuntamento per rilanciare l’iniziativa, il contributo della nostra organizzazione.
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Sabato 8 e domenica 9 febbraio si è tenuta a Bologna l’assemblea nazionale delle assemblee precarie universitarie, che in questi mesi hanno sviluppato una mobilitazione in diversi atenei italiani, parallelamente e con gli stati di agitazione dell’università. Oltre quattrocento partecipanti sono passati per la plenaria e i tavoli di lavoro, animando un confronto sui principali temi che hanno attraversato questi mesi di attivazione della comunità universitaria e, in particolare, di ricercatori e ricercatrici a tempo determinato, assegnistə, borsistə e dottorandə, contro i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario e il DdL Bernini/Meloni che re-introduce gli assegni e moltiplica le figure precarie nell’università e nella ricerca. Gli interventi delle assemblee precarie di Bologna, Pisa, Torino, Milano, Roma, Genova, Firenze, Trento, Siena e Napoli, oltre che dei percorsi di lotta di Padova (CORDA e assemblea di ateneo) e Venezia (PrecariCa) e quelli di altre associazioni, coordinamenti e sindacati presenti, hanno in particolare messo a fuoco le condizioni del lavoro precario e l’iniziativa del governo, ma anche guardato alla necessità di costruire un’altra università (dal numero chiuso alla militarizzazione della conoscenza, dall’aziendalizzazione degli atenei alle logiche di publish or perish nella ricerca).
La grande partecipazione a questo appuntamento e il confronto che si è sviluppato in questi giorni sono un buon segnale per le prospettive di sviluppo della mobilitazione nelle università, di cui ringraziamo non solo i diretti organizzatori ma tuttə i precari e le precarie che vi hanno dato voce negli atenei e in questo appuntamento nazionale. Le assemblee precarie si sono quindi date la prospettiva di proseguire l’iniziativa a marzo ed aprile, attraversando le inaugurazioni degli anni accademici, il rilancio delle assemblee, lo sviluppo della mobilitazione nella convergenza, tessendo un comune terreno di lotta con studentə, docenti, personale tecnico amministrativo bibliotecario, lavoratori e lavoratrici degli appalti e dei servizi che sono pienamente parte della comunità universitaria.
La FLC ha preso attivamente parte a questo appuntamento, non solo con propri iscritti ed iscritte che sono docenti o componenti delle assemblee precarie, ma anche con una propria delegazione, intervenuta come organizzazione nelle plenarie e nei tavoli di lavoro. La FLC ha portato nella discussione la propria proposta di un nuovo piano straordinario per la stabilizzazione del precariato universitario, affinché possa stimolare un confronto, un dibattito e anche l’elaborazione di ulteriori contributi in grado di arricchirlo e completarlo, per farne quindi elemento di una svolta per il sistema universitario nazionale. La FLC ha portato nella discussione, soprattutto, la prospettiva di una convergenza tra le diverse componenti della comunità universitaria e tra le diverse soggettività che la animano, in cui nessuno possa pensare di proporsi come soggetto o fuoco della ricomposizione, ma contribuisca con gli altri allo sviluppo di un’opposizione sociale plurale, in grado di arginare l’iniziativa del governo, costruire diversi rapporti di forza, determinare una svolta nell’università e nel paese. Abbiamo, cioè, riconosciuto l’autonomia delle assemblee precarie, come di ogni soggettività che in questi mesi ha sviluppato iniziative e innescato mobilitazioni negli atenei. Abbiamo avanzato la prospettiva di un percorso di confronto e convergenza di queste realtà con le assemblee e le soggettività studentesche, le rappresentanze sindacali del personale tecnico amministrazioni e di quello esternalizzato, le assemblee e le forme associative della docenza, come è iniziato a lievitare in alcuni atenei (ad esempio Padova, Pisa o Palermo). Questa è la prospettiva che abbiamo portato avanti e stiamo portando avanti negli Stati di agitazione dell’università (qui il modulo di adesione), anche per sviluppare le basi con cui chiamare tuttə insieme non solo iniziative, assemblee, presidi e occupazioni, ma anche scioperi che siano in grado di sviluppare quel conflitto oggi necessario per bloccare il Ddl Bernini/Meloni, riconquistare risorse e rilanciare un’università pubblica e di massa.
È il tempo della convergenza, è il tempo del conflitto: costruiamolo insieme.
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