Partecipiamo agli stati di agitazione dell’università!
Il documento e il modulo per partecipare e tenersi informati sulle mobilitazioni in corso.
Lo scorso 20 dicembre 2024 si è tenuto a Roma Tre l’incontro degli Stati di agitazione dell’università, che ha visto la partecipazione delle diverse voci della comunità universitaria (strutturati, personale tecnico amministrativo, precari e studenti), nella forma di associazioni, coordinamenti, organizzazioni e rappresentanze sindacali, assemblee precarie.
Il comunicato conclusivo ha espresso l’intenzione di aprire una stagione di mobilitazione permanente negli atenei, a fronte delle politiche universitarie condotte in questi mesi (il taglio del FFO 2024 di oltre 500 milioni di euro; il Decreto ministeriale sulle telematiche, che raddoppia per questi atenei il rapporto docenti/studenti e apre la strada a forme di esami on line; i gruppi di lavoro sulla revisione dell’università, che si intreccia con il Ddl 1192 che propone una delega in bianco al governo per intervenire su governance degli atenei, principi dell’autonomia didattica, stato giuridico della docenza (orari e impegni), ASN, chiamate e VQR, oltre che su AFAM e Enti di Ricerca.
In fondo, potete trovare il comunicato conclusivo degli stati di agitazione.
Qui potete compilare il modulo on line, attraverso cui gli Stati di agitazione dell’università raccolgono la partecipazione dei docenti e dei precari, oltre dei diversi componenti delle comunità universitarie, per raccogliere contatti e permettere la circolazione delle informazioni nel corso della mobilitazione in corso.
Invitiamo tuttə a compilarlo e a farlo circolare.
PER UN SISTEMA UNIVERSITARIO PUBBLICO, AUTONOMO E DEMOCRATICO
Comunicato conclusivo Stati di agitazione dell’università, 20 dicembre 2024
Gli Stati di agitazione dell’università sottolineano come le attuali politiche di tagli alle risorse pubbliche, ulteriore precarizzazione del lavoro, sostanziale via libera agli atenei profit e telematici porteranno all’ulteriore scomposizione di un sistema universitario già segnato da dimensioni estremamente limitate, organici molto ridotti, precarietà, divergenze tra atenei e diseguaglianze nell’accesso.
Per un sistema universitario pubblico, autonomo e democratico, rivendichiamo una svolta, a partire da:
- il ritiro del DdL 1240, con la sua moltiplicazione e ulteriore strutturalizzazione del precariato, perché il lavoro di ricerca sia sempre configurato come lavoro (diritti, salari e rappresentanza);
- un piano straordinario per i precari, con specifici meccanismi e processi di stabilizzazione, che riassorbano la bolla creata dalla legge Gelmini e rilanciata dal PNRR;
- l’allargamento di organici e facoltà assunzionali a dimensioni europee con un nuovo piano pluriennale, garantendo quindi un reclutamento periodico, la reinternalizzazione dei servizi e l’adeguamento dei salari all’inflazione;
- un reale diritto allo studio, costruendo servizi pubblici e universali, superando il numero chiuso ed eliminando le attuali tasse e contribuzioni studentesche (le più alte in UE);
- il rilancio del sistema nazionale, eliminando logiche di mercato, squilibri tra sedi, distribuzione premiale e competitiva; cancellando la possibilità per gli atenei di essere profit e le politiche di favore per quelli telematici;
- la rimessa in discussione di gerarchizzazioni e verticalizzazioni rilanciate dalla Legge Gelmini, per costruire comunità universitarie democratiche.
Per questo gli Stati di agitazione propongono a tutte le componenti e le soggettività degli atenei:
- l’apertura di uno stato di mobilitazione permanente negli atenei, che si proponga di coinvolgere l’insieme delle comunità universitarie nei prossimi mesi attraverso appelli, assemblee, dimostrazioni, scioperi delle attività e degli esami, occupazioni;
- nel caso ci fossero forzature a gennaio nei tempi e nelle modalità di approvazione del DdL Bernini l’organizzazione immediata di presidi, occupazioni e dimostrazioni a Roma e nei diversi atenei;
- una settimana di agitazione a fine gennaio (27-31) in cui rilanciare l’iniziativa e la mobilitazione nelle università;
- nel rispetto dei percorsi e degli appuntamenti di ogni soggetto e componente, l’organizzazione di un nuovo incontro degli Stati di agitazione fine febbraio/primi di marzo, per approfondire il confronto e rilanciare l’iniziativa.
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