Un anno iniziato male che continua peggio: l'analisi dei Dirigenti scolastici della FLC CGIL sulla gravissima situazione delle scuole
Continua la situazione di difficoltà e si moltiplicano i problemi in conseguenza dei tagli di organico e di risorse finanziarie. La Struttura nazionale di comparto dei Dirigenti scolastici della FLC denuncia, insieme ai problemi, le responsabilità del Ministero e del Governo.
La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti scolastici della FLC ha approvato il 12 febbraio 2010 un ordine del giorno che denuncia le responsabilità del MIUR e del Governo per le gravissime difficoltà delle scuole e per il peggioramento delle condizione di lavoro dei Dirigenti scolastici e di tutti i lavoratori della scuola.
Le innovazioni del decreto Brunetta, le misure adottate sul programma annuale 2010, i problemi che determina la riforma della secondaria superiore e il proseguire dei tagli agli organici peggiorano il servizio scolastico e rendono sempre più difficile il funzionamento e la gestione delle scuole.
Roma, 15 febbraio 2010
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Ordine del giorno della Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL - 12 febbraio 2010
La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL, riunita a Roma il 12 febbraio 2010, nel valutare la situazione delle scuole e della dirigenza scolastica, denuncia le gravissime difficoltà che debbono essere quotidianamente affrontate per garantire la continuità e la qualità del servizio scolastico e il peggioramento delle condizioni di lavoro dei dirigenti e di tutti i lavoratori della scuola.
Gli interventi del MIUR, sollecitati dall’iniziativa del sindacato per ridurre le difficoltà delle scuole e garantire la stipula dei contratti con i supplenti e la continuità del servizio, il diritto alla fruizione delle attività alternative per gli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica, il pagamento delle spese per il funzionamento, hanno affrontato, parzialmente e non per tutte le scuole, solo alcuni dei problemi e delle difficoltà.
Il definanziamento delle scuole, denunciato dalla Struttura di Comparto già a settembre 2009, ha trovato conferma nella nota di dicembre sul Programma Annuale 2010 che, con estrema chiarezza, mostra l’intenzione del MIUR, inaccettabile per le scuole, di non restituire le somme da esse anticipate negli anni passati per il pagamento delle supplenze, delle ore eccedenti, degli esami di stato e delle tante spese obbligatorie.
Inoltre il MIUR dà indicazioni, contraddittorie e difformi dalle norme in vigore, che intendono impedire alle scuole di programmare, per il 2010, entrate e spese che sono indispensabili e obbligatorie per il personale e per il funzionamento. Tali indicazioni, se adottate, produrrebbero un’ulteriore ed inaccettabile riduzione dei servizi delle scuole.
Il confronto avviato con il MIUR, solo a seguito della diffusa protesta delle scuole e delle famiglie e della iniziativa sindacale, deve portare a risposte adeguate alle esigenze di qualità del servizio scolastico e invertire la prassi di deresponsabilizzazione finanziaria del Governo e del MIUR.
La grave e diffusa situazione di indisponibilità di “cassa” delle scuole, non più sostenibile, avrà come conseguenza un contenzioso promosso dai creditori (supplenti, lavoratori delle scuole, fornitori) nei confronti delle scuole insolventi che produrrà tensioni, responsabilità ed ulteriori costi per l’Amministrazione. I dirigenti scolastici in questa situazione dovranno gestire gli effetti di scelte delle quali non sono responsabili ed operare perché i conflitti non danneggino ulteriormente l’attività della scuola.
Nei prossimi mesi, in tutti gli ordini di scuola, i dirigenti scolastici dovranno affrontare gli effetti degli ulteriori tagli di organico, già previsti, sulla funzionalità dei servizi scolastici del prossimo anno scolastico e dovranno, nella scuola superiore, riorganizzare le attività didattiche sulla base di un ordinamento non ancora definito, con meno ore di lezione e con un impianto pedagogico e didattico contraddittorio e tutto da ricostruire.
In questo contesto l’attuazione delle misure contenute nel decreto legislativo 150/2009 che, almeno al momento, non si applicano completamente alla scuola, aggiungono motivi di disorientamento e aggravano un clima già pesantemente caratterizzato da incertezze e disagi ed aumentano la conflittualità.
Viene stravolto il modello attuale di gestione dei servizi pubblici e della scuola, fondato sulla partecipazione degli utenti e dei lavoratori, sulla programmazione e sulla responsabilità dei soggetti autonomi, erogatori di servizi all’utenza, sulla concertazione e sulla sinergia dei centri di responsabilità; il nuovo sistema è caratterizzato dall’accentramento, dalla relazione diretta con il potere esecutivo, dall’autoritarismo e dal comando gerarchico.
In questo sistema la dirigenza scolastica, invece di venire “potenziata”, ne esce ricondotta agli ordini degli organi di indirizzo politico amministrativo che invadono l’autonomia professionale e stabiliscono dall’alto quali sono i comportamenti virtuosi e quali quelli da punire, imponendo alla dirigenza pubblica di produrre analoghi comportamenti nei luoghi di lavoro e di produzione dei servizi. Tale modello di gestione è inadatto alla scuola e inefficace rispetto alle finalità di miglioramento e di innovazione che richiedono invece partecipazione e condivisione degli obiettivi. Il giudizio negativo sulla dirigenza scolastica e sulla scuola, più volte espresso da esponenti del governo, è immotivato e serve solo a giustificare il taglio delle risorse che non garantisce più la qualità della scuola pubblica.
Il comportamento del MIUR nella contrattazione per il rinnovo del CCNL dell’Area V scaduto da 50 mesi, è coerente con il nuovo sistema di relazioni sindacali introdotte dal d.lgs 150/2009: è irresponsabile e autoritario e vorrebbe imporre soluzioni unilaterali che scaricherebbero sui lavoratori stessi e sulle risorse contrattuali l’aumento del numero dei dirigenti scolastici di ruolo a seguito delle procedure concorsuali, causando una riduzione di fatto della loro retribuzione e il mantenimento di una inaccettabile disparità di trattamento sia nel loro interno sia nei confronti degli altri dirigenti della P.A. E’ da condannare poi il comportamento illegittimo di alcuni direttori regionali che hanno violato i contratti in essere riducendo unilateralmente le retribuzioni di posizione di tutti o di parte dei dirigenti scolastici.
Significativo del disinteresse e dell’abbandono a se stessa della dirigenza scolastica è infine il caso dei dirigenti scolastici siciliani per i quali, alle difficili condizioni di lavoro, si aggiungono i problemi determinati dalle sentenze della giustizia amministrativa, intervenuta a causa degli errori dell’amministrazione, che mettono in discussione il loro diritto a proseguire nel lavoro di dirigenti scolastici svolto bene già da tre anni.
La Struttura Nazionale di Comparto è impegnata ad attivare tutte le iniziative possibili per sostenere e tutelare il ruolo e la professionalità della dirigenza scolastica, per il rinnovo del contratto di lavoro e per il cambiamento sostanziale delle scelte del MIUR e del Governo sulla scuola.
Roma, 12 febbraio 2010
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