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Scuola primaria: il MIUR sta rasentando il limite della vessazione

Anche la CM 49 sulla valutazione degli alunni contiene elementi assai discutibili.

26/05/2010
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Non bastavano la riduzione dell'offerta formativa causata dai nuovi assetti ordinamentali, il taglio degli organici e degli ATA, lo svuotamento del tempo scuola e della sua qualità per effetto della consunzione delle compresenze.

NO: contro la primaria ci si vuole proprio accanire.

Nelle scuole, nei collegi dei docenti sempre più spesso si vive un clima intimidatorio, l'esatto opposto di quello che dovrebbe caratterizzare un ambiente educativo e di apprendimento attendibile.

Obbligatorietà è la parola che per l'Amministrazione va per la maggiore.
Gli insegnanti delle future prime e seconde sarebbero obbligati a frequentare un corso di ben (?!) 50 ore nel corso dell'estate per poi insegnare inglese fin dal primo giorno di scuola del prossimo anno.
Obbligati a confermare un libro di testo per cinque anni e non se ne capisce la ragione.
Obbligati a somministrare, correggere, tabulare le prove Invalsi. E guai a provare a rifiutarsi: vi sono state scuole che hanno ricevuto visite ispettive, insegnanti refrattari interrogati uno ad uno e "convinti" a rivedere la propria decisione, dirigenti scolastici minacciati di trasferimenti d'ufficio o addirittura di licenziamento.

Ribadiamo che la FLC non condivide la scelta, autoritaria e centralistica, di rendere obbligatorie le rilevazioni dell'Invalsi. Ne consegue che i collegi dei docenti che motivando tale scelta abbiano rifiutato le prove INVALSI optando per altre modalità di assolvimento dell'obbligo della valutazione, per noi hanno semplicemente esercitato l' autonomia scolastica.

Abbiamo denunciato passo passo quanto sta avvenendo, ed anche di recente.
Da ultimo, la circolare CM 49, i cui ci siamo già occupati ieri, per quanto si riferisce alla primaria, contiene elementi assai discutibili, a dir poco. Li si trova inanellati leggendo il paragrafo " Dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado".

C'è un rinvio, nella nota 10, all'art. 3 comma 1 della legge 169/2008. Il comma prevede che nella scuola primaria la certificazione delle competenze acquisite venga effettuata " mediante l'attribuzione di voti espressi in decimi e illustrate", tema di cui ci siamo di recente occupati (anche a questo proposito si veda la nota "Lo scempio va fermato").

Si scopre subito dopo che nella primaria la valutazione deve far riferimento ai traguardi da raggiungere soprattutto per quanto si riferisce alle conoscenze e alle competenze di base in lingua italiana e matematica.
E pazienza se proprio un approccio modulare, contrario alla gerarchizzazione tra discipline, ma attento alla pluralità dei linguaggi, alla multi e all'interdisciplinarietà, aveva fatto della nostra scuola elementare una buona scuola!

Impossibile non leggere questo passaggio come funzionale ad un processo di approssimazione al maestro unico e alla riduzione del tempo scuola e dell'offerta formativa. In fondo che altro deve fare la primaria oltre ad insegnare a leggere, a scrivere e a fare un po' di conto? Tutto il resto, si sa, sono fumisterie in pedagogese. Orpelli post sessantottini!
Nell'ultimo capoverso, il richiamo alla condivisione collegiale dei criteri di valutazione ci trova senz'altro d'accordo.
E' la richiesta di riferimento puntuale alle Indicazioni a lasciarci quantomeno perplessi. Il riferimento dev'essere puntuale, ma le Indicazioni non sono seguite da altra specificazione.

Quali Indicazioni?

Attualmente, in attesa della loro armonizzazione - e peraltro non è dato sapere chi, come, quando vi stia provvedendo- sono vigenti sia le Indicazioni nazionali che le Indicazioni per il curricolo. Vi sono tra i due documenti sostanziali e profonde differenze.
E non manca chi sostiene che siano ancora vigenti anche i Programmi del 1985, mai esplicitamente abrogati.
Però le maestre e i maestri devono fare riferimenti "puntuali"!

Né si può sottacere l'ormai famigerata circolare del Direttore Regionale dell'Emilia Romagna sul divieto di criticare il Governo che ovviamente riguarda anche maestre e maestri.

A quando il saluto militare accompagnato dallo schiocco dello sbatter di tacchi?

Qualcuno nelle segrete stanze del Palazzo di viale Trastevere ha una vaga idea degli effetti che si producono sul piano educativo, sull'insegnamento, sull'apprendimento, sui processi cognitivi, quando le relazioni si ispirano unicamente a criteri gerarchici e autoritari, quando l'esercizio della capacità critica è considerato illegittimo, quando le prassi educative devono ispirarsi in modo sempre più esclusivo al rispetto ossequioso degli ordini che giungono per via gerarchica?
Qualcuno si chiede come si riverbera questo sull'autonomia intesa come formazione dell'individuo, come espressione della libertà di insegnamento, come funzionamento responsabile dell'istituzione scolastica?

Sì, se lo chiedono in molti. Maestre, maestri, genitori, collaboratori, dirigenti, associazioni dei territori, decisori politici locali che in mille iniziative di protesta, di sensibilizzazione, di mobilitazione sono impegnati nella difesa della qualità della scuola primaria.

La FLC è al loro fianco e li sostiene.

Roma, 25 maggio 2010

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