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Scuola primaria: lo scempio va fermato

Ci sono ulteriori forzature autoritarie. Bisogna invece fermare la distruzione della scuola primaria

13/05/2010
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>> La scheda con i nostri punti di attenzione <<

L'anno scolastico 2008/2009 è stato caratterizzato da una fortissima protesta che ha portato centinaia di migliaia di persone nelle piazze, nelle assemblee, nei presidi, nella miriade di iniziative che da subito hanno cercato di opporsi allo tsunami gelminian-tremontesco sulla scuola pubblica e in particolare sulla primaria.

L'anno corrente, il 2009/2010, pur tra le molte iniziative di protesta, è stato prevalentemente caratterizzato, nella primaria, dal tentativo di contenere l'urto dei tagli, di difendere coi denti modelli orari e qualità della scuola.

La riduzione del danno, insomma.

Intento assolutamente lodevole. Ma in nome di questo atteggiamento diffuso, in molte realtà, le maestre e i maestri si sono sobbarcati oneri enormi, i bambini e le bambine hanno avuto comunque una offerta formativa impoverita e peggiorata e, nel frattempo, non sempre i genitori hanno maturato l'esatta percezione dell'effetto combinato, drammatico!, dei tagli e delle modifiche ordinamentali.

Ci stiamo avviando verso la conclusione dell'anno scolastico, periodo nel quale una positiva consuetudine fa sì che si cominci a pensare all'anno prossimo.

E' il momento perciò di proporre qualche riflessione.

Innanzitutto va tenuta alta la consapevolezza che i tagli non sono finiti,che altri se ne prevedono perché il piano triennale che istituisce una riduzione progressiva degli organici, poiché la scuola primaria si sviluppa in cinque anni, è in realtà un piano quinquennale di tagli.

Nella scheda allegata, focalizziamo la nostra attenzione su alcuni aspetti:
i modelli orari, i criteri di assegnazione dei docenti alle classi, la valutazione, la certificazione delle competenze, piano di formazione per l'insegnamento della lingua inglese.

Si tratta di punti cruciali che emergono sia dalle segnalazioni che riceviamo, sia dagli incontri, assemblee, iniziative pubbliche dedicate alla scuola primaria che stanno fiorendo un po' ovunque nel Paese.

Emerge sempre più chiaramente che al di là dei tagli, l'obiettivo vero è distruggere la scuola pubblica, azzerare la motivazione, denigrare la professionalità e svilire l'impegno di chi ci lavora. Soprattutto si vuole svuotare di qualità la formazione delle giovani generazioni. Salvo quella dei rampolli delle famiglie agiate che possono permettersi di pagare le rette di splendide scuole private ancorché abbondantemente sostenute da finanziamenti pubblici. Scuole ricche di personale, di tempo scuola, di strutture, di attività dove i selezionatissimi frequentanti possono prepararsi a diventare futura classe dirigente.

A questo disegno la FLC CGIL dice semplicemente: NO.

Sappiamo che la scuola da sola non può farcela. Questo periodo di mobilitazione che si sta prolungando ben oltre la settimana prevista, deve costituire una utile occasione di discussione, sensibilizzazione, denuncia, tessitura di reti di mobilitazione.

Nel contempo, fin da ora le scuole possono cominciare ad elaborare modelli orari e organizzativi ispirati ai principi della modularità, della contitolarità, della equità di trattamento tra docenti e tra gruppi classe.

Roma, 13 maggio 2010

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