Quanti sono gli indirizzi del liceo tecnologico?
Gli indirizzi del liceo tecnologico passano, di fatto, da 8 a 9
Ci sono molte novità negli allegati che accompagnano il testo del decreto, definitivamente approvato, sul secondo ciclo. Le principali riguardano i piani orari, contenuti negli OSA ( obiettivi specifici di apprendimento), da cui, al di là di ogni possibile giro di parole, si evince la struttura dei percorsi scolastici. Rispetto ai piani orari del 19 maggio, l’ultima stesura prima dell’attuale presumibilmente definitiva, solo i licei classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane e musicale-coreutico restano inalterati. I licei artistico, economico e tecnologico subiscono invece profondi cambiamenti, che testimoniano la grande difficoltà e confusione che hanno accompagnato la stesura del decreto.
Sicuramente il liceo tecnologico è quello che presenta le modificazioni maggiori rispetto ai piani orari del 19 maggio:
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la scomposizione dell’indirizzo informatico in due percorsi: informatico-comunicazione e grafico
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l’aumento di un’ora alla settimana di lingua e letteratura italiana
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la scomparsa della seconda lingua comunitaria dalle discipline obbligatorie e la sua reclusione nell’area facoltativa (per 2 ore alla settimana in tutti e 5 gli anni) e la riduzione conseguente dell’orario di lingue straniere di un’ora alla settimana
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la ricomparsa di 2 ore settimanali di diritto ed economia nel biennio iniziale e di economia nel triennio finale
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l’aumento di matematica di un’ora alla settimana nel biennio e la perdita di un’ora alla settimana in quinta
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la diminuzione delle ore di tecnologia e disegno dell’area comune ai diversi indirizzi relegate nel biennio (396 ore in meno su 5 anni)
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la definizione delle ore di laboratorio, differenti a seconda degli indirizzi (in media circa 2 posti e tre quarti di ITP per ogni corso quinquennale)
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l’enunciazione delle discipline delle aree specifiche di ciascun indirizzo
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l’aumento delle ore specialistiche obbligatorie di indirizzo da 1056 a 1756 nei tre anni terminali e la corrispondente riduzione delle ore comuni “obbligatorie per tutti gli studenti”
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la scomparsa degli insegnamenti a scelta dello studente nel biennio
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l’aumento delle ore facoltative di un’ora alla settimana in prima e in quinta, ma con la limitazione della scelta alla seconda lingua comunitaria.
Il primo dato che balza agli occhi è che gli indirizzi dei licei tecnologici in realtà diventano nove. Non apertamente, perché ufficialmente sono ancora otto, ma, come si diceva, l’indirizzo informatico, per l’esattezza “Informatico e comunicazione”, diventa “Informatico grafico e comunicazione” e si divide in due percorsi “Informatico e comunicazione” e “Grafico”. Fermo restando che, come in tutti gli altri casi, la suddivisone in indirizzi parte dalla terza, i due percorsi sono completamente indipendenti l’uno dall’altro: invano si cercherebbe un elemento identitario tale da poterli connotare come un’articolazione di un unico indirizzo. La distinzione tra indirizzo e percorso è dunque puramente nominale. Persino le discipline specialistiche sono diverse:
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Per il percorso informatico e comunicazione: Elettrotecnica e applicazioni, Elettronica e applicazioni, Informatica e sistemi operativi, Telecomunicazioni telematica e reti, Tecnologie informatiche applicate alla comunicazione.
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Per il percorso grafico: Tecnologia dei materiali e dei processi grafici, Storia e tecnica della comunicazione visiva, Laboratori tecnici grafici, Impianti grafici.
Detto così, c’è persino da chiedersi che cosa c’entri il percorso grafico con l’informatico!
Dunque gli indirizzi del liceo tecnologico sono, di fatto, oggi:
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Meccanico-meccatronico
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Elettrico-elettronico
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Informatico grafico e comunicazione percorso informatico e comunicazione
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Informatico grafico e comunicazione percorso grafico
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Chimico e materiali
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Tecnologie tessili dell’abbigliamento e della moda
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Produzioni biologiche e biotecnologie alimentari
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Costruzioni ambiente e territorio
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Logistica e trasporti.
La scelta, compreso il gioco nominalistico, rivela la coda di paglia del Ministero rispetto all’argomento. Ricordiamo tutti le ipotesi che in passato trapelavano dal MIUR intorno alla pluralità dei licei ed in particolare dei licei tecnologici. All’inizio non mancava chi sosteneva un unico liceo tecnologico (addirittura un unico liceo, il classico!). Poi i licei divennero 8 e gli indirizzi del liceo tecnologico divennero 6, poi 7, poi 8 ed ora, di fatto, 9!
Se da un lato queste scelte fanno giustizia di tutte le sciocchezze per cui a un sapere unico, astrattamente inteso, avrebbe dovuto corrispondere un liceo unico, concretamente astratto, dall’altro ci propongono un liceo tecnologico assai diverso da tutti gli altri e in particolare diverso dai licei classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane. Non a caso per questo liceo e solo per questo viene usato nel testo ufficiale del decreto un attributo nuovo: “vocazionale”, giocando con l’ambiguità del suo significato, che in inglese, riferito all’istruzione, significa “professionale” ma che in italiano, con un uso prevalentemente sacrale, deriva dal latino “vocatio” e indica la chiamata divina, la predestinazione in qualche modo, come se ci fossero studenti chiamati o predestinati a fare i meccanici e studenti predestinati a fare i letterati. In ogni caso, anche senza questi giochi di parole, la differenza tra questo e gli altri licei rende ancor più complessa e inattuabile la possibilità che si possa passare da questo indirizzo agli altri dentro allo stesso sistema liceale, cioè quel corollario che il Ministro Moratti ci ha ammannito in tutte le salse come uno dei pregi della sua legge.
Ma ci sono anche altre conseguenze che emergono da queste scelte: che significato ha inserire grafica nel liceo tecnologico? Grafica, per l’esattezza grafica pubblicitaria, è attualmente un indirizzo dell’istruzione professionale. Questo significa che ci si sta orientando ad assorbire anche l’attuale istruzione professionale nel licei tecnologici?
Va dunque letta nello stesso senso anche l’aggiunta della denominazione “della moda” alle tecnologie tessili e dell’abbigliamento? E in questo caso il settore verrebbe spaccato tra la “fabbricazione” della moda e la sua commercializzazione, affidato all’omonimo settore di specializzazione facoltativa previsto nel liceo economico?
Se il senso è questo dunque perché la stessa cosa non dovrebbe valere anche per gli indirizzi meccanico, elettrotecnico, elettronico, dell’agricoltura e delle attività marinare?
Ma a questo punto il problema si porrebbe anche a rovescio per i rimanenti indirizzi del professionale: anche così non tutti i percorsi dell’istruzione professionale troverebbero “collocazione” nei nuovi licei. Ci sarà dunque un nuovo elenco di eletti e di reietti?
Roma, 3 novembre 2005
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