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Istruzione tecnica e professionale: unica strategia il taglio

Il Ministero presenta una nuova bozza di riordino. Ormai la deriva è totale, nessun obiettivo formativo: si batte solo cassa.

27/05/2009
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Una nuova bozza di riordino degli istituti tecnici e professionali è stata presentata alle organizzazioni sindacali in occasione di un incontro, in sede tecnica, svoltosi nei giorni scorsi al Miur.
Nel corso della riunione sono emerse non poche difficoltà da parte dell’Amministrazione nel cercare di conciliare le indicazioni della commissione De Toni con le decisioni di tagliare le spese per l’istruzione stabilite nella legge 133/08 art. 64.

Istruzione tecnica

Il problema più macroscopico sono i laboratori che, nell’impostazione della Commissione De Toni, sono strategici per il riordino di questo pezzo importante di scuola, mentre il Governo ne ha stabilito un taglio del 30%, che il MEF intende conservare in termini di risparmi da realizzare.

Fermo restando che, secondo il MIUR il settore tecnologico e il settore economico devono avere un impianto unitario, e che anche per gli istituti tecnici per costruzioni occorre prevedere una presenza dei laboratori, la proposta da sottoporre alla prima lettura da parte del Consiglio dei Ministri, per avviare l’iter verso l’emanazione definitiva del Regolamento attuativo, prevede di recuperare le spese da destinare al mantenimento/potenziamento dei laboratori, con l’attuazione dei nuovi modelli orari ed ordinamentali dall’anno scolastico 2010/2011 nelle prime e seconde classi, e di estendere la riduzione oraria a 32 ore settimanali alle classi terze e quarte, che però continuerebbero con l’ordinamento attualmente vigente. I decreti ministeriali, successivi al Regolamento, si incaricherebbero di chiarire cosa e come verrà tagliato!

L’idea di evitare di eliminare ore di laboratorio ha portato ad ipotizzare anche ore di laboratorio con il solo docente tecnico pratico (il ministero dell’economia non condivide l’idea che ci possano essere docenti in contemporanea per un ora di lezione!!!!).

Istruzione professionale

Viene ribadita l’ipotesi, contenuta anche nell’intesa MIUR - Regione Lombardia, di realizzare una “offerta coordinata tra i percorsi d’istruzione degli istituti professionali e la formazione professionale”.

Per i territori dove la formazione professionale è meno presente, è previsto che gli istituti professionali possano svolgere, in regime di sussidiarietà, un ruolo integrativo e complementare rispetto al sistema di istruzione e formazione professionale regionale, nel pieno rispetto delle competenze esclusive delle Regioni, e che quindi possano istituire percorsi finalizzati al rilascio di qualifiche.

Si crea quindi un sistema di istruzione professionale a geografia variabile, in cui siano compresenti – nuova espressione adottata dal Miur – sia il percorso strutturato in modo analogo agli altri istituti superiori e cioè 2+2+1, finalizzato al rilascio del diploma, sia un percorso in regime di sussidiarietà per il rilascio di qualifiche professionali, secondo un modello 2+1+1+1, anche diversamente articolato.

I licei

Lavori in corso rispetto alla Bozza a suo tempo sottoposta a parere del CNPI, nessuna notizia sul nuovo testo. Il Miur è alle prese con il problema della ricollocazione del liceo Scientifico Tecnologico ad oggi non più previsto ma da più parti richiesto. Si tratta di ricollocare tale liceo all’interno del sistema dei licei, ma il come è in via di definizione, visto anche che con l’art. 13 della Legge 40/07 era stato cancellato!

Il tutto ha una certa urgenza di essere licenziato, dati i tempi ristretti rispetto alle scadenze delle procedure per avviare il nuovo anno scolastico.

Come FLC Cgil abbiamo sostenuto:

  • da tempo poniamo il tema di riformare l’intero segmento della scuola secondaria superiore, nell’ottica della sua qualificazione, a partire dalla effettiva realizzazione dell’elevamento di istruzione - in vigore a regime dal prossimo settembre - dall’estensione della didattica laboratoriale, dalla ridefinizione del suo senso. Per questo ci vuole un progetto di lungo respiro e l’investimento di risorse. Il Governo, invece, ricerca solo il risparmio, che si trasforma solo in un deciso peggioramento delle attuali condizioni del nostro sistema scolastico pubblico!

  • La grave situazione in cui si trova e si troverà la scuola è conseguenza dei tagli previsti dalla legge 133, resi facilmente possibili da un Ministro che ha condiviso il furore ideologico di destrutturare la scuola pubblica del nostro Paese, senza alcuna consapevolezza e considerazione del suo valore e della sua complessità. Di questo passo andiamo verso il tracollo della scuola pubblica.

  • I tempi ormai sono superati per poter sperare che i nuovi istituti possano partire per il 2010/2011, con trasparenza, chiarezza e coinvolgimento delle scuole, con tempi distesi rispetto alla definizione del POF ed alle attività di orientamento di studenti e genitori.

  • Il necessario riordino degli istituti tecnici e professionali dovrebbe essere inserito in un contesto generale di modifica della scuola superiore e quindi sapendo cosa si intende fare anche dei licei.

  • Come si può, in queste condizioni, motivare gli insegnanti?

  • Nella premessa, i regolamenti enunciano la centralità dell’apprendimento; ma come si può praticare questa decisa inversione se non è previsto alcun finanziamento per la formazione del personale?

  • Nelle Bozze presentate non ci si limita al riordino/taglio dell’istruzione tecnica e professionale, ma si prevede anche la revisione degli organi collegiali (il Collegio docenti strutturato per Dipartimenti; il Comitato tecnico scientifico con la presenza paritetica di esperti e docenti), nonché la presenza degli esperti anche nelle Commissioni per l’esame di stato! A parte che sono temi che anticipano i contenuti della proposta Aprea, senza dichiararlo, pare proprio che si rivitalizzi il sistema duale morattiano: i licei non si toccano, gli istituti tecnici e professionali si destrutturano completamente.

  • L’elevamento dell’obbligo di istruzione richiede da solo un forte investimento nella formazione in servizio del personale, e il coinvolgimento di tutti i settori in cui si articola la secondaria superiore, mentre niente di tutto ciò viene finanziato, anzi si taglia, “riservando” alcune indicazioni ai soli istituti tecnici e professionali

Siamo ormai al completamento del processo di destrutturazione del sistema scuola; il “riordino” dell’istruzione superiore ci consegna un sistema d’istruzione, non solo più povero ma completamente inadatto a rispondere al diritto all’ istruzione e formazione previsto dalla Costituzione. Un diritto che non può essere soddisfatto sulla base di un sistema a “geometria variabile” secondo il territorio, ma che dovrebbe essere garantito allo stesso modo su tutto il territorio della Repubblica Italiana. Un diritto che deve permettere ad ogni bambino di poter frequentare la scuola primaria a tempo pieno su tutto il territorio e, a partire dall’anno scolastico 2010/2011, ad ogni adolescente la frequenza alla scuola secondaria di qualità, con le stesse possibilità formative, ovunque essi siano nati e vivono!

Purtroppo pare proprio che non sarà così se, come previsto nelle Bozze presentate, ogni istituzione scolastica autonoma può sommare alla quota del 20% di spazi di autonomia progettuale una quota fino al 35% - 40% di flessibilità – espressioni che il Miur dichiara riferirsi ad istituti profondamente diversi e che si incaricherà di chiarire in un apposito glossario.
Altro che sistema nazionale di istruzione!

Sarà un altro anno scolastico difficile quello che si avvierà con il prossimo settembre, volendo noi fermare questo scempio e lavorare per l’effettiva qualificazione del nostro sistema di istruzione pubblico.

Roma, 27 maggio 2009

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