Il Ministro risponde su Darwin in Senato
Il Ministro Moratti ha risposto ad una interrogazione parlamentare presentata da alcuni senatori Ds sulla“eliminazione” dai programmi della scuola elementare delle teorie evoluzioniste.
Il Ministro Moratti ha risposto ad una interrogazione parlamentare presentata da alcuni senatori Ds sulla“eliminazione” dai programmi della scuola elementare delle teorie evoluzioniste. Una scelta inquietante, che molto ha fatto discutere visto che nella scuolasi formano le nostre idee di fondo sull’umanità, sulla storia, sulla natura, sull’universo….., sulla società,sul sapere stesso.
I contenuti dell’istruzione sono stati invece irrigiditi in programmi finalizzati ad una precocespecializzazione in un tempo ristrettomentre noi sosteniamo esattamente l’opposto: formare un individuo che sappia costruire un futuro che non è affatto predeterminato, ma che dipende dalle sue capacità di visione e di immaginazione.
Oggi più che mai sono necessari strumenti per costruire ed evolvere le conoscenze, per allargarle, per ristrutturarle o per incrementarne le potenzialità.
Una scuola pensata come luogo di trasmissione di saperi codificati non ha ruolo, né dà futuro ai suoi cittadini.
La risposta del Ministro conferma totalmente l’inquietudine e l’allarme sollevato. Si afferma infatti che ai ragazzi non si deve proporre alcuna teoriascientifica codificata perché ciò contravverrebbe con l'osservazionedell'ambiente che viene loro proposta.
Peccato che poi si proponga agli stessi “fanciulli” , nei programmi, la teoria creazionista!
Roma, 22 aprile 2004
Di seguito il documento
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
UFFICIO LEGISLATIVO
SERVIZIO INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
Roma, 16 aprile 2004
All'On. Senatore Vittoria FRANCO
Senato della Repubblica
e.p.c. Al Senato della Repubblica Segretariato Generale Alla Camera dei Deputati
Servizio Biblioteca
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Rapporto con il Parlamento
Oggetto: interrogazione parlamentare a risposta scritta n. 4-06468
Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggettocon la quale la S.V. Onorevole lamenta l'assenza di riferimenti"all'evoluzione degli esseri viventi" ed alle teorie di Darwin,all'interno delle Indicazioni nazionali per i piani di studiopersonalizzati, allegate al decreto legislativo n. 59 che è stato emanato il 19 febbraio 2004.
Al riguardo, occorre far presente che le preoccupazionimanifestate sembrano non tener conto della circostanza che neanche i vecchi programmi d'insegnamento della scuola media trattavano
specificamente il tema dell'evoluzione, con riguardo alla teoria darwiniana.
Infatti, i programmi precedenti, trattando dell'uomo e dell'ambiente, con riferimento alle popolazioni, fornivano, a titolo esemplificativo, esclusivamente indicazioni di lavoro circa l'origine e l'evoluzione biologica e culturale della specie umana.
Tali generiche indicazioni hanno portato gli autori dei testiscolastici a trattare diffusamente i contenuti di questo tema,sistematizzando i vari principi sull'evoluzione della specie umana, ricomprendendo anche la teoria di Darwin.
Il passaggio dalla prescrittività dei programmi ministeriali alla consapevole e partecipata adozione delle Indicazioni nazionali, i cui caratteri di inderogabilità attengono soltanto alla configurazione degli obiettivi di apprendimento, esalta il ruolo dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e riconosce ai docenti una responsabilità di scelte che ne valorizza il profilo professionale.
Le indicazioni nazionali muovono da un'ottica diversa. Infatti nella considerazione della gradualità dello sviluppo psico-fisico delbambino, l'intento è quello di stimolare e potenziare nel bambino stesso
conoscenze ed abilità preliminari tali da favorire l'approccio a teorie complesse; si preferisce partire pertanto dai dati percettivi ed empiricamente controllabili per elaborare ipotesi, spiegazioni ed infineteorie scientifiche.
Le Indicazioni nazionali privilegiano, quindi, le narrazioni fantastiche, i cosiddetti miti delle origini, che favoriscono l'approcciodel bambino al dato scientifico e che, adeguatamente problematizzati,
consentono di individuare gli elementi qualitativi e quantitativi, funzionali di qualsiasi discorso scientifico.
Le stesse Indicazioni nazionali intendono offrire agli insegnantiuna traccia, il più possibile adattata ai tempi, che possa aiutarli arealizzare due scopi:
- familiarizzare gli allievi con gli aspetti della scienza più vicini alla nostra vita quotidiana in un contesto di tempi e società in continuo mutamento;
- fornire loro strumenti intellettuali in modo che, gradualmentearrivino a far proprio il metodo di pensiero della scienza.
Secondo i su enunciati criteri ispiratori si rileva, ad esempio, l'assenzadi un preciso riferimento al concetto di feed-back, nonostante si sollecitino momenti di riflessioni sul rapporto uomo-ambiente, sulcontesto ecologico e sull'equilibrio ambientale sostenibile; allo stesso modo, le Indicazioni nazionali non hanno alcun cenno alla fisica quantistica e atomica, pur invitando a non trascurare il microscopio e ilmacroscopio della materia.
Inoltre, le Indicazioni nazionali riguardanti la scuolasecondaria di primo grado sono state elaborate in virtù
dell'introduzionedel diritto dovere, legislativamente sanzionato, all'istruzione ed alla formazione professionale fino a 18 anni di età, ovvero fino alconseguimento di una qualifica professionale; il percorso educativo eformativo viene articolato in un arco di 12 anni, anziché negli attuali 9 anni.
Ciò potrà consentire di strutturare l'itinerario scolastico deglialunni in un arco temporale più ampio, riservando, quindi, l'acquisizionedi particolari conoscenze scientifiche negli anni in cui i ragazzi, in
relazioni all'età raggiunta, siano in grado di valutarle compiutamentenel loro effettivo significato.
Le istituzioni scolastiche nella loro autonomia didattica e idocenti nella loro libertà di insegnamento possono, d'altra parte, anticipare l'introduzione di unità di apprendimento, collocate in anni scolastici successivi, senza trascurare, comunque, ogni opportuna valutazione circa il possesso da parte degli alunni di conoscenza ed abilità preliminari tali da consentire un corretto approccio con i contenuti degli insegnamenti proposti.
p. IL MINISTRO
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