Gli esami non finiscono mai, i soldi si!
Ammonta a 50.000.000 di euro il buco per i compensi degli esami di Stato
Già più volte abbiamo denunciato la mancata corresponsione alle scuole di finanziamenti sufficienti a coprire le spese per i compensi degli esami di Stato. A questa carenza le scuole hanno finora fatto fronte ricorrendo ad anticipi di cassa, ma questi a loro volta a lungo andare hanno provocato un buco che si è riversato su altre spese, che ora non si possono fare.
Secondo i nostri calcoli basati sulle denunce che ci arrivano dalle scuole e per stessa ammissione del MIUR, il buco in questione, solo per ciò che riguarda i compensi per gli esami di Stato, ammonterebbe a circa 50 milioni di euro (pari a 100 miliardi delle vecchie lire!). Vale a dire una media di quasi 17.000 euro per ogni scuola secondaria superiore. Solo nelle scuole del Piemonte come risulta dalle richieste ufficiali fatte dall’Ufficio Scolastico Regionale al Miur mancano 10 milioni euro per il 2004-2005 e 5 milioni di euro per il 2006.
Nel 2003 la finanziaria dispose i limiti di spesa massimi per i compensi degli esami di Stato nel valore di 140 milioni di euro. Ma evidentemente non basta sostituire alle spese reali i propri desideri: o i funzionari del MIUR non sanno fare i conti o il MIUR non sa fare le previsioni. In tre anni si sono così accumulati debiti che il MIUR ha scontato dai suoi bilanci scaricandoli sulle scuole. Queste ultime soprattutto negli ultimi tempi non sono sempre state in grado di pagare anticipando, per cui ultimamente non tutti gli insegnanti sono stati retribuiti, fermo restando che fin dall’inizio non lo sono stati quelli delle scuole paritarie, per i quali evidentemente le scuole statali non avevano il dovere di anticipare.
La questione sarà oggetto del prossimo incontro che i sindacati FLC Cgil, CISL Scuola e UIL Scuola hanno chiesto proprio sugli esami di Stato. In ogni caso non sembra che possa esserci soluzione alla questione se non con nuovi stanziamenti che richiedono un intervento legislativo specifico, dal momento che c’è da superare il limite di spesa fissato dalla finanziaria. Questa è anche una necessità in cui si trova il ministero per ammissione dei suoi stessi dirigenti, come è emerso in una recente riunione dei direttori regionali.
Consideriamo la presa d’atto di questa situazione come una risposta implicitamente positiva alle denunce e alle sollecitazioni fatte in sede ufficiale dalla FLC Cgil, in particolare nell’incontro del 12 gennaio.
Roma, 10 marzo 2006
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