Altri 15.000 bocciati negli esami di stato
Secondo dati provvisori del MIUR, dopo l’alto numero di non ammessi agli esami, un’altra doccia fredda sugli studenti italiani. Tra bocciature e “sospensioni” e nonostante l’innalzamento dell’obbligo a 16 anni la secondaria, inferiore e superiore, torna ad essere un terreno minato per almeno un milione di studenti.
Giudicare la serietà di una scuola dal numero dei bocciati è come giudicare l’efficienza di un ospedale dal numero dei morti. E questo è tanto più vero in Italia dove il numero delle bocciature è storicamente direttamente proporzionale al numero degli abbandoni e della dispersione scolastica. Di questo dovrebbe essere cosciente un Ministro dell’Istruzione invece di spacciare per efficienza il fatto che tra bocciati e “rimandati” nella scuola secondaria di primo e secondo grado italiana si supera ormai il milione di alunni.
La dimostrazione della scarsa scientificità e della scarsa consapevolezza del Ministro è data proprio dai risultati degli esami di stato, che il MIUR stesso ha diramato alla stampa in via provvisoria e ufficiosa: qui, dopo il 6% delle non ammissioni all’esame, il numero dei bocciati aumenta ancora di un 3% e complessivamente arriva al 9%. Lo scorso anno erano stati il 6% (3,5% non ammessi + 2,5% respinti all’esame)
Eppure in questo caso si tratta di 15.000 ragazzi che erano stati ammessi con la media del sei.
Era la regola nuova, valida da quest’anno. Logica avrebbe voluto che ad una più rigida selezione in entrata (e infatti le non-ammissioni erano pressoché raddoppiate rispetto all’anno precedente) dovesse corrispondere un successo maggiore in uscita.
Invece no! Questo dimostra che i criteri di valutazione varati da questo Ministro, fondati sull’aritmetica più che sulla didattica fanno acqua da tutte le parti e che ciò che pesa è invece il messaggio politico che le autorità scolastiche mandano agli insegnanti: o bocciate di più o denunceremo a ogni piè sospinto che gli insegnanti sono fannulloni e non sanno insegnare, scaricando così su di loro le responsabilità di un disagio scolastico, che con i tagli colossali appena varati si accentua ogni giorno di più.
Comunque la si rigiri il Ministro con le sue dichiarazioni pro-selezione e le sue alchimie aritmetiche si porta una grande responsabilità di questo disastro annunciato. Il quale, purtroppo, non si limita agli esami di stato. Basta ricordare i dati relativi all’obbligo scolastico di quest’anno, con il 6% di bocciati in prima e seconda media e il 18% di bocciati a giugno in prima e seconda superiore. A questi ultimi va aggiunto un 24% di “sospesi”, vale a dire, come si diceva una volta, di “rimandati” a dopo i corsi di recupero. Si tratta di un dato quindi ancora destinato a crescere.
E purtroppo sappiamo già a quali classi sociali appartengono queste ragazze e ragazzi: ce lo confermano proprio le stesse percentuali dei respinti dell’ultimo anno, diramate dal MIUR, che salgono al 23% nei professionali, al 16% nei tecnici e negli artistici e scendono al 6% nei licei.
Il dato è e resta un grande dato politico di restaurazione ai danni dei figli dei lavoratori, probabilmente anche degli immigrati e comunque delle categorie sociali più disagiate e meno acculturate. Questo si voleva, questo si persegue.
Roma, 14 luglio 2009
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