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CRA e INEA: si torna a parlare di razionalizzazione

Il Consiglio dei Ministri approva una legge delega che prevede la razionalizzazione degli enti di ricerca vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

06/07/2013
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Secondo un copione ormai sciatto e consumato dalla totale incapacità dei vertici politici e burocratici di Via XX Settembre, ancora una volta il sistema degli enti di ricerca vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF) si appresta ad entrare nuovamente in fibrillazione, se mai ne fosse uscito, grazie alla nuova delega al neo-Ministro De Girolamo.
Una scelta collocata nel periodo pre-feriale che sicuramente punta alla disattenzione, ma anche all'assuefazione e alla legittima stanchezza di un sistema fatto di persone stressate dalla mancanza di certezze.

Infatti, a ben vedere, tra i vari punti della legge delega approvata dal CdM è prevista la razionalizzazione degli enti vigilati e quindi anche di CRA e INEA. Leggi il comunicato stampa del MIPAAF.
Dopo il calvario della 454/99, durato "appena" 10 anni fino alla strutturazione del CRA; l'accorpamento ex-ENSE e INCA al INRAN; l'immane voragine finanziaria che si prospetta nei conti di ex-INRAN; le note analoghe difficoltà dell'INEA; siamo ancora qui a parlare di razionalizzazione.

Staremo a vedere anche questa volta cosa accadrà, ma le premesse non sono delle migliori.
Mentre a parole si parla da anni della centralità del sistema agro-alimentare per l'economia nazionale, quella parte del sistema che dovrebbe garantire una adeguata innovazione in linea con i principi della PAC in grado di valorizzarne il ruolo multifunzionale nonché la sostenibilità ambientale, continua ad essere progressivamente destrutturata e marginalizzata.
L'attuale situazione del CRA e le sue difficoltà economiche in relazione all'accorpamento ex-INRAN lo dimostrano.

Mentre appare sempre più incerto il futuro di centinaia di precari ad elevata qualificazione professionale, dal Ministro De Girolamo, come del resto dai suoi predecessori, non arriva e non è arrivato nessun impegno preciso rispetto all'accertamento anche delle responsabilità che hanno determinato questa situazione.

Si continua, grazie anche all'impatto culturale dei provvedimenti Brunetta solo a demonizzare il pubblico impiego, attraverso una paranoico sistema di valutazione senza mai però affrontare nel merito i veri problemi di organizzazione di un sistema percepito sempre più solo come autoreferenziale affollato di funzioni dirigenziali, la cui capacità scientifica è sempre compromessa dalla burocratizzazione.

Le difficoltà nell'accesso ai finanziamenti extra MIPAAF da parte del sistema CRA sono noti da tempo, ma nonostante ciò si continua a chiedere solo al personale scientifico ricercatori e tecnologi di promuovere la ricerca di fondi senza un disegno complessivo. Il MIPAAF da anni ha rinunciato alla sua funzione di guida e ha di volta in volta affidato all'ex DG di turno la sola gestione dell'esistente senza alcuna visione di prospettiva e senza poi mai valutarne l'efficienza e l'efficacia, anzi come spesso è accaduto l'incapacità gestionale è diventato un merito da premiare.

Al momento non abbiamo nessun motivo per pensare che l'azione del neo-Ministro sarà diversa, del resto anche in questo caso nei documenti ufficiali sulla ricerca ci si limita alle citazione di rito, senza cercare il confronto anche con gli organi di vertice che a quanto risulta molto poco sono stati ad oggi ascoltati. Addirittura nell'ultimo documento di pochi giorni or sono, l'ex-ENSE veniva ancora indicato in accorpamento con Ente RISI.

Per questo riteniamo che parlare ora di razionalizzazione senza trarre esempio dagli errori commessi fino ad oggi sarebbe un'autentica iattura.
Se ora non si mette in campo una netta linea di demarcazione con il passato e non si cambia radicalmente l'approccio, saremo davanti ancora una volta ad un sistema IN-utile all'agroalimentare nazionale senza un futuro.
Diversamente non possiamo che prendere atto di una deliberata volontà di annullare questa Rete di Ricerca a favore di altri soggetti

Nelle prossime settimane in accordo con la segreteria nazionale della FLC CGIL e i sindacati che condividono questa prima analisi, cercheremo di affrontare questa come altre priorità nell'interesse di tutto il personale a partire dai precari che sono indubbiamente il primo anello debole di questa situazione.

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