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Siamo tutti rom, nomadi, immigrati

Prendetevi le nostre impronte. Non toccate i bambini e le bambine rom e sinti.

08/07/2008
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È stata una bella e colorata manifestazione di solidarietà e di protesta quella che si è svolta ieri, 7 luglio, a Roma. Di solidarietà nei confronti di nomadi e rom, oggetto di una campagna mediatica tesa a dipingerli come i responsabili dei nostri problemi, ed in particolare quelli attinenti alla sicurezza.
Di protesta contro la politica di questo Governo che rispolverando misure discriminatorie e razziste, decide la schedatura dei rom, bambini compresi, prendendo le impronte digitali.

Maroni e altri ministri, compreso quello dell'istruzione, ci contrabbandano queste misure come un bene per i bambini stessi; misure che impedirebbero il loro sfruttamento, che consentirebbero di diminuire l'evasione dell'obbligo scolastico e quindi agevolerebbero una grande operazione di integrazione ed accoglienza.

Si tratta di un inganno ignobile, figlio della teoria del sospetto collettivo e preventivo, che è immediatamente smascherato dalla eliminazioni dei finanziamenti destinati all'integrazione scolastica, dal taglio di risorse economiche (8 miliardi di euro) e di personale (150.000 mila posti in meno nei prossimi tre anni) che con il decreto legge 112 del ministro Giulio Tremonti, sta per abbattersi sulla scuola pubblica statale.
Con che cosa si farà integrazione? Con le forze di polizia e dell'esercito che faranno le ronde e militarizzeranno le città?

La FLC Cgil, insieme a tante associazioni e personalità del mondo della cultura, della politica e della società che ancora si può chiamare civile, ha risposto con entusiasmo all'iniziativa promossa dall'ARCI. In poco meno di due ore sono state raccolte oltre 3.000 impronte digitali di persone che si affratellavano ai rom e si autodenunciavano a Maroni.

Ne fioriranno tante altre di queste iniziative; ce n'è bisogno per sensibilizzare la gente, per riconquistare persone in numero sempre maggiore alla cultura dell'eguaglianza e del rispetto del diritto, soprattutto di quello dei più deboli e indifesi.

Roma, 8 luglio 2008

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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