Il Comitato Direttivo FLC sulla Finanziaria 2007
Con la delibera sulla Legge Finanziaria 2007, approvata all'unanimità con una astensione, il Comitato direttivo nazionale della FLC prende posizione in modo molto articolato e puntuale sul testo predisposto dal Governo ed ora all'esame delle Commissioni della Camera dei Deputati.
DELIBERA DEL GIORNO DEL COMITATO DIRETTIVO NAZIONALE DELLA FLC CGIL SULLA FINANZIARIA PER IL 2007
Il Comitato Direttivo Nazionale della FLC Cgil, riunito a Roma il giorno 11 ottobre 2006, sentita la relazione introduttiva svolta a nome della segreteria nazionale sul Disegno di Legge Finanziaria per il 2007, dopo l’ampio e ricco dibattito che ne è seguito ele conclusioni, assume le valutazioni e le proposte contenute nel Documento approvato dal Comitato Direttivo della Cgil il giorno 9 ottobre ed approva la seguente delibera.
Il Comitato Direttivo Nazionale della FLC Cgil
considera positive
alcune scelte generali contenute nella Legge Finanziaria per il 2007, quali:
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l’avvio di un processo di redistribuzione del reddito attraverso una manovra fiscale in totale controtendenza con le politiche precedenti;
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lo stanziamento di risorse per i rinnovi contrattuali che ne consentono l’avvio, fermo restando il loro compiuto utilizzo dal gennaio 2007 e precisando che tali risorse non rappresentano per noi il punto conclusivo delle rivendicazioni retributive per tutti i lavoratori;
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l’assenza di ogni intervento unilaterale sulla previdenza.
Per la FLC risultano, inoltre, significativi gli interventi a favore del mezzogiorno; per le politiche di sviluppo; la lotta all’elusione e all’evasione fiscale; la lotta al lavoro nero.
Queste scelte, che sono il frutto dell’iniziativa sindacale unitaria, rappresentano primi ed importanti segnali di discontinuità con il recente passato che vanno apprezzati, rafforzati e sviluppati ulteriormente.
esprime profonda insoddisfazione
per l’incapacità della Finanziaria di assumere una missione evidente, un chiaro obiettivo, attornoa cuicostruire tutte le altre scelte.
Il rilancio con adeguati investimenti dell’Afam, della Scuola, dell’Università, della Ricerca, della formazione: questo doveva essere il cuore della manovra per il 2007 poiché è sulla conoscenza che si gioca il futuro del Paese.
Ed una indicazione chiara era venuta in tal senso dalla CGIL fin dal giugno scorso, indicazione che non è stata colta dal Governo e lecui conseguenze sono evidenti:
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nell’assenza di un chiaro obiettivo da perseguire;
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nel fatto che i comparti della conoscenza sono stati duramente colpiti dalle scelte concrete di riduzione delle risorse;
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nella forte insufficienza degli stanziamenti.
La FLC rivendica in questa fase di discussione sulla Legge Finanziaria:
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l’apertura di un tavolo di confronto su Afam, Ricerca, Scuola, Università e sviluppo per correggere alcune evidenti storture dell’attuale articolato e per definire un piano di investimenti di legislatura sulla conoscenza;
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l’utilizzo delle centinaia di milioni di euro del TFR, fatto salvo sempre il diritto dei lavoratori di deciderne la destinazione, per un grande piano di investimento nel comparto della conoscenza, per la formazione dei giovani e degli adulti e per il definitivo superamento di una logica di riduzione degli investimenti.
giudica molto negativamente
a) l’assenza di vere politiche per risolvere i problemi del precariato.
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La situazione è gravissima per Afam, Ricerca ed Università. La Finanziaria produrrà un numero irrisorio di assunzioni a tempo indeterminato, in tempi lunghi, senza prospettive certe per il futuro, mentre esclude del tutto provvedimenti per la trasformazione dei contratti parasubordinati in contratti a tempo determinato. La FLC aveva chiesto, nel confronto con il Governo, un piano straordinario e rapido di assunzioni, il superamento della frammentazione dei diversi rapporti di lavoro riducendoli a due tipologie (tempo indeterminato e tempo determinato).
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Si conferma il blocco delle assunzioni anche per il 2007 per il settore della Ricerca (e, di fatto, anche per l’Università). Inoltre, la limitazione delle stesse per il 2008 e 2009 al solo turn-over – attraverso la riduzione del 40% dei fondi per i tempi determinati ed i contratti parasubordinati, scelta che inevitabilmente produrrà l’esternalizzazione di interi servizi con la conseguente perdita di posti di lavoro - assume il sapore di una beffa. Il piano straordinario di assunzione di ricercatori previsto con risorse assolutamente insufficienti (pari a circa 2.000 unità nel triennio), e con un impianto normativo che non stabilizza il precariato di questi comparti (T.A delle Università; ricercatori universitari e degli Enti; assegnisti di ricerca; tecnologi; lettori di madrelingua – CEL), configura una delega al governo per la definizione di (nuove?) procedure di reclutamento diverse da quelle esistenti sia per l’Università, sia per gli Enti pubblici di ricerca, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali. Per l’ Afam è particolarmente grave il blocco degli organici fermi al 1999 a fronte di un aumento degli studenti pari al 25%!
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Cambia il reclutamento per la Scuola. E’ inaccettabile che con la Finanziaria si intervenga su questa materia e che, senza alcun confronto con i sindacati, si decida di cambiare le regole del reclutamento. Confermiamo, comunque, la nostra netta contrarietà al superamento delle graduatorie permanenti.
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Pochissime disponibilità per i precari ATA della Scuola. La previsione di sole 20.000 assunzioni per i lavoratori ATA renderebbe ancora più precaria l’attività degli uffici e delle scuole. La FLC rivendica 60.000 ulteriori assunzioni già in questa Finanziaria, basandosi su un fatto inoppugnabile: l’ampia disponibilità di posti vacanti. E, contestualmente, ribadisce, in difesa della specificità della scuola e del lavoro pubblico, che contrasterà ogni ipotesi di assegnazione di lavoro ATA mediante appalti, collaborazioni o esternalizzazioni.
b) le scelte sul versante delle risorse.
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Per l’ Afam, si prevede un incremento di 10 milioni di euro rispetto al 2006. E’ una previsione del tutto insufficiente considerato che permangono i pesanti tagli frutto delle finanziarie precedenti, a fronte, per altro, degli impegni conseguenti all’avvio della riforma. La FLC rivendica un ulteriore investimento di almeno 30 milioni di euro.
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Scarse risorse per la Ricerca pubblica. Mentre si concentra sulla burocrazia ministeriale il potere di spostare risorse dalla ricerca di base a quella pre-competitiva, viene imposto che il fabbisogno non cresca per ciascuno degli anni del triennio più del 3% - 4% del consuntivo dell’anno precedente. Tale vincolo implica, considerando l’effetto combinato dell’inflazione e dei tagli degli anni precedenti, l’invarianza in apparenza, ma in realtà una diminuzione dell’investimento complessivo, con il rischio di produrre un grave spreco di risorse anziché una loro razionalizzazione. La FLC chiede che una quota del FIRST pari a 150 milioni di euro venga destinata all’aumento del finanziamento ordinario degli Enti di ricerca.
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Per l’Università il Fondo di Finanziamento Ordinario viene incrementato di 70 milioni di euro. Siamo di fronte ad un calo in termini reali, a fronte di una situazione economica difficilissima che le Università vivono anche a causa delle ulteriori riduzioni subite già a luglio scorso. La FLC rivendica un investimento di 600 milioni di euro.
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Per la Scuola la manovra è molto pesante e, lungi dall’intervenire sugli sprechi, produrrà una riduzione complessiva di oltre 40.000 posti di organico. Una logica esclusivamente orientata a scelte di natura finanziaria produrrà: a) l’incremento del numero degli alunni per classe, con conseguente peggioramento delle condizioni di lavoro e la conseguente riduzione di oltre 20.000 posti di organico docente ed ata; b) un intervento approssimativo sull’inserimento degli alunni diversamente abili; c) la riconferma della formazione obbligatoria per insegnare lingua inglese nella scuola elementare; d) la non cancellazione per gli inidonei della norma specifica della Finanziaria 2002; e) una logica punitiva e di mero risparmio con il monitoraggio delle supplenze brevi; f) un intervento sull’istruzione professionale che evoca solo tagli; g) norme confuse sulla riconversione professionale; h) l’assenza di investimenti diretti a realizzare l’obiettivo della generalizzazione della scuola dell’infanzia; i) una scelta su Indire, Invalsi, Irre esclusivamente basata sulla riduzione della spesa .
La FLC rivendica un investimento pari a 600 milioni di euro per restituire alle scuole statali almeno quanto è stato loro sottratto in questi ultimi anni.
c) la soluzione data per quanto riguarda l’ innalzamento dell’obbligo.
La soluzione individuata al giusto obiettivo di innalzare l’obbligo e l’età minima di accesso al lavoro al 16° anno di età, come più volte rivendicato dalla FLC, comporterebbe in realtà una separazione fra quanti assolveranno l’obbligo nella scuola statale e quanti frequenteranno, in tutto o in parte, percorsi presso istituzioni formative diverse dalla scuola. Gli accordi regionali e l’albo delle istituzioni, lungi dall’offrire adeguate garanzie, disegnano invece un sistema che rischia di avere 20 soluzioni diverse e sempre per i soggetti più deboli. Esattamente il contrario di quel grande impegno di accoglienza e personalizzazione che per avere successo deve essere realizzato esclusivamente nel sistema scolastico con mezzi e risorse adeguati, lasciando all’autonomia scolastica la scelta delle modalità didattico-pedagogiche più opportune ai fini della prevenzione e della lotta alla dispersione scolastica.
Il Direttivo della CGIL del 9 ottobre ha criticato questa norma della Finanziaria ed ha chiesto che venga ridiscussa garantendo l’esercizio del diritto per tutti nel sistema scolastico.
La FLC chiede che il Ministro ed il Governo aprano rapidamente un confronto in merito.La Segreteria è impegnata a definire rapidamente una dettagliata articolazione della proposta approvata dal Congresso nazionale di Portorose.
d) la riduzione degli automatismi stipendiali per il personale non contrattualizzato dell’Università.
Si tratta di un intervento che, assunto senza alcuna discussione e confronto utilizzando l’assenza di tutele contrattuali in forma pattizia, colpisce indistintamente i redditi alti e le retribuzioni molto basse dei ricercatori appena assunti e che si configura come un risparmio netto a danno delle retribuzioni, senza alcuna prospettiva di recupero e redistribuzione
e) la riduzione dell’autonomia degli Enti di ricerca.
La Finanziaria rivede il sistema di governo degli Enti sostituendo Presidenti e Consigli di Amministrazione con un direttore generale ed un comitato di gestione costituito dai dirigenti apicali di ciascun Ente. Ciò configura un’inaccettabile subordinazione degli indirizzi e delle scelte scientifiche a valutazioni puramente amministrative, mentre servirebbero norme, che la FLC rivendica, volte a garantire la partecipazione democratica della comunità scientifica alla formazione delle decisioni.
f) il rifinanziamento delle scuole private.
Questa decisione si colloca in una fase nella quale la scuola pubblica ha subito e continua a subire una riduzione drastica di risorse. La FLC chiede che sia cancellata questa previsione utilizzando quelle risorse per la scuola statale.
g) l’assenza di risposte e di giuste soluzioni:
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per 80.000 lavoratori ATA ed ITP trasferiti dagli Enti Locali allo Stato che aspettano il riconoscimento del giusto inquadramento, così come stabilito con ripetute Sentenze della Corte di Cassazione. La FLC rivendica l’abrogazione del comma 218 della Finanziaria 2006;
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per lettori, collaboratori ed esperti di madrelingua in servizio presso le Università dopo che anche una nuova Sentenza della Corte di Giustizia Europea ne ha riconosciuto le giuste rivendicazioni, ed ha condannato conseguentemente lo stato italiano, e dopo due Sentenze favorevoli della Cassazione.
esprime soddisfazione
per la riconduzione allo Stato della competenza sull’ istruzione professionale come richiesto dalla FLC.
chiede interventi migliorativi
sui seguenti temi:
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Le condizioni relative alle nomine in ruolo dei docenti della scuola.
Un piano per 150.000 immissioni in ruolo rappresenta un fatto molto positivo, da FLC ampiamente rivendicato, ma che deve essere attuato in modo da garantire che:
1) l’intera disponibilità sia utilizzata nel triennio;
2) le nomine si concentrino prevalentemente nel 2007, considerato l’alto numero delle disponibilità ed il valore della continuità del servizio;
3) le nomine a copertura del turn over non sostituito nei precedenti cinque anni vengano effettuate ricorrendo alle graduatorie vigenti al 2006-07.
La FLC chiede fin d’ora che con la Finanziaria per il 2008 si definisca un ulteriore piano di immissioni in ruolo, aggiuntivo al primo. Questa richiesta è fondatasull’accentuato turn over del personale, sull’incremento in corso nel numero dei pensionamenti e sulla necessità di eliminare la precarietà, garantendo certezze e diritti ai precari e alla scuola.
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L’attribuzione delle risorse direttamente alle scuole.
La soluzione individuata perquesto giusto obiettivo è da rivedere. Infatti le modalità prescelte, senza alcun confronto, non mettono a disposizione delle scuole la strumentazione necessaria per il raggiungimento degli obiettivi e introducono in modo burocratico e centralistico ulteriori monitoraggi che si scaricheranno sul personale. Occorrono puntuali cambiamenti del testo altrimenti la modalità prescelta:
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determinerebbe un aggravio molto pesante di compiti e di responsabilità per i DSGA, gli assistenti amministrativi e i dirigenti scolastici;
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aggraverebbe ulteriormente la situazione già difficile di uffici sui quali in questi anni si è scaricato di tutto;
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si tradurrebbe nei fatti, in una diminuzione dellerisorse a disposizione, come conseguenza della logica budgetaria che sovrintende a questa operazione ed in assenza della restituzione degli oltre 600 milioni tolti in questi anni alle scuole.
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giudica positivamente
alcuni interventi riformatori contenuti nella Legge Finanziaria. Infatti, per la FLC la manovra di risanamento dell’economia deve legarsi ad un contemporaneo impegno sul versante dell’innovazione, del cambiamento.
In particolare la FLC esprime un giudizio positivo sulle seguenti scelte:
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le “sezioni primavera”, intese come una risposta di qualità ad una domanda estesa di scuola;
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la previsione di un intervento di sviluppo e di riconoscimento di una specificità positiva all’Educazione degli Adulti;
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la necessità di un ripensamento degli istituti che operano a sostegno dell’attività delle scuole. Di essi vanno previste condizioni che garantiscano effettivamente la terzietà e l’indipendenza degli istituti, sia per quanto riguarda l’individuazione degli organismi direttivi sia per quanto riguarda il rapporto con le strutture dell’amministrazione, che il Disegno di Legge prevede. L’intervento sull’organico non può rispondere a pure esigenze di contenimento della spesa ma deve essere commisurata alla effettive necessità degli istituti. Inoltre, per quanto riguarda l’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, è indispensabile chiarire il ruolo e l’organizzazione dell’Istituto in rapporto al comparto di destinazione e alla pianta organica di cui è previsto un preoccupante taglio del 50%;
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la riduzione del numero dei revisori (per i quali opereremo nel dibattito parlamentare affinché si individui un ambito territoriale di provenienza più ristretto di quello attuale ed i loro costi non siano imputati alle istituzioni scolastiche);
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gli interventi relativi ai libri di testo;
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la riorganizzazione dei percorsi IFTS;
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l’attribuzione di prime risorse per la sicurezza nelle scuole;
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la modifica dei meccanismi concorsuali per i dirigenti scolastici, rispetto ai quali è necessario prevedere misure idonee a risolvere la questione aperta dei Presidi Incaricati e la stabilizzazione della Dirigenza scolastica.
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la delegificazione delle tabelle di valutazione e la cancellazione di scelte operate dal passato governo sui punteggi per le graduatorie del personale docente, da noi lungamente rivendicate.
Insieme a questo giudizio positivo sulla scelta di inserire in Finanziaria interventi riformatori, il Comitato Direttivo giudica però come un fatto molto grave che sugli stessi punti non si sia mai sviluppato un confronto con il sindacato e che l’articolato proposto non ne individui il coinvolgimento, per il ruolo che gli compete, a garanzia e tutela della qualità dei servizi e dei diritti dei lavoratori.
La FLC si riserva, quindi, di verificare il giudizio positivo che oggi esprime, alla luce delle definitive conclusioni dell’iter di approvazione del Disegno di Legge Finanziaria. Contemporaneamente, in assenza di una diversa modalità sul versante delle relazioni sindacali, la FLC chiederà a Cisl e Uil di aprire un deciso confronto con il Governo, rivendicando il rispetto delle regole che sovrintendono alle relazioni sindacali ed al coinvolgimento dei lavoratori, regole che devono valere sempre e per tutti.
Il Comitato Direttivo Nazionale
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giudica del tutto necessarie le decisioni, assunte unitariamente, di proclamare i due scioperi generali, dell’Università il 17 novembre e della Ricerca il 20 novembre, ed impegna l’intera organizzazione per loro riuscita e per il successo delle rispettive manifestazioni nazionali.
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impegna la segreteria nazionale a definire con Cisl e Uil, dopo una verifica sull’esito degli incontri in programma con il Governo, le iniziative di lotta sul versante della scuola a sostegno degli obiettivi unitariamente indicati dai Comitati Direttivi il giorno 20 settembre e nel documento dei segretari generali del giorno 11 ottobre, nel caso in cui tali obiettivi dovessero risultare ancora senza impegni da parte del Governo.
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impegna le strutture tutte ad un rapporto unitario molto capillare con i lavoratori per informare, proporre, raccogliere orientamenti e richieste del vasto mondo della conoscenza.
Roma, 11 ottobre 2006
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