Il
31 gennaio il MIUR ha pubblicato il decreto 775 con cui promuove
la sperimentazione nazionale del secondo ciclo previsto dalla
legge 53, la cui entrata in vigore è prevista il 1 settembre
2007.
Dunque
si tratta non di una sperimentazione bensì di una anticipazione.
Questa
scelta fa seguito alle polemiche che hanno accompagnato il decreto
sul secondo ciclo: la segregazione tra percorsi professionali e
percorsi liceali, la mancanza di risorse, le incertezze degli
sbocchi professionali e universitari, il crollo degli orari, il
conseguente crollo degli organici.
Solo
il liceo classico darà accesso a tutte le facoltà, i licei hanno
perso la loro uniformità; i licei senza indirizzi (classico,
scientifico, linguistico, scienze umane) sono diversi per orari e
struttura dagli altri e questi ultimi tra loro, sicché le tanto
decantate passerelle non solo saranno impraticabili tra istruzione
professionale e istruzione liceale, ma anche tra i differenti
licei.
La
scelta di anticipare in via sperimentale questo modello aggiunge
polemiche a polemiche. Le regioni si sono espresse contro
la sperimentazione, hanno respinto i decreti
sulle confluenze dei vecchi indirizzi nei nuovi, questi
a loro volta, varati un mese fa e tenuti finora segreti, sono
molto approssimativi e prefigurano una completa alterazione
dell’offerta formativa sul territorio. L’istruzione
professionale non potrà far parte del sistema dei licei (tanto
che persino i titoli attuali in tutto simili a quelli
dell’istituto tecnico sono stati dimenticati nella tabella delle
corrispondenze): con ciò si profila una soprannumerarietà che a
regime si aggirerà intorno alle 75.000 unità (40.000 posti alle
regioni e 35.000 soppressi per le modifiche di orario). E per
colmo il Miur ha promesso una distribuzione dei fondi della legge
440 solo alle scuole che accettano la sperimentazione.
I
collegi dei docenti, che dovranno decidere in questi giorni sulla
sperimentazione, avranno l’onere di sbrogliare una matassa di
problemi che il governo ha loro rimesso, senza una doverosa
informazione e a iscrizioni già avvenute. Il Miur invita a
consultare le famiglie. Ma quali? Quelle delle classi per le quali
si decide la sperimentazione? Quelle delle scuole che aderiranno
alla sperimentazione? O, trattandosi di corsi totalmente nuovi,
tutte le famiglie? E ancora, è una riapertura delle iscrizioni?
Queste
domande si aggiungono ai 5 motivi per i quali la sperimentazione
va rigettata.
1.
Con la sperimentazione si anticipano gli effetti segreganti e
devastanti della riforma su alunni, orari e organici.
2.
Il nuovo secondo ciclo non offre al momento sbocchi professionali
di nessun tipo, e un’eventuale sospensione dell’esperienza
lascerebbe gli alunni frequentanti privi di qualsiasi prospettiva.
3.
Le confluenze previste elimineranno opportunità formative sul
territorio e creeranno doppioni.
4.
Si anticipa la morte dell’istruzione professionale di stato.
5.
Occorrerebbe rifare le iscrizioni e offrire a tutte le famiglie
degli alunni l’opportunità di scegliere. insegnamenti
obbligatori e facoltativi.
Tutte
le informazioni sul secondo ciclo.
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