Statuto CNR, il duo Gelmini-Tremonti al lavoro contro la ricerca pubblica
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
Tagli economici, potere assoluto del Direttore Generale (non a caso nominato direttamente dal ministro) e svilimento del ruolo del personale, privato di qualunque strumento di partecipazione al governo dell’Ente, sono i capisaldi della controriforma contenuta nella proposta del nuovo statuto del CNR.
L’obiettivo è la riduzione delle risorse, dell’autonomia e della capacità di crescita del principale Ente Pubblico di Ricerca del nostro paese. Dopo l’università prosegue l’azione devastatrice del duo Tremonti-Gelmini.
Ma ciò che è peggio, è che tale riforma avviene in un quadro normativo di riferimento a dir poco contraddittorio!
Infatti, a tutt’oggi, resta irrisolto il nodo sulla composizione del futuro Consiglio di amministrazione dell’Ente per la sovrapposizione di due normative in conflitto tra di loro sul numero dei membri una che lo prevede di composto da 7, e l’altra da 5.
Al 10 gennaio, né il Ministero dell’istruzione della ricerca e dell’università né il MEF quello dell’economia hanno dato una risposta a tale contraddizione nonostante il quesito posto da oltre 5 mesi. Sarebbe stato necessario un intervento legislativo per fare chiarezza ma la fretta di approvare questo statuto, che di fatto commissaria il Cnr, ha prevalso su tutto.
Il paradosso è che, permanendo questa incertezza sulla composizione, la nomina di un nuovo CdA rischia di essere del tutto inutile in quanto ogni suo atto potrebbe essere dichiarato nullo.
L’inconsistenza e l’inadeguatezza degli atti compiuti a livello governativo e ministeriale nel fornire un appropriato contesto normativo alle presunte riforme non si limita a questo. Si registra anche nella vicenda dell’accorpamento al CNR dell’istituto deputato allo studio dell’architettura navale (INSEAN) disposto dalla manovra economica di luglio. Ancora oggi mancano i decreti attuativi che dovrebbero consentire il trasferimento delle funzioni, con grave danno per le attività di ricerca che di fatto sono paralizzate.
Per ora l’unico atto certo di questo Governo verso il CNR è la riduzione del 13% rispetto alla già scarsissima dotazione finanziaria dell’Ente appena sufficiente a pagare gli stipendi.
L’accoppiata Gelmini-Tremonti sta distruggendo il CNR, il maggior Ente di ricerca italiano e con esso la ricerca pubblica in Italia.
Non è così che si aiuta il Paese a risollevarsi dalla crisi. La FLC CGIL si opporrà a questo demenziale disegno.
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