Scuola in Emilia Romagna: da terra di sperimentazione a luogo dell’arbitrio
Una nota della Direzione scolastica regionale spiega alle scuole come far tornare i conti
Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
L’Emilia Romagna è una regione nota per aver ospitato importanti innovazioni: dalle prime scuole dell’infanzia, al tempo pieno, all’educazione degli adulti, ad importanti innovazioni nella scuola secondaria superiore.
Da alcuni giorni, però, questa regione è stata trasformata nel luogo dell’arbitrio.
Infatti, con una Nota a tutte le scuole la Direzione scolastica regionale precisa che bisogna spendere molto meno per coprire le assenza brevi del personale docente e ATA.
Infatti, “… le somme disponibili per l’anno 2006, per la spesa di cui all’oggetto (n.d.r: supplenze), risultano ridotte del 26% rispetto a quelle del 2005.” ma le risorse effettivamente disponibili per pagare i supplenti sono state ridotte del 66% rispetto al 2005!
Ma la Nota individua con prontezza la soluzione: non nominare i supplenti per sostituire chi è ammalato!
Per raggiungere questo obiettivo si danno le seguenti indicazioni:
a) cancellare una Legge che prevede l’accantonamento di risorse per la chiamata dei supplenti per la copertura dei casi eccezionali;
b) modificare una Legge rendendo obbligatorio ciò che il legislatore ha previsto come possibile (nella scuola secondaria l’utilizzazione dei docenti interni fino a 15 giorni per sostituire chi è ammalato) in barba ad ogni programmazione;
c) cancellare il contratto di lavoro facendo resuscitare una vecchia Finanziaria che limita per 5 giorni il ricorso ai supplenti nella scuola elementare ed …. estenderla anche alla scuola dell’infanzia.
La chiusura della Nota rappresenta un’autentica “perla” nel suo genere: infatti, si dice alle scuole di mandare la visita fiscale fin dal primo giorno perché le assenze per malattia sono in aumento.
Neanche troppo nascosto il retropensiero.
Dopo la nostra denuncia che il Ministro Moratti ed il Presidente Berlusconi hanno messo la scuola in mutande alcuni si sono affannati a smentire: ora i dati forniti dalla stessa amministrazione documentano in modo inequivoco il disastro prodotto da cinque anni di governo e l’assoluta fondatezza delle nostre denunce.
Con la Nota della Direzione regionale ora apprendiamo che, dopo aver messo in mutande la scuola, la si vuole trasformare nel luogo dell’arbitrio modificando leggi e contratti pur di far tornare i conti.
Le conseguenze vere delle scelte economiche e di questi comportamenti saranno l’accorpamento delle classi e/o la mancata garanzia delle ore previste annualmente per le diverse materie e/o la riduzione dell’orario o delle attività.
Un colpo basso alla scuola, ai lavoratori, agli studenti e alle loro famiglie
Una autentica vergogna.
Roma, 15 marzo 2006
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